LE FASI DELLA FINE DI UN AMORE

Tutti noi, almeno una volta nella vita, abbiamo amato e siamo stati male per la fine di un amore. 💔
Proprio come la nascita di un amore, la fine dello stesso è un’esplosione di emozioni, ma in questo caso negative. Passiamo dall’angoscia alla rabbia, per arrivare ad una tristezza malinconica.

Possiamo individuare 5 fasi tipiche dell’elaborazione della fine di un amore:
• Negazione. Il rifiuto della perdita.
• Patteggiamento. Il tentativo di riavere indietro la persona amata.
• Rabbia. Dalla speranza del patteggiamento alla frustrazione del fallimento.
• Depressione. La malinconia nel ricordare il passato con la persona amata ed una sfiducia generale nell’amore e nel futuro.
• Accettazione. La storia è finita, la vita no.

Secondo alcuni ricercatori, queste fasi si sviluppano nell’arco di 3 mesi ed alla fine di questi il peggio è passato. Ovviamente, le differenze soggettive nell’elaborazione della rottura sono tantissime, perciò i tempi e le fasi possono leggermente cambiare da persona a persona.

Per fortuna, nonostante le differenze individuali, questo lutto verrà superato e la storia passata sarà vissuta come un ricordo non angosciante. O almeno quasi sempre è così.
Quando c’è una elaborazione disfunzionale della fine di un amore, il dolore può diventare troppo intenso o durare troppo causando o aumentando possibili disturbi psicologici.

Dottor Leandro Cavaliere Psicologo (Laureato in Neuroscienze) iscrizione OPRC 9704

Studio in Vietri sul Mare (Sa) e Torre Annunziata (Na) ➡️ Possibilità di Consulenze anche tramite video chiamata                           ➡️ Per info e contatti 3341652502 o leandro.cavaliere1@gmail.com

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NON POSSO VIVERE CON TE, NE SENZA DI TE

Il grande poeta romano Ovidio in questi versi che riporto di seguito ben descrive uno dei più frequenti tormenti d’amore il
💔NON POSSO VIVERE CON TE, NE SENZA DI TE💔
Spesso capita nelle relazioni di trovarsi in situazioni in cui se si sta insieme all’altro si sta male per tutta una serie di problematiche individuali o di coppia ma allo stesso tempo se si prova a separarsi si sta ancora più male ed il dolore, la mancanza, l’assenza dell’altro conduce a ritornare a stare insieme.
Ed inizia un andare via ed un ritornare senza fine, logorante e che ad ogni giro lega sempre di più.
La via d’uscita esiste ed è cambiare l’affermazione in ❤️POSSO VIVERE CON TE E SENZA DI TE❤️
Per cambiare l’affermazione serve capire il perché di tale dissidio, quali sono le cause profonde, quali comportamenti sani attuare.
Solo un percorso terapeutico profondo e mirato può aiutare in tal senso.
➡️ Roberto Cavaliere Psicoterapeuta

✅”Lottano tra loro e tirano il mio debole cuore in opposte direzioni l’amore e l’odio ma (penso) vince l’amore.
Ti odierò se potro; altrimenti, ti amerò controvoglia:
anche il toro non ama il giogo che porta, eppure porta il giogo che odia.
Fuggo dalla tua infedeltà, ma mi riporta indietro la tua bellezza; detesto la tua condotta colpevole,ma amo il tuo corpo.
Così non riesco a vivere nè con te nè senza di te,
e mi sembra di non sapere che cosa voglio davvero.
Vorrei che tu fossi meno bella o meno impudica:
una bellezza così incantevole non si accorda con costumi corrotti.
Le tue azioni meritano l’odio, il tuo bel viso induce all’amore:
o me infelice, esso è più potente delle tue colpe!
Rispàrmiami, te ne prego, per i diritti del letto che ci unisce, in nome di tutti gli dèi, che spesso si lasciano ingannare da te, in nome della tua bellezza, che per me ha potere divino, in nome dei tuoi occhi, che hanno conquistato i miei!
Comunque ti comporterai, sarai sempre mia; tu scegli soltanto se vuoi che io ti ami perché anch’io lo desidero, oppure perché vi sono costretto!
Piuttosto alzerei le vele e mi affiderei al soffio dei venti e vorrei una donna che, s’io non volessi, mi costringesse ad amarla.
Publius Ovidius Naso – Amores – 3.11 b

