Articoli

VIOLENZA NELLA COPPIA

Tratto dal thread “vi racconto la mia storia….”

Autore: Virna

Argomento: violenza nella coppia

Selezione a cura di Carlotta Onali

 

Ciao a tutti, ho 30 anni. vi racconto la mia storia perchè spero sia d’aiuto e di speranza a tutti quelli che come me hanno subito o subiscono ancora violenze psicologiche o fisiche, perchè oltre a queste righe ci sia un messaggio che anche nelle giornate sterili e disperate un seme può fiorire.
ho 30 anni, lui l’ho conosciuto a 19 perchè era venuto a studiare nella mia città. amore bellissimo, travolgente, di quelli che per anni ti baci e senti dentro “le farfalle” che borbottano, che lo sogni tutte le notti e ti svegli col sorriso sapendo che poi lo vedrai… poi.. poi il tracollo. la mia famiglia di origine si sfascia, nel giro di tre mesi mi ritrovo orfana di padre, stroncato da un tumore, e con una madre invalidata da un ictus. e lui al mio fianco, un pò più oscuro, più nervoso, fino al suo ricovero in ospedale per esaurimento nervoso. andiamo a vivere assieme, facciamo il “grande passo” e mi sembrava di essere felice, ma poco a poco le cose peggiorano. sempre più nervoso e distante, capita che mi insulta per la fiamma del gas troppo alta, perchè gli sposto le cose… non che si litiga o si discute, mi sento insultare, dare della stupida, della superficiale.. si alza la voce per un nonnulla, all’inizio rispondo, poi inizio a far parte di questo gioco, poco alla volta le discussioni si fanno più accese, lui non lavora, non è nella sua città, io ho una mamma alla quale dedicare certe attenzioni… l’alcool entra prepotentemente nella sua vita, due o tre bottiglie prima di birra poi di vino al giorno, ogni volta che provo a farlo smettere sono nomi e “sono io l’essere inferiore invidioso della sua vita rock and roll”. non si decideva a trovare lavoro, avevamo perso tutti gli amici..tre anni fa le prime botte, eravamo in montagna a cuocere della carne alla brace e allo squillo del mio telefonino ha preso dei sassi, 4 o 5, grandi come una mano, e me li ha lanciati urlandomi che mia madre non doveva disturbarci in montagna. all’inizio credevo fosse un episodio sporadico, volevo dimenticare e godermi quei mesi di pace e serenità che sarebbero seguiti, pensando che se mi fossi comportata bene non ce ne sarebbero stati più. forse nel mio inconscio speravo anche di “cambiarlo”, di renderlo mite come l’avevo conosciuto. un anno dopo, dopo una serata tranquilla ad ascoltare musica, mentre mi apprestavo a dormire .. ha iniziato a prendermi a calci, a insultarmi in ogni modo, a darmi degli schiaffi urlandomi dietro che non mi potevo permettere di addormentarmi senza il suo consenso, perchè lui era ancora li che ascoltava musica e io l’avevo abbandonato. quando sei dentro a certi meccanismi, non è facile come per chi legge capire le cose, quando giorno dopo giorno e per anni sei abituata a certe cose, come dire, ci fai il callo, l’amore diventa ossessione, morbosità, paura, fobia, essere succube dell’altro e infine giustificare certe azioni. quella sera prese una bottiglia cercando di spaccarmela in testa, mi mise le mani sul collo, la bava alla bocca, e io urlavo se potevo, altrimenti tacevo in silenzio, io non so quant’è durato quel raptus, in quei momenti mi sentivo come spettatrice, la paura mi paralizzava e una parte di me diceva non stà succedendo davvero… sangue, sangue caldo da dietro la testa, poi il suono del citofono, i carabinieri allarmati da qualche vicino che probabilmente aveva sentito le mie urla, o la mia testa contro il muro.. poco importa.. ad ogni modo la salvezza. voi direte… ma poi l’hai lasciato? no, non ancora, dopo due settimane durante le quali mi sono fatta negare ho ceduto alla mia debolezza, ancora una volta sono stata debole, non mi sono amata come