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Esprimere la Rabbia per essere stati lasciati

Esprimere la rabbia per essere stati lasciati può essere un processo delicato, ma ci sono modi costruttivi per farlo:

1. Scrivere: Tenere un diario o scrivere una lettera (che non è necessario inviare) può essere un modo efficace per sfogare le emozioni. Mettere su carta i tuoi pensieri ti aiuta a elaborare ciò che provi.

2. Parlare con qualcuno: Condividere i tuoi sentimenti con un amico fidato o un terapeuta può aiutarti a sentirti compreso e sostenuto.

3. Attività fisica: Fare esercizio fisico, come correre, sollevare pesi o praticare un’arte marziale, può essere un ottimo modo per liberare la tensione accumulata.

4. Arte o Musica: Se hai un lato creativo, dipingere, disegnare, suonare uno strumento o ascoltare musica che rispecchia il tuo stato d’animo può aiutarti a esprimere la tua rabbia.

5. Meditazione e respirazione: Anche se potrebbe sembrare difficile quando sei arrabbiato, pratiche come la meditazione o esercizi di respirazione profonda possono aiutarti a calmarti e riflettere in modo più chiaro.

6. Evitare decisioni impulsive: È importante non agire sulla rabbia facendo cose di cui potresti pentirti, come inviare messaggi pieni di rabbia o fare scelte avventate.

7. Accettazione e Riflessione: Infine, cercare di accettare la situazione e riflettere su ciò che hai imparato dall’esperienza può aiutarti a superare la rabbia e a crescere emotivamente.

Dottor Roberto Cavaliere Psicoterapeuta. Studio professionale in Milano, Roma e Salerno. Possibilità di effettuare sedute tramite videochiamata.

➡️Per info e contatti 3208573502 dotcavaliere@gmail.com

Disturbo dell’ Adattamento dopo fine relazione

Dopo la fine di una relazione può subentrare un disturbo dell’adattamento. Il disturbo dell’adattamento è una risposta emotiva o comportamentale sproporzionata a un evento stressante o a un cambiamento significativo nella vita, come la fine di una relazione.

Quando una persona sperimenta un disturbo dell’adattamento, può avere difficoltà a gestire lo stress legato alla rottura, portando a sintomi come:

– Ansia e preoccupazione costante.
– Tristezza o depressione persistenti.
– Irritabilità o rabbia.
– Difficoltà a concentrarsi.
– Evitamento di situazioni o persone che ricordano la relazione.
– Cambiamenti nel sonno o nell’appetito.
– Problemi nelle relazioni sociali o lavorative.

Questi sintomi di solito si manifestano entro tre mesi dall’evento scatenante e possono durare fino a sei mesi o più, se non trattati. Tuttavia, con il supporto adeguato, come terapia psicologica o counseling, molte persone riescono a superare il disturbo dell’adattamento e a riprendere il normale corso della loro vita.

Dottor Roberto Cavaliere Psicoterapeuta. Studio professionale in Milano, Roma e Salerno. Possibilità di effettuare sedute tramite videochiamata.

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DISFORIA dopo fine di una relazione

Può subentrare una fase disforica dopo la fine di una relazione. La disforia è uno stato emotivo caratterizzato da sentimenti di malessere, insoddisfazione e tristezza intensa. Dopo la fine di una relazione, è comune sperimentare una serie di emozioni negative, tra cui tristezza, ansia, rabbia, senso di vuoto e, in alcuni casi, disforia.

Questa reazione può derivare dalla perdita di una connessione emotiva significativa, dal cambiamento nelle abitudini quotidiane, o dalla difficoltà di adattarsi a una nuova realtà. La disforia può essere più pronunciata se la relazione era lunga o particolarmente importante, o se la fine è avvenuta in modo improvviso o traumatico.

In alcuni casi, la disforia post-rottura può manifestarsi come parte di una depressione più ampia, che richiederebbe un supporto psicologico per essere gestita in modo efficace. Se i sintomi persistono o diventano debilitanti, potrebbe essere utile rivolgersi a un professionista della salute mentale.

Dottor Roberto Cavaliere Psicoterapeuta. Studio professionale in Milano, Roma e Salerno. Possibilità di effettuare sedute tramite videochiamata.

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Il NO CONTACT è utile per far ritornare chi ci ha lasciato ?

