NARCISISMO E MANIPOLAZIONE: SEGNALI, CAUSE E STRATEGIE DI CONTENIMENTO

Il narcisismo e la manipolazione sono fenomeni psicologici spesso correlati, specialmente quando si parla di narcisismo patologico, una condizione in cui l’individuo sviluppa un senso di sé eccessivamente positivo e cerca di controllare o manipolare gli altri per mantenere la propria immagine ideale. Analizziamo i principali segnali, le cause e le strategie di contenimento:

✅1. Segnali di Narcisismo e Manipolazione
Ecco alcuni segnali comuni che possono indicare un comportamento narcisistico o manipolatorio:

➡️Senso di superiorità: la personalità Narcisista si percepisce come migliore degli altri, meritevole di attenzioni e privilegi speciali.

➡️Mancanza di empatia: ha difficoltà a mettersi nei panni degli altri o a comprendere i loro sentimenti.

➡️Bisogno costante di ammirazione: cerca continuamente complimenti e conferme positive.

➡️Manipolazione emotiva: usa la lusinga, il senso di colpa o altre tattiche per controllare gli altri e ottenere ciò che desidera.

➡️Estrema sensibilità alle critiche: reagisce con rabbia o sminuisce chi lo critica, anche in modo costruttivo.

➡️Svalutazione degli altri: minimizza le qualità altrui per sentirsi superiore.

➡️Senso di diritto e sfruttamento: si aspetta favori e trattamenti speciali senza essere disposto a dare in cambio.

✅2. Cause del Narcisismo e della Manipolazione
Le cause del narcisismo e della tendenza a manipolare possono essere complesse e derivare da fattori biologici, psicologici e sociali.

➡️Esperienze infantili: il narcisismo spesso ha radici nell’infanzia, dove il bambino potrebbe aver vissuto traumi, essere stato ipercriticato, o eccessivamente lodato senza condizioni. Queste esperienze possono portare a una percezione disfunzionale di sé.

➡️Modelli di ruolo: i bambini cresciuti con genitori narcisisti o manipolatori potrebbero sviluppare comportamenti simili.

➡️Predisposizione genetica: alcuni studi indicano che potrebbe esistere una predisposizione genetica al narcisismo.

➡️Influenza culturale: viviamo in una società che spesso valorizza il successo, l’immagine e la competizione, elementi che possono favorire atteggiamenti narcisistici.

✅3. Strategie di Contenimento e Gestione
Affrontare una personalità narcisista o una persona manipolativa richiede delle strategie efficaci per proteggere la propria salute mentale e il proprio equilibrio emotivo.

➡️Stabilisci dei limiti chiari: è essenziale definire confini e comunicarli con fermezza. Il narcisista potrebbe testare i limiti per vedere quanto può spingersi oltre, quindi è importante essere costanti.

➡️Evita il confronto diretto: discutere o affrontare un narcisista sul suo comportamento potrebbe portare a una reazione difensiva o aggressiva. È meglio focalizzarsi sui propri sentimenti senza accusare direttamente.

➡️Non prendere tutto sul personale: il narcisista tende a proiettare sugli altri le proprie insicurezze. Ricorda che il loro comportamento riflette i loro problemi, non i tuoi.

➡️Sii assertivo: rispondi alle manipolazioni con assertività, comunicando chiaramente cosa ti aspetti e come vuoi essere trattato.

➡️Non cercare di cambiarlo: i narcisisti difficilmente cambiano senza un percorso terapeutico. Tentare di modificarli può portare a frustrazione e sofferenza.

➡️Mantieni una rete di supporto: cerca di circondarti di persone che ti sostengono e ti aiutano a mantenere una visione chiara di te stesso.

➡️Considera l’aiuto di un professionista: se il rapporto con un narcisista diventa particolarmente difficile, potrebbe essere utile un supporto psicologico per affrontare le dinamiche di manipolazione e proteggere la propria autostima.

✅Conclusione
Il narcisismo e la manipolazione possono essere sfidanti da affrontare, ma una combinazione di consapevolezza, assertività e supporto esterno può aiutare a gestire questi comportamenti in modo efficace e a ridurre l’impatto negativo sulla propria vita.

Dottor Roberto Cavaliere Psicoterapeuta. Studio professionale in Milano, Roma e Salerno. Possibilità di effettuare sedute tramite videochiamata.