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa). Possibilità anche di effettuare consulenze telefoniche o tramite videochiamata

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

IMPARARE A LASCIARE ANDARE

LASCIALO ANDARE.
Perché se ti dice ti amo ma non lo senti, non c’è niente che tu possa fare.
Non puoi convincerlo, non puoi cambiarlo,
non puoi odiarlo.
Non puoi fare niente.
Devi solo lasciar perdere.
E’ sempre la stessa storia: le parole non bastano.
Non colpevolizzarlo, non offenderlo.
Magari ti ama davvero, ma non sa come fare, non sa cosa fare, non sa come amare.
Non vuole che tu lo aspetti, vuole che tu lo capisca.
E che tu vada via.
Vai via, non dipendere da nessuno,
nemmeno da chi ami così tanto.
Vai via, lascia un buon ricordo, il ricordo di qualcuno che sa andare avanti, sempre, sempre, sempre.
Non volere tutto e subito.
Non accontentarti di qualcosa in meno di “tutto”, però.
Chi ama ha pazienza, è vero, ma a volte la pazienza non è quello che serve.
A volte serve il coraggio di dire basta, con dolcezza, ma basta.

In questo brano della scrittrice Susanna Casciano viene descritto, eloquentemente, il “lasciare andare” pur in presenza di un profondo sentimento.
Ma non è facile “lasciare andare” perché il sentimento profondo che si prova oppone una dura resistenza. Occorre effettuare un percorso interiore profondo quanto il sentimento stesso e, soprattutto, bisogna volerlo veramente.

Dott. Roberto Cavaliere

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LA CARENZA DA NUTRIMENTO NARCISISTICO

La Personalità Narcisistica ha costante bisogno del NUTRIMENTO NARCISISTICO come si potrebbe avere bisogno di acqua e cibo.
Questo tipo di personalità si nutre costantemente, dai suoi partner, di adorazione, ammirazione, approvazione, attenzione e altre forme di nutrimento del proprio io narcisistico.
Quando questo nutrimento viene a mancare o è insufficiente, si instaura una sorte di profondo malessere da carenza narcisistica.
Tale personalità narcisista può diventare depressa,
subire disturbi del sonno come insonnia o ipersonnia, disturbi dell’ alimentazione quali mancanza di appetito o abbuffate.
È spesso disforico (triste ed irritabile) e anedonico (non trova piacere in nulla, compresi i suoi precedenti passatempi, hobby e interessi). È soggetto a violenti sbalzi d’umore (principalmente attacchi di rabbia) e tutti i suoi (visibili e dolorosi) sforzi di autocontrollo falliscono.
Potrebbe ricorrere a dipendenze alternative: alcol, droghe, guida spericolata, shopping sfrenato.
Riconoscere la carenza da nutrimento narcisistico aiuta a comprendere come il partner chiede solo di essere ” nutrito” nella modalità che lui richiede che è assolutamente malsana e sottrae a sua volta nutrimento sano affettivo a chi si presta a concedere e a colludere in tal senso.

Dott. Roberto Cavaliere

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Insistere, lasciare correre o lasciare perdere nella Relazione ?

Nelle nostre Relazioni ci possiamo trovare ad un certo punto a decidere cosa fare, nel caso che si presentino situazioni di disagio Relazionale. Approfondire ciò per prendere consapevolezza sul da farsi e muoversi in base a tale consapevolezza diventa un obbiettivo da perseguire per diminuire e/o eliminare il proprio disagio che, spesso, diventa vera e propria sofferenza.
✅Percorso Breve Psicoterapeutico Mirato a comprendere se nella propria Relazione💙
➡️ è il caso d’ Insistere ,
➡️ è il caso di Lasciare Scorrere
➡️ è il caso di Lasciar Perdere
✅Oltre alla comprensione verranno affrontate le modalità con cui mettere in atto quanto compreso.
✅Il percorso Psicoterapeutico va’ da un minimo di 3 sedute ad un massimo di 10.
✅ Percorso effettuabile negli Studi di Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa) o anche tramite sedute con videochiamata
✅Per info contattare privatamente su fb o al 📱3208573502 Roberto Cavaliere Psicoterapeuta

Chi soffre di Dipendenza Affettiva sta bene solo con chi non Ama

Questo concetto è ben sintetizzato in questa poesia che descrive bene il vissuto opposto rispetto a quello provato nei confronti della persona da cui si dipende affettivamente. Paradossalmente chi soffre di Dipendenza Affettiva riesce a trovare serenità, come in una relazione sana, solo se si lega ad una persona verso cui non prova passione. Sottolineo passione e non amore perché è la dimensione passionale la modalità principale con cui vive la relazione chi è dipendente.