Il no contact (assenza di contatto) è una strategia spesso suggerita in situazioni di rottura sentimentale, ma il suo scopo principale non è far tornare l’ex, bensì permettere a chi è stato lasciato di recuperare il proprio equilibrio emotivo e riflettere sulla relazione. Ecco alcuni aspetti da considerare:

✅1. Guarigione personale: La distanza aiuta a ridurre l’attaccamento emotivo, permettendo di rielaborare il dolore e la delusione. Questo spazio è fondamentale per riscoprire se stessi e ricostruire la propria autostima.

✅2. Riduzione dell’ansia: Continuare a cercare chi ci ha lasciato può alimentare sentimenti di ansia, disperazione e rifiuto.     Il no contact interrompe questo ciclo, permettendo di affrontare meglio la situazione.

✅3. Chiarezza e riflessione: Durante il periodo di no contact, si ha il tempo per riflettere sulla relazione, valutare se era davvero ciò che si desiderava e capire se è il caso di provare a ricucire o andare avanti.

✅4. Effetto su chi ci ha lasciato: Anche se non è garantito, il no contact può innescare in chi ci ha lasciato un processo di riflessione. L’assenza potrebbe fargli rivalutare la decisione presa, ma questo non è sempre il caso.

✅5. Non una manipolazione: Il no contact non dovrebbe essere usato come strumento di manipolazione per far tornare qualcuno. Se l’altra persona ha scelto di andarsene, è importante rispettare la sua decisione. Usare il no contact per cercare di costringerla a tornare può portare a risultati temporanei o insoddisfacenti.

➡️In sintesi, il no contact è più utile per la propria guarigione emotiva che per far ritornare qualcuno. Se l’altra persona desidera davvero tornare, lo farà di propria iniziativa, non perché costretta o manipolata dalla mancanza di contatto.

Dottor Roberto Cavaliere Psicoterapeuta. Studio professionale in Milano, Roma e Salerno. Possibilità di effettuare sedute tramite videochiamata.

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LE FASI DELLA FINE DI UN AMORE

Tutti noi, almeno una volta nella vita, abbiamo amato e siamo stati male per la fine di un amore. 💔
Proprio come la nascita di un amore, la fine dello stesso è un’esplosione di emozioni, ma in questo caso negative. Passiamo dall’angoscia alla rabbia, per arrivare ad una tristezza malinconica.

Possiamo individuare 5 fasi tipiche dell’elaborazione della fine di un amore:
• Negazione. Il rifiuto della perdita.
• Patteggiamento. Il tentativo di riavere indietro la persona amata.
• Rabbia. Dalla speranza del patteggiamento alla frustrazione del fallimento.
• Depressione. La malinconia nel ricordare il passato con la persona amata ed una sfiducia generale nell’amore e nel futuro.
• Accettazione. La storia è finita, la vita no.

Secondo alcuni ricercatori, queste fasi si sviluppano nell’arco di 3 mesi ed alla fine di questi il peggio è passato. Ovviamente, le differenze soggettive nell’elaborazione della rottura sono tantissime, perciò i tempi e le fasi possono leggermente cambiare da persona a persona.

Per fortuna, nonostante le differenze individuali, questo lutto verrà superato e la storia passata sarà vissuta come un ricordo non angosciante. O almeno quasi sempre è così.
Quando c’è una elaborazione disfunzionale della fine di un amore, il dolore può diventare troppo intenso o durare troppo causando o aumentando possibili disturbi psicologici.

Dottor Leandro Cavaliere Psicologo (Laureato in Neuroscienze) iscrizione OPRC 9704

Studio in Vietri sul Mare (Sa) e Torre Annunziata (Na) ➡️ Possibilità di Consulenze anche tramite video chiamata                           ➡️ Per info e contatti 3341652502 o leandro.cavaliere1@gmail.com

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IMPARARE A LASCIARE ANDARE

LASCIALO ANDARE.
Perché se ti dice ti amo ma non lo senti, non c’è niente che tu possa fare.
Non puoi convincerlo, non puoi cambiarlo,
non puoi odiarlo.
Non puoi fare niente.
Devi solo lasciar perdere.
E’ sempre la stessa storia: le parole non bastano.
Non colpevolizzarlo, non offenderlo.
Magari ti ama davvero, ma non sa come fare, non sa cosa fare, non sa come amare.
Non vuole che tu lo aspetti, vuole che tu lo capisca.
E che tu vada via.
Vai via, non dipendere da nessuno,
nemmeno da chi ami così tanto.
Vai via, lascia un buon ricordo, il ricordo di qualcuno che sa andare avanti, sempre, sempre, sempre.
Non volere tutto e subito.
Non accontentarti di qualcosa in meno di “tutto”, però.
Chi ama ha pazienza, è vero, ma a volte la pazienza non è quello che serve.
A volte serve il coraggio di dire basta, con dolcezza, ma basta.