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LE TRE TIPOLOGIE DI NARCISISMO: AGENTIVO, ANTAGONISTA E NEVROTICO

I tre tipi di narcisismo, ossia narcisismo agentivo, narcisismo antagonista e narcisismo nevrotico, rappresentano diverse manifestazioni di questa personalità. Ognuno di questi stili è caratterizzato da specifiche tendenze comportamentali, emotive e relazionali:

✅1. Narcisismo Agentivo
Il narcisismo agentivo è spesso considerato il tipo più positivo e funzionale di narcisismo. Qui, la persona tende a percepire sé stessa come straordinaria e talentuosa, con una forte fiducia in sé. Questi tratti portano a:

Autostima elevata: Il soggetto ha un’alta opinione di sé e delle proprie capacità.

Ambizione e successo: Cerca costantemente di raggiungere risultati importanti e ama distinguersi per le proprie capacità.

Autonomia e indipendenza: Preferisce prendere decisioni senza dipendere dagli altri, mostrandosi sicuro e assertivo.

Questo tipo di narcisismo può essere relativamente adattivo e avere un impatto positivo, soprattutto in contesti competitivi e di leadership. Tuttavia, quando è estremo, può sfociare nell’arroganza e in un eccessivo bisogno di essere ammirato.

✅2. Narcisismo Antagonista
Il narcisismo antagonista è caratterizzato da una forte componente di ostilità e competizione con gli altri. Le persone con questo tipo di narcisismo tendono a:

Svalutare gli altri: Per sentirsi superiori, queste persone minimizzano il valore degli altri e tendono a essere critiche e ostili.

Comportamenti manipolativi e sfruttamento: Spesso vedono le relazioni come strumenti per ottenere vantaggi personali, senza considerare i sentimenti altrui.

Scarso senso di empatia: Difficilmente comprendono o tengono conto delle emozioni degli altri, il che rende difficili i rapporti interpersonali.

Questo tipo di narcisismo è considerato il più problematico e tossico. Può creare conflitti nei rapporti personali e professionali, poiché la persona agisce spesso in modo sleale e ostile.

✅3. Narcisismo Nevrotico
Il narcisismo nevrotico è caratterizzato da una fragile autostima e da una costante ricerca di approvazione e rassicurazione da parte degli altri. Le persone con questo tipo di narcisismo tendono a:
Essere ipersensibili alle critiche: Percepiscono anche le osservazioni più lievi come attacchi personali.

Insicurezza e ansia: Sono spesso insicure e hanno una visione instabile del proprio valore, alternando fasi di autostima bassa e alta.

Dipendenza dall’approvazione altrui: Cercano costantemente riconoscimento e conferme esterne per sentirsi valide.

Questo tipo di narcisismo è più comune nelle persone che, pur avendo bisogno di sentirsi importanti, soffrono profondamente di insicurezza. Rispetto agli altri tipi, il narcisismo nevrotico causa spesso ansia e instabilità emotiva, rendendo difficile una sensazione di benessere stabile.

➡️In sintesi, il narcisismo agentivo è orientato verso la realizzazione e l’affermazione, il narcisismo antagonista verso la competizione e il conflitto, mentre il narcisismo nevrotico è più centrato su vulnerabilità e insicurezze.
Queste tre forme di narcisimo sono presenti sia al maschile che al femminile .

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L’ Effetto Zeigarnik nelle Relazioni

L’effetto Zeigarnik è un fenomeno psicologico che descrive la tendenza delle persone a ricordare meglio le attività non completate rispetto a quelle che sono state completate. Questo effetto prende il nome dalla psicologa russa Bluma Zeigarnik, che lo scoprì negli anni ’20.

Durante uno studio, Zeigarnik osservò che i camerieri di un ristorante ricordavano meglio gli ordini che non erano stati ancora saldati rispetto a quelli già pagati. Questo portò a una serie di esperimenti che dimostrarono che la mente tende a mantenere vive le informazioni riguardanti i compiti incompiuti o interrotti, perché c’è una spinta interna a portarli a termine.

L’effetto Zeigarnik è utilizzato per spiegare molti fenomeni, come la tendenza a sentirsi inquieti o preoccupati quando lasciamo incompleti certi compiti o perché continuiamo a pensare a qualcosa di non risolto.

✅L’effetto Zeigarnik può essere applicato anche alle relazioni interpersonali, creando un impatto significativo sul modo in cui le persone ricordano e vivono le esperienze non concluse o non risolte nelle loro interazioni.