La poesia fornisce un importante spunto di riflessione da sviluppare individualmente o all’interno di una psicoterapia sulla Dipendenza Affettiva come obiettivo terapeutico
Roberto Cavaliere Psicoterapeuta

Devo molto a quelli che non amo.

Il sollievo con cui accetto
che siano più vicini a un altro.

La gioia di non essere io
il lupo dei loro agnelli.

Mi sento in pace con loro
e in libertà con loro,
e questo l’amore non può darlo,
né riesce a toglierlo.

Non li aspetto
dalla porta alla finestra.
Paziente quasi come una meridiana,
capisco ciò che l’amore non capisce,
perdono ciò che l’amore mai perdonerebbe.

Da un incontro a una lettera
passa non un’eternità,
ma solo qualche giorno o settimana.

I viaggi con loro vanno sempre bene,
i concerti sono ascoltati fino in fondo, le cattedrali visitate, i paesaggi nitidi.

E quando ci separano
sette monti e fiumi,
sono monti e fiumi
che trovi su ogni atlante.

È merito loro
se vivo in tre dimensioni,
in uno spazio non lirico e non retorico, con un orizzonte vero, perché mobile.

Loro stessi non sanno
quanto portano nelle mani vuote.

«Non devo loro nulla» –
direbbe l’amore sulla questione aperta.

Wisława Szymborska

Dottor Roberto Cavaliere Psicologo e Psicoterapeuta con studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

Possibilità di effettuare sedute anche tramite video chiamata.

Per info e contatti cavaliere@iltuopsicologo.it o al 3208573502

IL POSSIBILE PENTIMENTO DEL NARCISISTA

Non sono sempre stato buono con lei, anzi, di solito ero un figlio di puttana. La amavo tanto e non sapevo cosa fare. Invece di darle ciò che sentivo, di colmarla di quell’amore aspro, me lo inghiottivo. E’ una cosa che non riesco ancora a capire: il suo amore mi arrivava senza problemi, il mio invece non fluiva verso di lei. Credo che il suo amore reprimesse il mio. Lei e il suo amore formavano una sostanza densa in cui il mio amore e io rimanevamo impantanati, allora diventavo una furia e lei non riusciva a capirlo. L’ho trattata male molte volte perché ero disperato ma l’amavo più della mia stessa vita e quando se n’è andata la mia vita si è spenta.
Quando ho saputo che l’avevo perduta per sempre sono impazzito. Prima che sia trascorso un secondo sarai morto centomila volte, dice un versetto del Corano e io ho dovuto viverlo. Non aveva smesso di amarmi ma il suo amore era malato e non sopportava la mia presenza. Ho visto tutto il dolore nei suoi occhi, tutti i miei tradimenti e le mie bugie, io ero la persona che si frapponeva tra lei e me, il rivale impossibile. Allora, quando ormai era troppo tardi, il mio amore è esploso, il suo amore malato non opponeva resistenza e il mio è andato dritto verso di lei ma lei ormai mi aveva chiuso le porte. E ho dovuto tenermi il mio amore e ci sono state gocce di sangue nel mio silenzio. Lei si è allontanata e io sono entrato nella cella frigorifera, il locale meno accogliente di tutti i manicomi, e non ne sono ancora uscito.
Efraim Medina Reyes
Nel significativo brano riportato sono delineate le possibili riflessioni di un “narcisista pentito” di aver perso la persona amata. Purtroppo questo “pentimento” è una possibilità remota perchè richiederebbe un grado di consapevolezza da parte della personalità narcisista che raramente è presente. Ma la “speranza” che ciò possa avvenire può aiutare nel processo di distacco dalla personalità narcisista, e potrebbe anche avvenire il “miracolo” che quest’ultima possa guarire dal narcisismo.

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LA SINDROME DEL COLIBRI’ NELLE RELAZIONI

“Tu sei come un colibrì perché come il colibrì metti tutta la tua energia nel restare fermo. Settanta battiti d’ali al secondo per rimanere già dove sei. Riesci a fermarti nel mondo e nel tempo, riesci fermare il mondo è il tempo intorno a te, certe volte riesci addirittura anche a risalirlo, il tempo, e a ritrovare quello perduto, così come il colibrì è capace di volare all’indietro.” dal libro “Il Colibrì” di S.Veronesi

I colibrì sono piccoli, coloratissimi uccelli migratori dalle piume iridescenti, così agili da essere in grado di volare a destra, sinistra, su, giù, indietro, e anche a testa in giù. Essi sono anche gli unici uccelli in grado di librarsi sul posto come un elicottero.