avrei dovuto, e sono tornata da lui, che era in un mare di lacrime, forse pentito, sicuramente mi sono fatta impietosire dallo stato in cui si era ridotto in mia assenza. un’altro anno c’è voluto prima che lo lasciassi, un altro anno di insulti, schiaffi, isolamento dal resto del mondo (solo andando da mia madre o a lavorare mi distraevo) e quel che fa più male quella minaccia psicologia, quel sottile stato di continua tensione, quel fino a qui tutto bene…. ma anche quell’ossessione che se me ne fossi andata mi sarei sentita in colpa di averlo abbandonato, quell’intestardirmi sul pensiero di amare che in realtà era un gioco morboso in cui ero vittima e carnefice, incapace di liberarmene e succube della situazione. una volta si arrabbiò con me perchè entrai in un pub a chiedere se avevano un bagno, e si ruppe una mano dal pugno violento che diede contro a un cartello stradale mentre mi urlava che ero una stupida a chiedere le cose, ad essere gentile.. un’altra volta alzò le mani anche contro mia madre facendola cadere, per fortuna su un letto, e dovemmo passare la notte io e mia madre chiuse a chiave in camera con la paura che lui, nella stanza a fianco, tornasse a darci il resto delle botte. quest’estate, di ritorno da un concerto, l’ennesima crisi, un raptus in autostrada mentre guidavo, all’improvviso ha iniziato a darmi dei pugni forti in testa. ho accostato, sono scappata, ho chiamato la polizia. pronto soccorso, prognosi di 7 giorni per trauma celebrale…- lei signorina lo vuole denunciare? – -no, ha dei disturbi, sicuramente è solo perchè ha bevuto troppo- iniziai a soffrire di attacchi di panico, all’improvviso il respiro si faceva convulso e il cuore mi saliva alla gola, iniziavo a urlare, a piangere, a sbattere la mia testa contro a un muro. poi a settembre, la liberazione. l’ho lasciato. ho sofferto della lontananza, si, ho perso 5 kg in meno di un mese. come prima cosa mi sono rivolta a un istituto di igiene mentale spiegando degli attacchi di panico, dell’apatia che avevo addosso, raccontando la mia storia a una psicologa e uno psichiatra che mi seguono tutt’ora. che dire… finchè non raggiungi il fondo, ma proprio il fondo, non te ne accorgi, e forse a volte non serve neanche quello. ad ogni modo ora è aprile e sono qui, e capita sempre più spesso che sono serena. di notte lo sogno, a volte, che mi mette le mani addosso o mi dice che torna e non mi lascia più, e io nel sogno mi sento soffocare, inizio a piangere. anche stanotte l’ho sognato, era dolce e premuroso come i primi anni e poi mentre mi baciava mi stringeva sempre più forte il collo…
e continuo a ricevere telefonate anonime, e so che lui è stato ricoverato in condizioni pessime e con ricovero obbligatorio in psichiatria, minaccia di uccidermi una volta uscito, a me sembra di vivere un incubo senza fine perchè più cerco di rifarmi una vita più so che lui è ancora ossessionato da me, e spero solo che i medici che lo hanno in cura si rendano conto della situazione e della pericolosità del soggetto.
che dire ancora? sul perchè io abbia voluto subire, sui meccanismi celebrali, ci stò lavorando, sulla qualità della vita ora non ne ho dubbi, anche se con molte cicatrici e qualche ferita aperta sono io, con la mia integrità, e voglio vivere. ho conosciuto un ragazzo qualche mese fa, ed è stato colpo di fulmine, ci conoscevamo già da qualche anno, ma eravamo entrambi alle prese con relazioni infelici. sto vivendo un rapporto sereno e alla pari, lui sa tutto del mio passato e mi appoggia e ogni mattina mi sorride solo perchè è contento che al mondo ci sono anch’io, senza pretese ma semplicemente amandomi. progettiamo un futuro assieme, senza fretta, passo a passo e nel completo rispetto uno dell’altro, sono felice, e come me anche voi lo sarete, ne sono certa.
un abbraccio.