In questo contesto, si riferisce alla tendenza delle persone a pensare e a rimanere emotivamente coinvolte in relazioni che non si sono concluse in modo chiaro o soddisfacente. Alcuni esempi includono:

➡️1. Relazioni interrotte bruscamente: Quando una relazione finisce in modo improvviso, senza spiegazioni o senza una chiusura emotiva, le persone possono rimanere bloccate nel pensiero costante di “cosa sarebbe potuto accadere”, ricordando dettagli ed episodi con maggiore intensità rispetto a una relazione conclusa in modo naturale.

➡️2. Amori non corrisposti o non realizzati: Un amore che non ha mai avuto la possibilità di svilupparsi pienamente (ad esempio, una cotta mai dichiarata o una relazione che non ha mai avuto una reale possibilità) può rimanere radicato nella mente proprio perché manca una conclusione definitiva. Questo porta a una maggiore idealizzazione e ricordo della persona o della situazione.

➡️3. Discussioni o conflitti non risolti: Se una coppia ha una discussione o un conflitto che non viene chiarito, entrambe le parti tendono a pensarci di più rispetto a conflitti risolti. L’assenza di chiusura psicologica e emotiva può lasciare un senso di incompiutezza e generare rimurginazioni continue.

➡️4. Ghosting: Il fenomeno del ghosting (quando una persona scompare improvvisamente da una relazione senza dare spiegazioni) amplifica l’effetto Zeigarnik. La parte abbandonata tende a rimanere ancorata alla relazione proprio perché manca una chiusura, facendo domande senza risposte.

In generale, l’effetto Zeigarnik spiega perché le situazioni emotivamente incompiute possono generare un maggior coinvolgimento psicologico. Le persone restano più focalizzate su ciò che non è risolto, creando una spinta interiore che le porta a cercare risposte o chiusura.

✅Superare l’effetto Zeigarnik, specialmente nelle situazioni di incompiutezza emotiva o mentale, richiede consapevolezza e alcune strategie per affrontare il senso di incompletezza. Ecco alcuni passi che possono aiutare:

➡️1. Chiusura consapevole (closure)
La mancanza di chiusura è il fulcro dell’effetto Zeigarnik. È importante cercare di ottenere una sorta di risoluzione interna, anche quando quella esterna non è possibile (ad esempio, in caso di ghosting o relazioni interrotte bruscamente). Ciò può includere:
– Scrivere una lettera (anche se non viene mai inviata) per esprimere pensieri ed emozioni non detti.
– Parlare della situazione con qualcuno di fidato, cercando di elaborare e comprendere l’esperienza.
– Prendere decisioni personali, anche senza una chiusura da parte dell’altra persona, accettando che non tutte le situazioni avranno risposte definitive.

➡️2. Accettare l’incertezza
Molte persone si aggrappano a eventi non conclusi perché sentono il bisogno di ottenere delle risposte. Tuttavia, accettare che l’incertezza è parte della vita è essenziale per superare l’effetto Zeigarnik. Lavorare sull’accettazione implica:
– Praticare la mindfulness o tecniche di meditazione per imparare a lasciare andare i pensieri ossessivi.
– Sviluppare una mentalità di apertura, accettando che non tutto si può controllare o capire.

➡️3. Dare un nuovo significato
Rielaborare le esperienze incomplete in modo positivo o costruttivo può aiutare a superarle. Chiediti:
– Cosa ho imparato da questa esperienza?
– Come posso crescere o diventare più forte grazie a questo?
Dare un nuovo significato a situazioni non risolte può ridurre l’impatto emotivo e permettere di andare avanti con maggiore serenità.

➡️4. Spezzare il circolo della ruminazione
Continuare a rimuginare su un evento incompiuto è una delle manifestazioni più comuni dell’effetto Zeigarnik. Per ridurre la ruminazione:
– Imposta dei limiti di tempo per pensarci: ad esempio, concediti 10 minuti al giorno per riflettere sull’evento, poi focalizzati su altro.
– Usa tecniche di distrazione positiva: attività fisica, hobby, lettura, uscite sociali che distolgano l’attenzione dai pensieri ossessivi.
– Sfida attivamente i pensieri ripetitivi con self-talk positivo, dicendoti che è inutile continuare a rimuginare.

➡️5. Prendersi cura di sé
Quando ci si sente bloccati su eventi incompiuti, è fondamentale investire tempo nel proprio benessere fisico ed emotivo:
– Coltiva abitudini sane come dormire a sufficienza, fare esercizio fisico e mangiare bene.
– Crea una rete di supporto sociale, parlando con amici o professionisti (come un terapeuta) per elaborare i sentimenti.