In questa sede il colibrì diventa la metafora di una persona che all’interno delle relazioni, sopratutto quelle mal-sane, impiega tutte le sue energie per rimanere ferma, dimostrando, paradossalmente, capacità di resistenza nell’agitarsi pur rimandendo sempre allo stesso posto.

La persona affetta da sindrome del colibrì, pur potendo e volendo volare via, emigrare come fanno i colibrì uccelli, tende a girare intorno alla relazione stessa di tipo mal-sano, come quella con un narcisista o nella dipendenza affettiva. La relazione diventa tutto il mondo ed il tempo intorno a se, come nel brano citato del libro.

Spesso vola all’indietro, a risalire alle cause del proprio modo di porsi nelle relazioni, ma manca la forza di andare avanti. Ma come arriva il momento di emigrare per il vero colibrì, allo stesso tempo arriva un tempo che la personalità colibrì riesce ad andare via dalla relazione malata, perchè ha tutte le risorse per poterlo fare.

Dott. Roberto Cavaliere

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ESSERE UNA “PERSONA SENSIBILE” NELLE RELAZIONI

Essere una persona sensibile vuol dire percepire un tono di voce distante durante una telefonata, riconoscere l’ansia, la paura e la tristezza nella faccia degli altri. Essere sensibile vuol dire fare caso a tutto, e con “tutto” intendo veramente qualsiasi cosa: un fiore sconfitto dal vento, un cane solo, un colore diverso del cielo, un sorriso più sentito, una parola colorata in mezzo a tante parole anonime. Essere sensibili vuol dire vivere dieci, cento, mille vite ogni giorno. Quando sei sensibile non puoi fregartene, farti gli affari tuoi, lasciar perdere. Chi è sensibile, se sa di aver ferito qualcuno si tortura per ore ed ore pensando alla sensazione che gli ha fatto provare. Chi è sensibile dura una fatica immensa. Si dovrebbe aver cura di chi è sensibile, potrebbe morire per una carezza in meno. Susanna Casciani

Il brano riportato della scrittrice Casciani descrive in maniera significativa le caratteristiche di una persona sensibile. Caratteristiche che impattano in maniera forte sia nelle relazioni sane che in quelle mal-sane.

Nelle relazioni sane la “sensibilità” di una dei due componenti la coppia ha un effetto positivo sia sulla coppia stessa che sull’altro componente. Tale sensibilità permette alla coppia di evolvere, di crescere, migliora la comunicazione e permette di superare meglio momenti di crisi.

Al contrario, nelle relazioni malsane tale sensibilità diventa un boomerang per chi la possiede. Nella dipendenza affettiva, nelle relazioni con personalità narcisistiche tale sensibilità crea continue ferite che non hanno tempo neanche il tempo di rimaginarsi che arrivano quelle successive. Diventa, quindi, necessario allontanarsi perchè il dolore diventa insopportabile fino ad arrivare a veri e propri disturbi psicologici.

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LE “DOMANDE” A CUI DEVE RISPONDERE UNA PSICOTERAPIA SULLA DIPENDENZA AFFETTIVA

Un percorso psicoterapeutico finalizzato a superare la dipendenza affettiva deve partire dal rispondere ad una serie di “PERCHE'” per poi passare ai “COME”.

Le domande da porre all’interno della psicoterapia sono le seguenti:

1. Che cosa si vuole veramente dalla persona da cui si dipende ?
2. Perché si viene maltrattata (o si potrebbe anche maltrattare) – dal punto di vista psicologico,
emotivo, economico, fisico e/o sessuale ?
3. Come mai si torna (o si resta) in una relazione malsana nonostante si sia consapevole
della sofferenza che si subisce. ?
4. Perché si ha difficoltà a separarsi definitivamente dal partner ?
5. Perché si continua a scegliere partner sbagliati ?
6. Si vuole veramente superare la propria dipendenza affettiva ?
Come già sottolineato, rispondere a questi “perché” rappresenta un passaggio necessario per il successivo obiettivo terapeutico: i “come” da attuare per superare la dipendenza affettiva.

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