Virna

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

GELOSIA E VIOLENZE

DISCUSSIONE SUL TEMA “GELOSIA E VIOLENZE” TRATTA DAL FORUM

 

Salve, sono Marina. Spero di potere trovare aiuto da voi. Ho da due anni e mezzo una storia d’amore con un uomo sposato. Io sono divorziata e non ho igli. Lui ha da sempre tradito la moglie e, per questo, non mi sono sentita n colpa ad avere questa storia con lui. La moglie non l’avrebbe mai lasciata: “lei ERA VERGINE” e con lei nessuno MAI l’avrebbe deriso. Dopo tanto tempo che ero sola, lui mi ha fatta sentire di nuovo donna: desiderata, amata. Ma da subito ha iniziato a trattarmi male, con disprezzo: divorziata=donnaccia. Mi ha sempre ricoperto di insulti. Ha visto me, come io non sono mai stata. Per la strada ho dovuto camminare con gli occhi bassi, altrimenti vedeva che mi scambiavo sguardi ammiccanti con tutti gli uomini. E per lui è una vergogna camminare vicino a me. Infatti lui avanti di 5 metri e io dietro. Non ho potuto più frequentare i miei amici: impossibile che non avessi rapporti sessuali con loro!!! Chiunque… più piccoli o più grandi di me. Chi poteva venirmi figlio o chi fosse da sempre amico come un fratello. Non c’è stato un giorno in cui non mi abbia insultata e in cui non abbiamo litigato per questo. E poi tante parole d’amore e tanta tanta presenza. Poi ha iniziato a picchiarmi. Adesso siamo alla quarta volta. Mi sono sempre ribellata: con le parole, con i gesti, ho dato spiegazioni per fargli capire che sbagliava, l’ho lasciato…. ma ci sono sempre ritornata. Mi cerca e mi ricerca e io non sono mai riuscita a tenere la posizione di smetterla con lui. Non posso andare da una psicologa.

Adesso è un momento particolare. Dopo le ultime botte, perchè ho ricevuto una telefonata da mio padre ma lui non ha creduto fosse così, mi ha picchiata ancora. E da giovedì passato non gli rispondo più al telefono.

Viene sotto casa mia: citofona in continuazione, telefona senza sosta. E io ho paura di cedere ancora. Sì ho paura. Se appena appena dovessi mollare e sentirlo, credo che mi farei convincere a ricominciare. Non so come e cosa fare e dove sbattere la testa. Qualcuno può aiutarmi? Grazie. Marina

 