In questo brano della scrittrice Susanna Casciano viene descritto, eloquentemente, il “lasciare andare” pur in presenza di un profondo sentimento.
Ma non è facile “lasciare andare” perché il sentimento profondo che si prova oppone una dura resistenza. Occorre effettuare un percorso interiore profondo quanto il sentimento stesso e, soprattutto, bisogna volerlo veramente.

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa). Possibilità anche di effettuare consulenze telefoniche o tramite videochiamata

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

IL POSSIBILE PENTIMENTO DEL NARCISISTA

Non sono sempre stato buono con lei, anzi, di solito ero un figlio di puttana. La amavo tanto e non sapevo cosa fare. Invece di darle ciò che sentivo, di colmarla di quell’amore aspro, me lo inghiottivo. E’ una cosa che non riesco ancora a capire: il suo amore mi arrivava senza problemi, il mio invece non fluiva verso di lei. Credo che il suo amore reprimesse il mio. Lei e il suo amore formavano una sostanza densa in cui il mio amore e io rimanevamo impantanati, allora diventavo una furia e lei non riusciva a capirlo. L’ho trattata male molte volte perché ero disperato ma l’amavo più della mia stessa vita e quando se n’è andata la mia vita si è spenta.
Quando ho saputo che l’avevo perduta per sempre sono impazzito. Prima che sia trascorso un secondo sarai morto centomila volte, dice un versetto del Corano e io ho dovuto viverlo. Non aveva smesso di amarmi ma il suo amore era malato e non sopportava la mia presenza. Ho visto tutto il dolore nei suoi occhi, tutti i miei tradimenti e le mie bugie, io ero la persona che si frapponeva tra lei e me, il rivale impossibile. Allora, quando ormai era troppo tardi, il mio amore è esploso, il suo amore malato non opponeva resistenza e il mio è andato dritto verso di lei ma lei ormai mi aveva chiuso le porte. E ho dovuto tenermi il mio amore e ci sono state gocce di sangue nel mio silenzio. Lei si è allontanata e io sono entrato nella cella frigorifera, il locale meno accogliente di tutti i manicomi, e non ne sono ancora uscito.
Efraim Medina Reyes
Nel significativo brano riportato sono delineate le possibili riflessioni di un “narcisista pentito” di aver perso la persona amata. Purtroppo questo “pentimento” è una possibilità remota perchè richiederebbe un grado di consapevolezza da parte della personalità narcisista che raramente è presente. Ma la “speranza” che ciò possa avvenire può aiutare nel processo di distacco dalla personalità narcisista, e potrebbe anche avvenire il “miracolo” che quest’ultima possa guarire dal narcisismo.

Dott. Roberto Cavaliere

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LASCIAR ANDARE VIA

Perché se ti dice ti amo ma non lo senti, non c’è niente che tu possa fare.
Non puoi convincerlo, non puoi cambiarlo,
non puoi odiarlo.
Non puoi fare niente.
Devi solo lasciar perdere.
E’ sempre la stessa storia: le parole non bastano.
Non colpevolizzarlo, non offenderlo.
Magari ti ama davvero, ma non sa come fare, non sa cosa fare, non sa come amare.
Non vuole che tu lo aspetti, vuole che tu lo capisca.
E che tu vada via.
Vai via, non dipendere da nessuno,
nemmeno da chi ami così tanto.
Vai via, lascia un buon ricordo, il ricordo di qualcuno che sa andare avanti, sempre, sempre, sempre.
Non volere tutto e subito.
Non accontentarti di qualcosa in meno di “tutto”, però.
Chi ama ha pazienza, è vero, ma a volte la pazienza non è quello che serve.
A volte serve il coraggio di dire basta, con dolcezza, ma basta.
In questo brano della scrittrice Susanna Casciano viene descritto, eloquentemente, il “lasciare andare” pur in presenza di un profondo sentimento.
Ma non è facile “lasciare andare” perché il sentimento profondo che si prova oppone una dura resistenza. Occorre effettuare un percorso interiore profondo quanto il sentimento stesso e, soprattutto, bisogna volerlo veramente.

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

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I 2 PERCHE’ DELLA FINE DI UN AMORE

Quando finisce un amore , sopratutto se avviene in maniera improvvisa e si è dalla parte di chi ha subito la fine, inizia il processo doloroso dell’elaborazione del lutto

Elaborazione della fine della relazione che è accompagnata dalla presenza di 2 PERCHE’: un Perchè Esclamativo !!! ed un Perchè Interrogativo ???

