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LA RELAZIONE TRA PERSONALITA’ BORDERLINE E PERSONALITA’ NARCISISTA

Le personalità narcisista e borderline possono provare attrazione reciproca.
L’attrazione viene attivata dal carattere distante del narcisista che aiuta a non innescare la paura dell’abbandono del borderline.
A sua volta il narcisista è attratto dalla seduzione ed adulazione iniziale (a volte anche in seguito) del borderline.
Il tutto sfocia in un rincorrersi a vicenda e in un’altalena della relazione.

In questa altalena la personalità borderline tende maggiormente a soffrire perchè si vive tutta l’anafettività del narcisista. Il narcisista, dal suo canto, si vive la rabbia tipica del bordeline per non essere accettato ed amato come vorrebbe. E’ una sorta di “occhio per occhio, dente per dente” seppur con modalità diverse.

Il tutto sfocia in una relazione altamente distruttiva per entrambi se la stessa relazione dura nel tempo.

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa).

Possibilità di effettuare anche consulenze telefoniche o via Skype

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavaliere@iltuopsicologo.it

L’ATTACCO AL LEGAME

L’attacco al legame è una modalità che viene messa in atto all’interno di una relazione da parte di uno dei due partner.
Se uno dei due partner presenta forti tratti di ambivalenza affettiva (come i borderline o i bipolari) oscilla costantemente fra il ‘ti amo’ ed il ‘ti odio’, fra idealizzazione e svalutazione dell’altro e della relazione. Inoltre tale partner ha una profonda paura di legarsi perchè ha paura di soffrire se la relazione dovesse finire.
Ed ecco che periodicamente attacca il legame per non legarsi troppo, per evitare di amare, per non soffrire, sortendo gli effetti opposti a quelli prefissi. Infatti più ‘attacca’ e più si lega, più soffre, più aumenta la sua paura della separazione. Tutto questo si riverbera sull’altro partner che subisce l’attacco in maniera speculare. Diventa necessario prendere atto di tale modalità relazionale al fine di poterla superare.

Il seguente brano parla in maniera molto eloquente dell’attacco al legame

“Non sono sempre stato buono con lei, anzi, di solito ero un figlio di puttana. La amavo tanto e non sapevo cosa fare. Invece di darle ciò che sentivo, di colmarla di quell’amore aspro, me lo inghiottivo. E’ una cosa che non riesco ancora a capire: il suo amore mi arrivava senza problemi, il mio invece non fluiva verso di lei. Credo che il suo amore reprimesse il mio. Lei e il suo amore formavano una sostanza densa in cui il mio amore e io rimanevamo impantanati, allora diventavo una furia e lei non riusciva a capirlo. L’ho trattata male molte volte perché ero disperato ma l’amavo più della mia stessa vita e quando se n’è andata la mia vita si è spenta.
Quando ho saputo che l’avevo perduta per sempre sono impazzito. Prima che sia trascorso un secondo sarai morto centomila volte, dice un versetto del Corano e io ho dovuto viverlo. Non aveva smesso di amarmi ma il suo amore era malato e non sopportava la mia presenza. Ho visto tutto il dolore nei suoi occhi, tutti i miei tradimenti e le mie bugie, io ero la persona che si frapponeva tra lei e me, il rivale impossibile. Allora, quando ormai era troppo tardi, il mio amore è esploso, il suo amore malato non opponeva resistenza e il mio è andato dritto verso di lei ma lei ormai mi aveva chiuso le porte. E ho dovuto tenermi il mio amore e ci sono state gocce di sangue nel mio silenzio. Lei si è allontanata e io sono entrato nella cella frigorifera, il locale meno accogliente di tutti i manicomi, e non ne sono ancora uscito.” Efraim Medina Reyes

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

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IL PARTNER MANIPOLATORE

La figura del partner manipolatore è ricorrente nelle situazioni di dipendenza affettiva. Tale figura, generalmente, è la persona con cui lega il dipendente affettivo ma, spesso, anche quest’ultimo è manipolatore.