Ciao Marina, benvenuta nel forum. Il momento che stai attraversando è sicuramente durissimo e dolorosissimo. Mi rendo conto che quando per tanto tempo si subiscono comportamenti così lesivi della propria autostima, una reazione non è facile. A volte dall’esterno sembra facile dire banalmente “ciò che ti ha fatto è intollerabile: lascialo e se viene sotto casa denuncialo ecc…”. In realtà non è affatto facile. Proprio i lunghi periodi in cui si è subito un così forte condizionamento mentale, che poi addirittura nel tuo caso è sfociato nella violenza anche fisica di questi ultimi episodi, possono mortificare tantissimo e indebolire la propria volontà, diminuendo fortemente la propria capacità critica e di reazione. Il tuo ricadere con quest’uomo probabilmente è frutto di questa debolezza che nel tempo si è insinuata in te. Ma non solo. Dici che hai iniziato con lui perchè da tempo ti sentivi sola e lui ti ha fatta sentire (anche) amata di nuovo e importante. Sono le nostre ferite interiori che spesso ci condannano a subire legami sentimentali che di amore non hanno più niente, in concreto, ma portano con se l’illusione d’amore che all’inizio ci ha conquistato. Quando non abbiamo abbastanza amore in noi e per noi stessi, rischiamo sempre di cercare conferme d’amore dall’esterno. Così il tuo lui si è fatto strada dentro di te facendoti sentire meno sola. E lo spazio che poi ha preso con quella gelosia ossessiva è solo una conseguenza. A volte ci amano in modo mal sano, ma inconsciamente riteniamo forse che quello sia l’unico amore che ci è possibile ricevere, o forse per qualche ferita passata inconsciamente sentiamo di non essere degne di qualcosa di meglio.. E le botte sono il finale di un crescendo di svilimento della nostra persona. Io non so quale sia, nel tuo caso, la ferita interiore a cui rispondi accettando tutto ciò. E so che hai paura di ricadere perchè oggi ti senti debole più che mai. Ti vorrei solo chiedere perchè dici di non poterti rivolgere ad uno psicologo… E poi ti vorrei dire che qualsiasi forma di violenza NON E’ E NON PUò ESSERE AMORE. LUI NON TI VUOLE BENE IN MODO SANO E POSITIVO E BELLO PER TE. Ti basti pensare che la violenza fisica ed anche quella psicologica sono reati perseguibili penalmente… Perchè sono comportamente che oggettivamente sono sbagliati e lesivi della sfera personale altrui… Non è possibile conciliare amore con violenza, credimi… Rapporti come questo sono invece solo fonte di disperazione e rischiano di essere davvero lesivi non solo fisicamente della tua persona, ma anche e soprattutto del tuo equilibrio psicologico. So che richiede tanta forza, ma vedo che già hai trovato quella necessaria a non rispondergli e credimi nella tua condizione E’ TANTISSIMO!!! Occorre però che tu ti rafforzi ancora e sinceramente in questo caso vedo un sostegno psicologico come un passo necessario, altrimenti in ogni caso rivolgiti anche a qualcuno di cui tu abbia fiducia e che possa sostenerti. RIcominciare con lui non è la strada per sentirti amata. TI sentirai molto più amata quando ti riapproprierai della tua libertà e della tua vita, perchè sarà l’amore per te stessa che avvertirai e che non ha bisogno di niente dall’esterno ma basta a se stesso. Ricominciare con lui significa vivere una cosa che nel tuo sogno o nei tuoi ricordi somiglia ad amore MA NON E’ AMORE.. DAVVERO MARINA CREDIMI, sono rapporti malati e tanto tanto dannosi.. COntinua a resistergli più che puoi e rivolgiti ad un aiuto esterno, da sola è ancora più dura. TI abbraccio forte e fammi sapere come va!

 

Ciao Marti, sono qui anche io per dirti anzi tutto che non sei sola e sei una persona che assolutamente merita una vita serena e bella. La violenza indebolisce e strappa via dal cuore l’autostima. Ti fa sentire schiacciata e piano piano a livello inconscio ti fa scattare una sensazione di non valere. Invece tu vali e anche tanto. E il fatto che stai cercando comunque aiuto, a partire da questo forum, significa che il tuo cuore è forte e ha voglia di vivere. Questo è un dono preziosissimo da cui partire: la tua voglia di vivere e tornare a sorridere. C’è un modo d’amare ed essere amata, soprattutto, che ti meriti: bello, positivo, che dona e non toglie, che arricchisce e non ferisce, che ti rende LIBERA E NON SCHIAVA… Esiste. Troppo tempo passato a subire ti ha piegata tanto, e si finisce con l’avere una percezione della realtà lontana e debole. Ma c’è. Parti da qui. Parti da quegli indirizzi che ti sono stati dati e sappi che al giorno d’oggi quel genere di centri è davvero in grado di tutelarti e sostenerti. E intanto ogni volta che ti senti male, se ti va butta fuori tutti qui nel forum. Anche sfogarsi e trovare una parola di chi capisce cosa stai passando, non risolverà purtroppo la tua situazione, ma di certo di farà sentire meno sola.. Ti abbraccio forte

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

VIOLENZA NELLA COPPIA

Tratto dal thread “vi racconto la mia storia….”