Il Perchè Esclamativo !!! è inerente alla rabbia ed al dolore che accompagna la fine della relazione, la perdita della persona amata. E’ l’esclamazione del grido interiore che chiede perchè sia finita senza porre domande, finalizzato solo ad esprimere gli stati d’animo e le emozioni provate.

A questo segue un Perchè Interrogativo ??? che pone domande che pretendono risposte. Ciò avviene perchè si ha la speranza che trovando risposte si possa recuperare la relazione o sentire meno dolore, rabbia, sensi di colpa. Il voler dare una logica a ciò che spesso non ha logica. A dare una volontà a cio che non dipende dalla nostra volontà, ma da una volonta altrui.

E’ normale che all’inizio della fine dell’amore ci sia la presenza di entrambi i Perchè, ma man mano, entrambi, debbono attenuarsi con una velocità maggiore per il Perchè interrogativo ???

Per quale motivo il Perchè Interrogativo ??? deve attenuarsi più velocemente ? La risposta è insita nel fatto che il porsi troppe domande con la pretesa di trovare risposte alimenta il circolo del dolore e della rabbia. Non solo porta a rimurginare e ad avere maggiori dubbi su quello che è successo, ma li dove si trovassero anche delle risposte, quest’ultime portebbero una pace temporanea, perchè si ripartirebbe con nuove domande in un circolo senza fine di domande e risposte che alimenta a sua volta dolore e rabbia. Si potrebbe avere lo sviluppo anche di esiti ossessivi.

Individualmente e/o con strumenti terapeutici adeguati e mirati bisogna agire sul Perchè Interrogativo ??? al fine di elaborarlo e porvi fine il più presto possibile, mentre lasciar fluire naturalmente il Perchè Eslamativo !!! che è il perchè sano ai fine del superamento del lutto.

TRE STRATEGIE “SCIENTIFICHE” PER SUPERARE LA FINE DI UN AMORE

Dei ricercatori americani hanno provato a elaborare strategie per superare la fine di una relazione, testandole su alcue persone che erano state lasciate da pocoo r lo studio è stato pubblicato sul Journal of Experimental Psychology.

L’obiettivo della ricerca era capire quale tecnica fosse più efficace per “curare” il mal d’amore. Alla sperimentazione ha partecipato un gruppo di 24 persone di età compresa tra 20 e 37 anni, che aveva appena chiuso una relazione durata in media due anni e mezzo. Tutti avevano un elemento in comune: erano ancora innamorati del loro ex partner.

I ricercatori hanno dato ai candidati tre strategie:

la prima strategia era quella di pensare intensamente a qualcosa di fastidioso che faceva abitualmente il proprio ex, anche senella fase di distacco si è portati a pensare che si amavano anche i difetti.

la seconda strategia– detta di rivalutazione dell’amore – consisteva nell’accettare i propri sentimenti, senza giudicarli. Per farlo occorreva ripetersi come fosse un mantra che “è lecito amare qualcuno, anche se non si è più ricambiati”.

La terza strategia cognitivo comportamentale è (forse) la più comune: la distrazione. Ai candidati era suggerito di lasciar vagare la mente pensando a qualcosa di gratificante: una musica, un cibo o un’emozione.

Mentre i candidati sperimentavano le tre strategie i ricercatori hanno mostrato a ognuno la foto dell’ex sottoponendo il candidato a un encefalogramma (EEG): l’obiettivo era valutare l’intensità delle emozioni provate e il fascino esercitato dall’immagine.

I risultati hanno rivelato che in tutti e tre i casi gli innamorati provavano emozioni meno intense. Con alcune differenze. Chi pensava ai difetti del proprio ex era di cattivo umore, ma alla vista della foto risultava decisamente meno innamorato del solito. E secondo gli studiosi è proprio questo il rimedio più efficace nel lungo termine per rialzarsi da una batosta sentimentale.

Per avere un po’ di buonumore nell’immediato la strategia migliore è risultata però quella della distrazione. O meglio: i candidati continuavano a sentirsi innamoratissimi del loro ex partner… ma con il sorriso sulle labbra!

La rivalutazione dell’amore invece non ha mostrato alcun effetto né sull’amore né sull’umore. In compenso ha ridotto complessivamente l’intensità delle emozioni provate.

Dott. Roberto Cavaliere

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