Passiamo a vedere quali sono le caratteristiche del partner manipolatore:

  1. • Tende a sminuire l’altro come persona
  2. • Cerca di sminuire i suoi successi
  3. • Spesso umilia l’altro in pubblico
  4. • Contraddice in continuazione
  5. • Tende a criticare l’aspetto fisico del partner
  6. • Tende a criticare il suo abbigliamento
  7. • In una discussione fa di tutto perché si accetti la sua opinione
  8. • Racconta spesso bugie
  9. • Recita spesso la parte della vittima
  10. • Adula per ottenere ciò che vuole
  11. • Usa nei confronti del partner l’arma della colpevolizzazione
  12. • Tende a delegittimare il partner nel ruolo genitoriale
  13. • Manipola la realtà a suo favore
  14. • Spesso è aggressivo verbalmente (insulti, parolacce, minacce)
  15. • Spesso è’ aggressivo nei comportamenti
  16. • È eccessivamente protettivo
  17. • Controlla ogni azione del partner
  18. • È geloso senza motivo
  19. • Porta la sua gelosia all’estremo
  20. • Cerca di allontanare il partner dalle sue amicizie e parentele
  21. • Cerca di limitare i movimenti esterni del partner
  22. • Boicotta gli interessi personali del partner
  23. • Vuole coinvolgere l’altro nei suoi interessi personali
  24. • Tende a controllare le finanze personali del partner e quelle di coppia
  25. • Tende ad attuare una coercizione sessuale nei confronti del partner (rapporti intimi non desiderati)
  26. • Pressa ad effettuare pratiche sessuali che il partner non approva

 

Tale elenco di caratteristiche del partner manipolatore è lungi dall’essere esaustivo e potrebbe essere completato con caratteristiche specifiche di ogni individuo e/o coppia.

Inoltre il partner manipolatore presenta, generalmente, tali situazioni specifiche del suo passato affettivo e relazionale: –

  1. • E’ stato vittima d’abusi di qualsiasi tipo nell’infanzia
  2. • Ha subito abusi in età adulta
  3. • La relazione tra i suoi genitori era simile a quella che tende ad instaurare col proprio partner
  4. • Ha abusato e/o abusa di alcool, droghe e quant’altro
  5. • Ha un temperamento aggressivo.

In presenza di un partner manipolatore s’innesta nella coppia un meccanismo di reciproco cambiamento. Il partner manipolatore attraverso le sue modalità vuole indurre un cambiamento nell’altro partner. Quest’ultimo, spesso ignaro di tale manipolazione, spera che il partner manipolatore col tempo cambi modalità di relazionarsi. In tale ‘attesa’ subentra un meccanismo d’assefuazione tipico delle relazioni manipolative, per cui in virtù di tale meccanismo si finisce col cambiare.