Autore: Virna

Argomento: violenza nella coppia

Selezione a cura di Carlotta Onali

 

Ciao a tutti, ho 30 anni. vi racconto la mia storia perchè spero sia d’aiuto e di speranza a tutti quelli che come me hanno subito o subiscono ancora violenze psicologiche o fisiche, perchè oltre a queste righe ci sia un messaggio che anche nelle giornate sterili e disperate un seme può fiorire.
ho 30 anni, lui l’ho conosciuto a 19 perchè era venuto a studiare nella mia città. amore bellissimo, travolgente, di quelli che per anni ti baci e senti dentro “le farfalle” che borbottano, che lo sogni tutte le notti e ti svegli col sorriso sapendo che poi lo vedrai… poi.. poi il tracollo. la mia famiglia di origine si sfascia, nel giro di tre mesi mi ritrovo orfana di padre, stroncato da un tumore, e con una madre invalidata da un ictus. e lui al mio fianco, un pò più oscuro, più nervoso, fino al suo ricovero in ospedale per esaurimento nervoso. andiamo a vivere assieme, facciamo il “grande passo” e mi sembrava di essere felice, ma poco a poco le cose peggiorano. sempre più nervoso e distante, capita che mi insulta per la fiamma del gas troppo alta, perchè gli sposto le cose… non che si litiga o si discute, mi sento insultare, dare della stupida, della superficiale.. si alza la voce per un nonnulla, all’inizio rispondo, poi inizio a far parte di questo gioco, poco alla volta le discussioni si fanno più accese, lui non lavora, non è nella sua città, io ho una mamma alla quale dedicare certe attenzioni… l’alcool entra prepotentemente nella sua vita, due o tre bottiglie prima di birra poi di vino al giorno, ogni volta che provo a farlo smettere sono nomi e “sono io l’essere inferiore invidioso della sua vita rock and roll”. non si decideva a trovare lavoro, avevamo perso tutti gli amici..tre anni fa le prime botte, eravamo in montagna a cuocere della carne alla brace e allo squillo del mio telefonino ha preso dei sassi, 4 o 5, grandi come una mano, e me li ha lanciati urlandomi che mia madre non doveva disturbarci in montagna. all’inizio credevo fosse un episodio sporadico, volevo dimenticare e godermi quei mesi di pace e serenità che sarebbero seguiti, pensando che se mi fossi comportata bene non ce ne sarebbero stati più. forse nel mio inconscio speravo anche di “cambiarlo”, di renderlo mite come l’avevo conosciuto. un anno dopo, dopo una serata tranquilla ad ascoltare musica, mentre mi apprestavo a dormire .. ha iniziato a prendermi a calci, a insultarmi in ogni modo, a darmi degli schiaffi urlandomi dietro che non mi potevo permettere di addormentarmi senza il suo consenso, perchè lui era ancora li che ascoltava musica e io l’avevo abbandonato. quando sei dentro a certi meccanismi, non è facile come per chi legge capire le cose, quando giorno dopo giorno e per anni sei abituata a certe cose, come dire, ci fai il callo, l’amore diventa ossessione, morbosità, paura, fobia, essere succube dell’altro e infine giustificare certe azioni. quella sera prese una bottiglia cercando di spaccarmela in testa, mi mise le mani sul collo, la bava alla bocca, e io urlavo se potevo, altrimenti tacevo in silenzio, io non so quant’è durato quel raptus, in quei momenti mi sentivo come spettatrice, la paura mi paralizzava e una parte di me diceva non stà succedendo davvero… sangue, sangue caldo da dietro la testa, poi il suono del citofono, i carabinieri allarmati da qualche vicino che probabilmente aveva sentito le mie urla, o la mia testa contro il muro.. poco importa.. ad ogni modo la salvezza. voi direte… ma poi l’hai lasciato? no, non ancora, dopo due settimane durante le quali mi sono fatta negare ho ceduto alla mia debolezza, ancora una volta sono stata debole, non mi sono amata come avrei dovuto, e sono tornata da lui, che era