BULIMIA SESSUALE

Di norma, alla fine dell’attacco di fame il bulimico vomita quasi tutto quanto ha ingerito ed è quindi in grado di conservare pressochè inalterato il proprio peso. Una donna bulimica appare perfetta, severa, arrogante, fredda, distaccata…non è facile avvicinarsi a lei. E’ un tipo razionale, giudizioso, cerebrale, una persona dalla quale non si vorrebbe essere giudicati. Nessuno sospetterebbe che lei, la perfetta, si rimpinza fino a non poterne più e poi vomita. E’ il suo segreto e per nulla al mondo lo rivelerebbe. Tale segreto la rende intimamente sola, in quanto è qualcosa che non può condividere. Esteriormente appare forte, ma come sia dentro nessuno lo sa.
La donna bulimica accetta solo la propria immagine perfetta e rifiuta il vero Io, che quasi nemmeno conosce e di cui teme il manifestarsi. Nei suoi attacchi incoercibili di fame si impone questa parte diversa, sconosciuta, che è lontana dalle sue pretese di perfezione e che bisogna rendere innocua. La donna bulimica concede troppo poco spazio alla propria vera personalità, che quindi deve trovare uno sbocco a livello fisico. Ciò che le manca a livello cosciente è l’accettazione di sé, la capacità di fare posto al proprio vero Io. Tratto da “Donne che mangiano troppo” di Renate

Sempre più spesso si parla di ragazze e donne che in maniera compulsiva ricercano sesso all’interno di relazioni sopratutto occasionali.
Fenomeno che definirei Bulimia Sessuale, perchè presenta le tipiche caratteristiche della bulimia (secondo il DSM IV):
Ricorrenti abbuffate. Una abbuffata è caratterizzata da entrambi le condizioni seguenti:
mangiare in un definito periodo di tempo (ad es. un periodo di due ore), una quantità di cibo significativamente maggiore di quello che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso tempo ed in circostanze simili.
Sensazione di perdere il controllo durante l’episodio (ad es. sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o a controllare cosa e quanto si sta mangiando).
Ricorrenti ed inappropriate condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso, come vomito autoindotto, abuso di lassativi, diuretici, enteroclismi o altri farmaci, digiuno o esercizio fisico eccessivo.
I livelli di autostima sono indebitamente influenzati dalla forma e dal peso corporei.
Sostituiamo in questa definizione la parola cibo con sesso e l’analogia è evidente:
1. nel caso della classica bulimia ci si abbuffa di cibo, nel caso della bulimia sessuale, ci si abbuffa di sesso;
2. si è compulsivi nel ricercare il cibo, si è compulsivi nel ricercare sesso;
3. come non si gusta il cibo, così non si gusta il sesso;
4. si perde il controllo nel mangiare, si perde il controllo nel fare sesso;
5. entrambe le forme di bulimia sono finalizzate a contenere un disagio psicologico molto profondo.
I soggetti principali sono:
1. adolescenti che entrano in competizione colle coetanee sul numero di ragazzi che risacono a portare a letto;
2. donne che nella costante paura di trovare l’uomo sbagliato, si rifiutano alla fine di cercare quello giusto;
3. donne profondamente ferite in amore che cercano di tamponare tale dolore ricercando rapporti sessuali occasionali alla stregua di un antidepressivo.
Le conseguenze della bulimia sessuale sono fisiche e psicologiche.
Quelle fisiche sono:
1. gravidanze indesiderate;
2. la possibilità di contrarre malattie a trasmissione sessuale;
3. lo sviluppo di altri coportamenti autolesionistici (quale tagliarsi).