➡️6. Azione risolutiva
Se la situazione è ancora risolvibile, prendi iniziative pratiche per concludere ciò che è rimasto in sospeso. Se un progetto o un compito incompiuto ti tormenta, prova a:
– Pianificare piccoli passi per completarlo, creando obiettivi specifici e gestibili.
– Concludere i dettagli non risolti in una relazione, se possibile, attraverso una conversazione onesta.

Superare l’effetto Zeigarnik richiede un lavoro di accettazione e risoluzione interiore, ma con le giuste strategie è possibile liberarsi del peso emotivo di ciò che resta incompiuto.

Dottor Roberto Cavaliere Psicoterapeuta. Studio professionale in Milano, Roma e Salerno. Possibilità di effettuare sedute tramite videochiamata.

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Quando ci si Separa, và via chi resta

➡️«Quando due si lasciano, non parte chi se ne va: parte chi resta. Chi se ne va era partito già molto tempo prima. All’apparenza è lei a prendere la nave, lei a muoversi: ma è un falso movimento, il suo; è come se fossi io a camminare all’indietro, senza accorgermene. Per lei non c’è partenza, è ferma nel suo nuovo amore – non cambia stato la sua anima, quieto, alla fonda, il desiderio. È chi resta, invece, il solo a partire, cambiare condizione, forma del vivere, giornate, veglie, sussulti. È chi resta a non ritrovarsi più in quel posto, in quella geografia conosciuta di carezze e pensieri, e deve spezzare, andarsene, cambiar nome all’amore che non riconosce. È di chi resta l’unica partenza».

➡️Il brano di Vecchioni mette in luce in modo profondo e poetico i processi psicologici legati alla fine di una relazione, con particolare enfasi sul dolore di chi viene “lasciato”. Psicologicamente, chi resta subisce un’esperienza di perdita più intensa e prolungata rispetto a chi se ne va, che potrebbe aver già avviato il distacco emotivo molto tempo prima. Questo concetto risuona con la teoria del lutto in psicologia: chi resta attraversa le fasi del dolore, della negazione, della rabbia, fino all’accettazione, mentre chi parte ha già elaborato in parte il distacco.

Vecchioni descrive il trauma del cambiamento che subisce chi rimane. La rottura non è solo un distacco emotivo, ma uno stravolgimento dell’identità e della quotidianità. Viene persa una “geografia” familiare di abitudini, affetti e pensieri, e questo richiede un riadattamento doloroso e complesso, che può comportare una vera e propria trasformazione personale. Il senso di smarrimento, il “non ritrovarsi più” in un contesto che fino a poco prima era sicuro, rappresenta un’esperienza comune di chi affronta una separazione non voluta.

Nel brano viene sottolineato anche un altro aspetto psicologico importante: la staticità emotiva di chi ha già trovato un nuovo amore. Per chi parte, il distacco è già avvenuto e il “nuovo desiderio” è già una certezza emotiva, mentre chi resta deve affrontare un cambiamento improvviso e inaspettato. Questa asimmetria emotiva amplifica il senso di ingiustizia e solitudine di chi rimane, aggravando il processo di elaborazione del lutto.

In sintesi, il brano affronta in modo sottile e toccante temi psicologici legati alla separazione: l’elaborazione della perdita, il senso di smarrimento e la differente percezione del distacco tra chi se ne va e chi resta, con quest’ultimo che deve affrontare una trasformazione interiore e una dolorosa ridefinizione della propria realtà emotiva.

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TIPOLOGIE DI DIPENDENTI AFFETTIVI

TIPOLOGIE DI DIPENDENTI AFFETTIVI
La dipendenza affettiva è una condizione psicologica in cui una persona sviluppa un legame emotivo eccessivo e disfunzionale verso un’altra, spesso caratterizzato da insicurezza, bisogno di approvazione e timore dell’abbandono. Questa forma di dipendenza può manifestarsi in diverse modalità, a seconda delle dinamiche della relazione e delle caratteristiche individuali.

✅Ecco alcune tipologie di dipendenti affettivi:

➡️1. Il dipendente affettivo sottomesso:
– Questa persona tende a mettere i bisogni e i desideri del partner sopra i propri, arrivando a sacrificarsi pur di mantenere la relazione. Spesso accetta situazioni di sofferenza o abuso per paura di essere abbandonato.
– Comportamenti tipici: accontentare sempre l’altro, accettare anche situazioni umilianti o ingiuste, non esprimere i propri bisogni.