in un mare di lacrime, forse pentito, sicuramente mi sono fatta impietosire dallo stato in cui si era ridotto in mia assenza. un’altro anno c’è voluto prima che lo lasciassi, un altro anno di insulti, schiaffi, isolamento dal resto del mondo (solo andando da mia madre o a lavorare mi distraevo) e quel che fa più male quella minaccia psicologia, quel sottile stato di continua tensione, quel fino a qui tutto bene…. ma anche quell’ossessione che se me ne fossi andata mi sarei sentita in colpa di averlo abbandonato, quell’intestardirmi sul pensiero di amare che in realtà era un gioco morboso in cui ero vittima e carnefice, incapace di liberarmene e succube della situazione. una volta si arrabbiò con me perchè entrai in un pub a chiedere se avevano un bagno, e si ruppe una mano dal pugno violento che diede contro a un cartello stradale mentre mi urlava che ero una stupida a chiedere le cose, ad essere gentile.. un’altra volta alzò le mani anche contro mia madre facendola cadere, per fortuna su un letto, e dovemmo passare la notte io e mia madre chiuse a chiave in camera con la paura che lui, nella stanza a fianco, tornasse a darci il resto delle botte. quest’estate, di ritorno da un concerto, l’ennesima crisi, un raptus in autostrada mentre guidavo, all’improvviso ha iniziato a darmi dei pugni forti in testa. ho accostato, sono scappata, ho chiamato la polizia. pronto soccorso, prognosi di 7 giorni per trauma celebrale…- lei signorina lo vuole denunciare? – -no, ha dei disturbi, sicuramente è solo perchè ha bevuto troppo- iniziai a soffrire di attacchi di panico, all’improvviso il respiro si faceva convulso e il cuore mi saliva alla gola, iniziavo a urlare, a piangere, a sbattere la mia testa contro a un muro. poi a settembre, la liberazione. l’ho lasciato. ho sofferto della lontananza, si, ho perso 5 kg in meno di un mese. come prima cosa mi sono rivolta a un istituto di igiene mentale spiegando degli attacchi di panico, dell’apatia che avevo addosso, raccontando la mia storia a una psicologa e uno psichiatra che mi seguono tutt’ora. che dire… finchè non raggiungi il fondo, ma proprio il fondo, non te ne accorgi, e forse a volte non serve neanche quello. ad ogni modo ora è aprile e sono qui, e capita sempre più spesso che sono serena. di notte lo sogno, a volte, che mi mette le mani addosso o mi dice che torna e non mi lascia più, e io nel sogno mi sento soffocare, inizio a piangere. anche stanotte l’ho sognato, era dolce e premuroso come i primi anni e poi mentre mi baciava mi stringeva sempre più forte il collo…
e continuo a ricevere telefonate anonime, e so che lui è stato ricoverato in condizioni pessime e con ricovero obbligatorio in psichiatria, minaccia di uccidermi una volta uscito, a me sembra di vivere un incubo senza fine perchè più cerco di rifarmi una vita più so che lui è ancora ossessionato da me, e spero solo che i medici che lo hanno in cura si rendano conto della situazione e della pericolosità del soggetto.
che dire ancora? sul perchè io abbia voluto subire, sui meccanismi celebrali, ci stò lavorando, sulla qualità della vita ora non ne ho dubbi, anche se con molte cicatrici e qualche ferita aperta sono io, con la mia integrità, e voglio vivere. ho conosciuto un ragazzo qualche mese fa, ed è stato colpo di fulmine, ci conoscevamo già da qualche anno, ma eravamo entrambi alle prese con relazioni infelici. sto vivendo un rapporto sereno e alla pari, lui sa tutto del mio passato e mi appoggia e ogni mattina mi sorride solo perchè è contento che al mondo ci sono anch’io, senza pretese ma semplicemente amandomi. progettiamo un futuro assieme, senza fretta, passo a passo e nel completo rispetto uno dell’altro, sono felice, e come me anche voi lo sarete, ne sono certa.
un abbraccio.