Roberto Cavaliere

RELAZIONE CON UN BORDERLINE

Il disturbo bordeline di personalità è secondo il DSM IV un disturbo di personalità, cioè un disagio che investe le aree più importanti della vita di una persona, essendo insito nella personalità del paziente. E’ un disturbo molto diffuso, circa il 3% della popolazione ne soffre, con prevalenza nel sesso femminile e si sviluppa generalmente nell’infanzia o in adolescenza con un decorso solitamente cronico.
E’ soprattutto la la dimensione affettivo relazionale di chi ne è affetto ad esserne investita. Infatti i bordeline non riescono a stabilire rapporti affettivi profondi e stabili nel tempo, a causa di una mancanza d’identità che li spinge a creare rapporti problematici e distruttivi, soprattutto per chi entra in contatto con loro.
Nel soggetto bordeline l’immagine di sè varia rapidamente, con continui e repentini cambiamenti dei loro valori, delle aspirazioni, degli obiettivi che si pongono. I progetti di lavoro, i partners e gli amici che scelgono, persino la loro identità sessuale possono essere diversi nel corso della stessa giornata. Il loro tratto distintivo è l’impulsività: spendono molto, cambiano spesso partner sessuale, di frequente abusano di sostanze stupefacenti, giocano d’azzardo, guidano in maniera spericolata, ingeriscono grandi quantità di cibo, manifestano una rabbia intensa e immotivata che li spinge a coinvolgersi in litigi di vario tipo. Il tutto per colmare un’enorme voragine, un sentimento di vuoto senza tregua a cui non riescono a dare un senso. Fra gli atti estremi si può essere anche il suicidio.
A questo disturbo si associano spesso problematiche di ansia, instabilità dell’umore che va dal depresso al maniacale, timori ipocondriaci e, in situazioni di particolare stress emotivo. Possono essere presenti anche sintomi psicotici transitori, quali deliri paranoidi o idee bizzarre e inusuali.
Ma come già detto è soprattutto l’aspetto relazionale a risentirne maggiormente di tale disturbo. Chi stabilisce una relazione intima con un borderline, sia esso un amico, un partner o un genitore, vengono trascinati in un vortice di emozioni contrastanti che oscillano tra la rabbia e il senso di colpa, in un continuo circolo vizioso difficile da chiudere.
Da premettere che il borderline non si rende conto delle sue modalità inaccettabili e del male che sta facendo alla persona cara. Quasi sempre, non è consapevole di avere un problema.
Un borderline sceglie solitamente le persone a cui legarsi tra quelle più fragili, o molto legate a loro da vincoli di affetto (la madre, una persona che li ama); quindi li attira a sè: può sedurli mostrandosi molto amorevole, dimostrando sentimenti esagerati che non prova, drammatizza eventi e aspetti della sua vita al fine di manipolare chi gli si avvicina, cambia repentinamente umore e opinioni.
Quando un’altra persona si lega a lui, il borderline lo idealizza e lo fa sentire l’essere più importante del mondo; contemporaneamente gli fa il vuoto intorno, allontanando tutte le persone significative per l’altro in modo da tenerlo solo per lui, anche con la menzogna e l’inganno. Già nei primi incontri il borderline fa al partner richieste assurde: gli chiede di trascorrere molto tempo insieme, di fare cose e progetti destinate a coppie di lunga data. E l’altro, inizialmente gratificato dall’adorazione che riceve dal borderline, cade nella rete. Quando poi comincia a vedere le prime incongruenze e si ribella, incontra la protesta del borderline che continuando a manipolarlo lo fa sentire talmente in colpa da spingere l’altro a tornare sui suoi passi e a biasmarsi. Dall’idealizzazione il borderline passa alla svalutazione più estrema: la minima disattenzione del partner spinge il paziente ad accusare l’altro di trascurarlo, di non essere abbastanza presente, di averlo abbandonato. Così per il partner del borderline, s’instaura un’altalena di sentimenti che lo fa dondolare tra la rabbia e il senso di colpa, sempre più isolato dagli altri e incapace di uscire dalla trappola: è la co-dipendenza.
Il borderline farebbe di tutto per evitare l’abbandono, perchè sente che non può tenersi in piedi senza una persona cara che si prenda cura di lui. Sono gli altri a dare senso alla sua vita. Se il partner di un borderline paventa una separazione anche breve il borderline manifesta un’angoscia devastante o un furore disperato, fino a minacciare o a mettere in atto comportamenti eteroaggressivi o autoaggressivi come farsi del male in vario modo o tentativi di suicidio. Vivere sereni con un borderline è pressochè impossibile: il partner dovrebbe essere a disposizione sempre, non criticarlo mai e sottostare a regole rigide e inaccettabili. In poche parole dovrebbe imparare a “camminare sulle uova”. Manifestano infatti scarsa empatia, non considerando che l’altro può avere come loro dei bisogni o dei problemi.
E’ possibile uscire da tale relazione malata solo prendendo consapevolezza da parte sia del bordeline che di chi lo subisce che nella loro relazione è presente un ‘terzo’ che è la patologia descritta. Dopo tale consapevolezza è possibile intraprendere una terapia individuale e/o di coppia.
Dott. Roberto Cavaliere 

AMORE O UMORE ?

Quante relazioni, sopratutto quelle con soggetti bipolari, borderline o ambivalenti affettivi, sono caratterizzati dal tono dell’umore piuttosto che dal sentimento dell’amore.
In soggetti bipolari, ciclotimici o anche apparentemente normali il sentimento dell’amore segue l’umore piuttosto che prescindere da quest’ultimo.
Se l’umore è su ecco che l’amore diventa vivo, s’accende, si esalta da solo.
Se l’umore è giù precipita anche l’amore, quasi scompare ed addirittura nelle fasi maggiormente depressive si arriva a pensare anche alla separazione.
Di riflesso anche l’umore della persona che è soggetta agli sbalzi d’umore ne risente. Il suo sentimento d’amore rimane costante ma il suo umore segue l’umore dell’altro in perfetta replica.
Purtroppo, come tutto quello che è ambivalente o che oscilla, questi alti e bassi dell’umore legano ancora più l’alto in un legame d’attaccamento di tipo quasi patologico che rende difficile una naturale e legittima presa di distanza ed un eventuale separazione.
Roberto Cavaliere Psicoterapeuta

Psicologo e Psicoterapeuta in Milano, Roma, Napoli e Salerno

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