➡️2. Il dipendente affettivo controllante:
– Qui il dipendente affettivo cerca di avere il controllo completo sulla relazione e sul partner. Il desiderio di controllo deriva dall’ansia di perdere l’altro, ed è spesso espresso tramite gelosia eccessiva o possessività.
– Comportamenti tipici: monitorare le azioni del partner, esprimere gelosia immotivata, richiedere continue rassicurazioni.

➡️3. Il dipendente affettivo svalutante:
– Questo tipo di dipendente affettivo alterna momenti di forte bisogno emotivo a momenti in cui svaluta e critica il partner. Il meccanismo di svalutazione serve per mascherare una profonda paura dell’abbandono, cercando di mantenere una posizione di potere nella relazione.
– Comportamenti tipici: critiche costanti, svalutazione dell’altro, alternanza tra vicinanza e distanza emotiva.

➡️4. Il dipendente affettivo evitante:
– In questa dinamica, la persona è molto bisognosa di affetto, ma allo stesso tempo teme l’intimità e la vicinanza emotiva. Di conseguenza, entra in relazioni ma si ritira non appena si avvicina troppo o teme di essere ferita.
– Comportamenti tipici: allontanarsi emotivamente quando la relazione diventa troppo seria, sabotare la relazione per evitare un possibile abbandono.

➡️5. Il dipendente affettivo ansioso:
– Questa tipologia è caratterizzata da un’ansia costante di non essere abbastanza amato o di perdere il partner. Il dipendente ansioso ha bisogno di continue rassicurazioni e può diventare molto appiccicoso o bisognoso.
– Comportamenti tipici: richieste continue di attenzione, timore eccessivo di essere lasciato, attaccamento esagerato.

➡️6. Il dipendente affettivo idealizzante:
– Questa persona tende a idealizzare il partner, vedendolo come perfetto e ignorando i suoi difetti. La relazione è percepita come indispensabile per il proprio benessere, e il dipendente affettivo può ignorare segni di incompatibilità o mancanza di reciprocità.
– Comportamenti tipici: cecità verso i difetti dell’altro, dipendenza dall’idea di una “relazione perfetta”, difficoltà a vedere la realtà della relazione.

➡️7. Il dipendente affettivo compulsivo:
– Questa tipologia vive una sorta di “ossessione” verso il partner, cercando costantemente la sua attenzione e approvazione. Spesso il dipendente compulsivo mette la relazione al centro della propria vita, sacrificando altre sfere personali come lavoro, amicizie e hobby.
– Comportamenti tipici: comportamenti ossessivi, monitoraggio continuo, perdita di interesse per altri aspetti della vita.

Queste tipologie non sono mutualmente esclusive, e una persona può mostrare caratteristiche di più di una di esse nel corso della vita o in diverse relazioni. La dipendenza affettiva, in ogni sua forma, può causare sofferenza e impedire lo sviluppo di relazioni sane e paritarie. Per uscirne, spesso è utile intraprendere un percorso di terapia psicologica.

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Che cos’è l’ HOOVERING e come superarlo

L’hoovering è una tattica manipolativa spesso utilizzata da persone con tendenze narcisistiche o con tratti di personalità manipolativi per “risucchiare” (da qui il termine “hoovering”, che deriva dal nome di un famoso marchio di aspirapolvere) una persona nella relazione, anche dopo che questa è terminata o si sta cercando di chiuderla.

✅Caratteristiche dell’hoovering:

1. Promesse di cambiamento: Il manipolatore può promettere di cambiare, di migliorare il proprio comportamento o di risolvere i problemi che hanno portato alla rottura.

2. Nostalgia e ricordi: Spesso viene fatto leva sui bei momenti passati insieme, ricordando i momenti felici per far sentire la vittima in colpa o per farle credere che la relazione possa tornare come prima.

3. Messaggi o contatti inaspettati: La persona può ricominciare a inviare messaggi, chiamate o a fare visita all’improvviso, cercando di riaprire un dialogo.

4. Regali o gesti di gentilezza: Il manipolatore può inviare regali, fare gesti affettuosi o cercare di essere estremamente gentile per convincere l’altro che tiene davvero alla relazione.

5. Minacce o manipolazione emotiva: A volte l’hoovering può assumere forme più aggressive, come minacce velate, manipolazioni emotive (es. minacciare di farsi del male) o tentativi di far sentire l’altro in colpa.

6. Senso di urgenza: Il manipolatore può creare un senso di urgenza, come se ci fosse qualcosa di importante da discutere o risolvere immediatamente, costringendo la vittima a rispondere.