Virna

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

GELOSIA E VIOLENZE

DISCUSSIONE SUL TEMA “GELOSIA E VIOLENZE” TRATTA DAL FORUM

 

Salve, sono Marina. Spero di potere trovare aiuto da voi. Ho da due anni e mezzo una storia d’amore con un uomo sposato. Io sono divorziata e non ho igli. Lui ha da sempre tradito la moglie e, per questo, non mi sono sentita n colpa ad avere questa storia con lui. La moglie non l’avrebbe mai lasciata: “lei ERA VERGINE” e con lei nessuno MAI l’avrebbe deriso. Dopo tanto tempo che ero sola, lui mi ha fatta sentire di nuovo donna: desiderata, amata. Ma da subito ha iniziato a trattarmi male, con disprezzo: divorziata=donnaccia. Mi ha sempre ricoperto di insulti. Ha visto me, come io non sono mai stata. Per la strada ho dovuto camminare con gli occhi bassi, altrimenti vedeva che mi scambiavo sguardi ammiccanti con tutti gli uomini. E per lui è una vergogna camminare vicino a me. Infatti lui avanti di 5 metri e io dietro. Non ho potuto più frequentare i miei amici: impossibile che non avessi rapporti sessuali con loro!!! Chiunque… più piccoli o più grandi di me. Chi poteva venirmi figlio o chi fosse da sempre amico come un fratello. Non c’è stato un giorno in cui non mi abbia insultata e in cui non abbiamo litigato per questo. E poi tante parole d’amore e tanta tanta presenza. Poi ha iniziato a picchiarmi. Adesso siamo alla quarta volta. Mi sono sempre ribellata: con le parole, con i gesti, ho dato spiegazioni per fargli capire che sbagliava, l’ho lasciato…. ma ci sono sempre ritornata. Mi cerca e mi ricerca e io non sono mai riuscita a tenere la posizione di smetterla con lui. Non posso andare da una psicologa.

Adesso è un momento particolare. Dopo le ultime botte, perchè ho ricevuto una telefonata da mio padre ma lui non ha creduto fosse così, mi ha picchiata ancora. E da giovedì passato non gli rispondo più al telefono.

Viene sotto casa mia: citofona in continuazione, telefona senza sosta. E io ho paura di cedere ancora. Sì ho paura. Se appena appena dovessi mollare e sentirlo, credo che mi farei convincere a ricominciare. Non so come e cosa fare e dove sbattere la testa. Qualcuno può aiutarmi? Grazie. Marina

 