✅Come superare l’hoovering:

1. Riconoscere la manipolazione: Il primo passo è essere consapevoli che si tratta di una tattica manipolativa. Riconoscere l’hoovering per quello che è può aiutare a mantenere il distacco emotivo necessario.

2. Mantenere i confini: È importante mantenere i propri confini saldi. Se hai deciso di porre fine alla relazione, cerca di evitare contatti o di rispondere ai tentativi di riconciliazione, almeno fino a quando non ti senti completamente al sicuro emotivamente.

3. Nessun contatto (No Contact): Una strategia efficace è il “No Contact”, ovvero evitare qualsiasi tipo di comunicazione con la persona manipolativa. Questo include bloccare numeri di telefono, e-mail, social media e qualsiasi altro canale di comunicazione.

4. Supporto esterno: Rivolgersi a amici, familiari o un terapeuta può offrire il supporto emotivo necessario per resistere alla tentazione di ricadere nella relazione.

5. Concentrarsi su sé stessi: Investire tempo ed energie nel proprio benessere, nella propria crescita personale e nelle proprie passioni può aiutare a superare il bisogno di tornare nella relazione.

6. Ricordare il motivo della rottura: Tenere a mente le ragioni che hanno portato alla fine della relazione può aiutare a resistere ai tentativi di hoovering.

➡️Superare l’hoovering richiede forza emotiva e determinazione, ma è fondamentale per proteggere il proprio benessere psicologico e recuperare la propria indipendenza.

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Percorso di Psicoterapia per superare un Amore non Corrisposto

Superare un amore non corrisposto è una sfida emotiva significativa, e un percorso di psicoterapia può essere di grande aiuto per affrontare questo tipo di dolore. Ecco un possibile percorso terapeutico strutturato in diverse fasi:

✅1. Accettazione e consapevolezza
– Esplorazione delle emozioni: In questa fase, il terapeuta ti aiuta a riconoscere e dare un nome alle emozioni che stai provando (tristezza, rabbia, frustrazione, senso di abbandono). L’obiettivo è prendere consapevolezza del tuo stato emotivo senza giudizio.
– Accettazione della realtà: Lavorare sull’accettazione della situazione è essenziale. Il terapeuta ti guiderà nel riconoscere che l’amore non corrisposto è una realtà e che non può essere cambiato. Questo può includere il lavoro su pensieri distorti o idealizzazioni dell’altra persona.

✅2. Elaborazione del lutto
– Lutto per l’amore non realizzato: Superare un amore non corrisposto è simile a elaborare un lutto. Il terapeuta ti aiuterà a processare il dolore della perdita, comprendendo che stai dicendo addio a un sogno e a una speranza, non solo a una persona.
– Espressione delle emozioni: Il terapeuta potrebbe incoraggiarti a esprimere le tue emozioni attraverso diverse modalità, come il diario, l’arte o la terapia di gruppo, per elaborare meglio il lutto.

✅3. Ricostruzione dell’autostima
– Valutazione del sé: È comune che un amore non corrisposto faccia emergere dubbi sulla propria autostima. La terapia si concentrerà sul rafforzamento dell’immagine di sé, lavorando su pensieri negativi e sviluppando un atteggiamento più compassionevole verso te stesso.
– Riconoscere il proprio valore: Attraverso varie tecniche terapeutiche, il terapeuta ti aiuterà a riscoprire le tue qualità e a riconoscere il tuo valore indipendentemente dalla relazione.

✅4. Riorientamento verso il futuro
– Costruzione di nuovi obiettivi: Una volta che il dolore è stato elaborato, il terapeuta ti guiderà nella costruzione di nuovi obiettivi di vita, focalizzandosi su aspetti che ti portano gioia e soddisfazione, come interessi personali, hobby, relazioni con amici e famiglia.
– Apertura a nuove relazioni: Parte del percorso include imparare a riaprirsi all’amore e alle relazioni, con una maggiore consapevolezza dei propri bisogni e confini emotivi.

✅5. Prevenzione delle ricadute
– Sviluppo di strategie di coping: Per evitare ricadute nel pensiero ossessivo o nella sofferenza, il terapeuta ti aiuterà a sviluppare strategie di coping che ti permettano di gestire i momenti di nostalgia o difficoltà emotiva.
– Supporto continuativo: In alcuni casi, un supporto terapeutico continuativo o periodico può essere utile per monitorare i progressi e affrontare eventuali difficoltà che potrebbero emergere in futuro.

✅6. Conclusione e autonomia
– Valutazione dei progressi: Verso la fine del percorso, il terapeuta e il paziente valuteranno insieme i progressi fatti, identificando i cambiamenti positivi e consolidando le nuove competenze acquisite.
– Autonomia emotiva: L’obiettivo finale è che tu possa sentirti più autonomo e sicuro nel gestire le tue emozioni e nel coltivare relazioni sane e soddisfacenti.

Questo percorso è personalizzabile e può essere adattato alle esigenze specifiche di ciascun individuo. L’importante è essere pazienti con sé stessi e aperti al processo di guarigione.

Questo percorso è possibile effettuarlo in presenza presso gli studi del Dottor Roberto Cavaliere Psicoterapeuta in Milano, Roma e Salerno o online tramite sedute in Videochiamata. 

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Percorso di Psicoterapia per superare la Dipendenza Affettiva

Superare la dipendenza affettiva è un percorso complesso e richiede un approccio terapeutico strutturato e personalizzato.

Di seguito è delineato un possibile percorso psicoterapeutico, da me proposto , suddiviso in vari step:

✅1. Valutazione Iniziale
– Anamnesi: Raccolta della storia personale, familiare e relazionale della persona dipendente
– Valutazione della dipendenza: Identificazione della gravità della dipendenza affettiva, delle dinamiche relazionali disfunzionali e degli schemi di pensiero associati.
– Obiettivi terapeutici: Definizione degli obiettivi a breve e lungo termine, in accordo con la persona dipendente

✅2. Presa di Consapevolezza
– Psicoeducazione: Spiegazione della natura della dipendenza affettiva, dei suoi meccanismi e delle conseguenze sul benessere psicologico.
– Identificazione dei pattern: Aiutare a riconoscere i comportamenti e i pensieri che alimentano la dipendenza affettiva, come l’idealizzazione del partner, la paura dell’abbandono e il bisogno di approvazione.

✅3. Lavoro sul Sé
– Rafforzamento dell’autostima: Implementazione di tecniche per sviluppare una migliore autostima e senso di valore personale, indipendente dall’approvazione altrui.
– Autonomia emotiva: Favorire lo sviluppo dell’autonomia emotiva, aiutando la persona dipendente a riconoscere e soddisfare i propri bisogni emotivi senza dipendere dagli altri.
– Resilienza: Lavorare sulla capacità di tollerare l’incertezza e la solitudine, sviluppando strategie per affrontare l’ansia da separazione.

✅4. Elaborazione delle Emozioni
– Gestione delle emozioni: Insegnare tecniche di gestione delle emozioni, come il rilassamento, la mindfulness, o altre tecniche di regolazione emotiva.
– Elaborazione del lutto: Se la persona dipendente sta vivendo la fine di una relazione, è importante affrontare il dolore e il lutto legato alla perdita.

✅5. Modifica dei Comportamenti Disfunzionali
– Ristrutturazione cognitiva: Aiutare a identificare e modificare i pensieri irrazionali e disfunzionali che alimentano la dipendenza affettiva.
– Esposizione graduata: Esposizione graduale a situazioni che normalmente la persona dipendente eviterebbe a causa della dipendenza affettiva, come stare da solo o limitare i contatti con il partner, per ridurre la dipendenza comportamentale.

✅6. Sviluppo di Relazioni Sane
– Costruzione di relazioni equilibrate: Lavorare con chi soffre di dipendenza per sviluppare relazioni basate su rispetto reciproco, autonomia e interdipendenza sana.
– Confini relazionali: Insegnare come stabilire e mantenere confini sani nelle relazioni, evitando la fusione e la co-dipendenza.

✅7. Prevenzione delle Ricadute
– Piano di prevenzione: Creazione di un piano per riconoscere i segnali di allarme e attuare strategie di coping in caso di tentazioni di ricaduta.
– Follow-up: Sessioni di follow-up periodiche per monitorare i progressi, rinforzare le competenze acquisite e intervenire tempestivamente in caso di difficoltà.

✅8. Conclusione del Percorso
– Valutazione finale: Rivedere i progressi raggiunti e consolidare i cambiamenti effettuati.
– Conclusione: Preparare la persona dipendente a terminare la terapia, assicurandosi che si senta sicuro e autonomo nel gestire la propria vita emotiva.

✅9. Sessioni di richiamo: Sessioni di richiamo a intervalli per rinforzare gli apprendimenti e mantenere i risultati nel tempo.