Ciao Marina, benvenuta nel forum. Il momento che stai attraversando è sicuramente durissimo e dolorosissimo. Mi rendo conto che quando per tanto tempo si subiscono comportamenti così lesivi della propria autostima, una reazione non è facile. A volte dall’esterno sembra facile dire banalmente “ciò che ti ha fatto è intollerabile: lascialo e se viene sotto casa denuncialo ecc…”. In realtà non è affatto facile. Proprio i lunghi periodi in cui si è subito un così forte condizionamento mentale, che poi addirittura nel tuo caso è sfociato nella violenza anche fisica di questi ultimi episodi, possono mortificare tantissimo e indebolire la propria volontà, diminuendo fortemente la propria capacità critica e di reazione. Il tuo ricadere con quest’uomo probabilmente è frutto di questa debolezza che nel tempo si è insinuata in te. Ma non solo. Dici che hai iniziato con lui perchè da tempo ti sentivi sola e lui ti ha fatta sentire (anche) amata di nuovo e importante. Sono le nostre ferite interiori che spesso ci condannano a subire legami sentimentali che di amore non hanno più niente, in concreto, ma portano con se l’illusione d’amore che all’inizio ci ha conquistato. Quando non abbiamo abbastanza amore in noi e per noi stessi, rischiamo sempre di cercare conferme d’amore dall’esterno. Così il tuo lui si è fatto strada dentro di te facendoti sentire meno sola. E lo spazio che poi ha preso con quella gelosia ossessiva è solo una conseguenza. A volte ci amano in modo mal sano, ma inconsciamente riteniamo forse che quello sia l’unico amore che ci è possibile ricevere, o forse per qualche ferita passata inconsciamente sentiamo di non essere degne di qualcosa di meglio.. E le botte sono il finale di un crescendo di svilimento della nostra persona. Io non so quale sia, nel tuo caso, la ferita interiore a cui rispondi accettando tutto ciò. E so che hai paura di ricadere perchè oggi ti senti debole più che mai. Ti vorrei solo chiedere perchè dici di non poterti rivolgere ad uno psicologo… E poi ti vorrei dire che qualsiasi forma di violenza NON E’ E NON PUò ESSERE AMORE. LUI NON TI VUOLE BENE IN MODO SANO E POSITIVO E BELLO PER TE. Ti basti pensare che la violenza fisica ed anche quella psicologica sono reati perseguibili penalmente… Perchè sono comportamente che oggettivamente sono sbagliati e lesivi della sfera personale altrui… Non è possibile conciliare amore con violenza, credimi… Rapporti come questo sono invece solo fonte di disperazione e rischiano di essere davvero lesivi non solo fisicamente della tua persona, ma anche e soprattutto del tuo equilibrio psicologico. So che richiede tanta forza, ma vedo che già hai trovato quella necessaria a non rispondergli e credimi nella tua condizione E’ TANTISSIMO!!! Occorre però che tu ti rafforzi ancora e sinceramente in questo caso vedo un sostegno psicologico come un passo necessario, altrimenti in ogni caso rivolgiti anche a qualcuno di cui tu abbia fiducia e che possa sostenerti. RIcominciare con lui non è la strada per sentirti amata. TI sentirai molto più amata quando ti riapproprierai della tua libertà e della tua vita, perchè sarà l’amore per te stessa che avvertirai e che non ha bisogno di niente dall’esterno ma basta a se stesso. Ricominciare con lui significa vivere una cosa che nel tuo sogno o nei tuoi ricordi somiglia ad amore MA NON E’ AMORE.. DAVVERO MARINA CREDIMI, sono rapporti malati e tanto tanto dannosi.. COntinua a resistergli più che puoi e rivolgiti ad un aiuto esterno, da sola è ancora più dura. TI abbraccio forte e fammi sapere come va!

 

Ciao Marti, sono qui anche io per dirti anzi tutto che non sei sola e sei una persona che assolutamente merita una vita serena e bella. La violenza indebolisce e strappa via dal cuore l’autostima. Ti fa sentire schiacciata e piano piano a livello inconscio ti fa scattare una sensazione di non valere. Invece tu vali e anche tanto. E il fatto che stai cercando comunque aiuto, a partire da questo forum, significa che il tuo cuore è forte e ha voglia di vivere. Questo è un dono preziosissimo da cui partire: la tua voglia di vivere e tornare a sorridere. C’è un modo d’amare ed essere amata, soprattutto, che ti meriti: bello, positivo, che dona e non toglie, che arricchisce e non ferisce, che ti rende LIBERA E NON SCHIAVA… Esiste. Troppo tempo passato a subire ti ha piegata tanto, e si finisce con l’avere una percezione della realtà lontana e debole. Ma c’è. Parti da qui. Parti da quegli indirizzi che ti sono stati dati e sappi che al giorno d’oggi quel genere di centri è davvero in grado di tutelarti e sostenerti. E intanto ogni volta che ti senti male, se ti va butta fuori tutti qui nel forum. Anche sfogarsi e trovare una parola di chi capisce cosa stai passando, non risolverà purtroppo la tua situazione, ma di certo di farà sentire meno sola.. Ti abbraccio forte

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

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per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it