➡️Questo percorso è flessibile e può essere adattato in base alle esigenze specifiche della persona, includendo tecniche e approcci diversi da parte del terapeuta che ritiene utile per il superamento della dipendenza affettiva.

Dottor Roberto Cavaliere Psicoterapeuta. È possibile effettuare tale percorso presso gli Studi professionali in Milano, Roma e Salerno. È Possibile effettuare il percorso anche con sedute tramite videochiamata.

➡️Per info e contatti 3208573502 dotcavaliere@gmail.com

PERCHÉ SI STA IN DUE AMORI DIVERSI ?

In questo passaggio dello scrittore Amado è significativamente descritto lo stare ed il conseguente possibile lacerarsi in due relazioni e/o amori diversi.

Un amore rappresenta la stabilità affettiva, la progettualità e tutte quelle caratteristiche di una coppia stabile e duratura nel tempo.

L’ altro amore rappresenta la componente passionale che spesso nelle coppie stabili viene a mancare del tutto semmai ci fosse mai stata.

Risolvere questo dissidio o convivere con esso deve fare parte di un percorso personale supportati o meno da un aiuto professionale.

“Perché ogni creatura è divisa in due, perché bisogna sempre lacerarsi fra due amori, perché il cuore contiene in una volta sola due sentimenti opposti e contrari? Perché si deve sempre aver bisogno di due amori, perché uno non basta a riempire il cuore? Non posso vivere senza amore, senza il suo amore. Meglio morire con lui. Se non lo avrò vicino a me lo cercherò, piena di disperazione, in tutti gli uomini che mi passeranno davanti, cercherò il sapore della sua bocca in ogni bocca, percorrerò le strade ululando come una lupa affamata. La mia virtù è lui. “

…e non ho che amore da darti, tutte le altre cose delle quali hai bisogno, è lui a dartele: la casa di proprietà, la fedeltà coniugale, il rispetto, l’ordine, la considerazione, la sicurezza. E’ lui a dartele, perché il suo amore è fatto di queste cose nobili (e scoccianti) e tu hai bisogno di tutte queste cose per essere felice. Ma anche del mio amore hai bisogno per essere felice, di questo amore d’impurità, sballato e alla rovescia, impudico e ardente, che ti fa soffrire…
Lui è il tuo volto mattutino, io sono la tua notte.” Jorge Amado, da Dona Flor e i suoi due mariti 

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IL CONTROLLO DEL PARTNER ATTRAVERSO I SOCIAL

Il controllo del partner attraverso i social media può manifestarsi in vari modi e può avere conseguenze dannose per la fiducia e la salute della relazione. Ecco alcuni comportamenti comuni:

1. **Monitoraggio costante**: Controllare regolarmente i profili social del partner per vedere cosa pubblica, chi sono i suoi amici, chi mette “mi piace” o commenta i suoi post.

2. **Accesso alle password**: Chiedere o obbligare il partner a condividere le password dei suoi account social per poter monitorare direttamente le attività online.

3. **Commenti e “mi piace” ossessivi**: Mettere “mi piace” o commentare ogni post del partner per mostrare presenza costante e per tenere traccia delle interazioni.

4. **Gelosia e interrogatori**: Fare domande dettagliate e frequenti sulle interazioni online del partner, come chi è una certa persona che ha messo “mi piace” o commentato un post.

5. **Vietare determinate interazioni**: Proibire al partner di essere amici online con ex, colleghi di lavoro, o altre persone considerate una minaccia.

6. **Richiedere prove**: Chiedere al partner di fornire screenshot delle conversazioni o di dimostrare dove si trova e con chi è attraverso foto o video.

7. **Crittografia delle interazioni**: Utilizzare software o app per tracciare le attività online del partner senza il suo consenso.

8. **Accuse di infedeltà**: Usare le attività sui social come “prove” di infedeltà o mancanza di rispetto, anche quando non ci sono motivi reali per tali accuse.

Questi comportamenti possono erodere la fiducia e il rispetto reciproco, creando un ambiente di controllo e manipolazione. È importante affrontare tali problemi in modo aperto e onesto. Se il controllo diventa eccessivo e invasivo, potrebbe essere utile cercare l’aiuto di un consulente o terapeuta di coppia per migliorare la comunicazione e ristabilire la fiducia nella relazione.

Infine ricorda di imparare a controllare te stesso e non l’altro nelle relazioni 

Dottor Roberto Cavaliere Psicoterapeuta. Studio professionale in Milano, Roma e Salerno. Possibilità di effettuare sedute tramite videochiamata.

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