Quelle psicologiche sono:
1. calo dell’autostima;
2. stato depressivo post rapporto sessuale;
3. maggiore incapacità ad entrare in una relazione anche affettivamente:
Ricercare rapporti sessuali occasionali porta a una valutazione completamente sbagliata del proprio io: nessuna bellezza fuori forse, ma nemmeno dentro. Queste ragazze e donne diventano brutte dentro, agli occhi di se stesse. Non riescono a fidarsi del proprio io, non vogliono credere di poter essere “brave” anche affettivamente e non solo a letto. E come in una risposta ossessivo-compulsiva (spesso è associata al doc disturbo ossessivo-compulsivo) o come in un circolo vizioso, se preferite, si buttano sempre più nelle relazioni senza controllo, senza dignità, senza orgoglio, ma sopratutto senza anima.
Bisogna chiedersi cosa spinge una ragazza o una donna intelligente a non capire dove sta il confine tra l’ appagamento sano e anche occasionale di istinti fisici e affettivi, e il buttarsi via come essere umano. Sicuramente al fondo c’è un dolore profondo che và individuato, che và compreso, ma sopratutto rispettato. Rispettando il proprio dolore, ci si rispetta anche come persona.
Dott. Roberto Cavaliere
Psicologo, Psicoterapeuta
per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email: cavalierer@iltuopsicologo.it
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TESTIMONIANZE
BULIMIA SESSUALE ? Chi cazzo sei? Mi permetto di iniziare così. Sono turbata, arrabbiata, angosciata… ho appena letto “bulimia sessuale” ( http://www.maldamore.it/bulimia_sessuale.htm ) e mi sento piuttosto male… Mi sono chiesta “Chi cazzo è questo? Come sa tutte queste cose?” non dovrebbero essere così ovvie, tantomeno così frequenti, mi offende l’idea che possano essere frequenti, non mi piace pensarlo. Ho avuto la sensazione che qualcuno scrivesse i fatti miei su internet, mi sono sentita tradita. Razionalmente so che è stupido, e mi scuso per essermi espressa in questo tono, non è nei miei modi, ma sto scrivendo sull’onda del momento, e lo trovavo doveroso… comunicarti (mi viene spontaneo anche darti del tu, non so perché. Tu magari sì, quest’ipotesi mi irrita pure) le emozioni che hai generato con quanto hai scritto, senza censure, senza fronzoli. Non so dove voglio andare a parare… volevo solo dirti che “qualcuno” ha letto quanto hai scritto e che ha fatto un certo effetto… Non mi piace il paragone con la bulimia… i primi paragrafi li ho trovati stupidi, irritanti, ma via via che leggevo ho iniziato a star male. Non mi piacciono i termini che usi, tutti quei termini dispregiativi, come se facessi qualcosa di orribile, che mi rende brutta… faccio quel che faccio per gli altri, solo perché mi vogliano bene quanto ne voglio io. Ognuno ha le sue capacità da sfruttare, io ho le mie, le sfrutto, perché questo dovrebbe rendermi una brutta persona? Cioè, lo sono, e lo so, mi sento una brutta persona, ma è un prezzo da pagare per essere una bella persona agli occhi degli altri, per essere speciale. Non mi piace che tu usi quei termini… Trovo anche che verti su dei luoghi comuni ed altre cose, onestamente in alcuni casi è sicuramente giusto, ma è qualcosa di stupido… io non sono più una ragazzina, ma mai l’ho fatto per quelle ragioni… sono in cura da diversi anni, ho avuto diverse depressioni ed altr problemi, ma prendere coscienza delle cose non sempre basta. In alcuni casi si è così e basta, sono una brutta persona forse, una troia sicuramente. E non è questo il problema, il problema è soffrire perché la gente mi fa sentire colpevole di ciò che faccio… Ho scritto un sacco… non so nemmeno perché. Solo che nessuno mi aveva mai comunicato in questo modo… non so che dire, né che voglio ripeto. Grazie per l’attenzione.
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Ho visto che hai pubblicato la mia mail… “Testimonianza”. Fa sentire un po’ un caso clinico, un reperto da laboratorio. Non che non ci sia abituata, in più di dieci anni di analisi, terapie e quant’altro ci si fa il callo, per quanto non sia mai gradevole sentirsi dire frasi come “Vorrei che parlassi della questione anche con un mio collega, un luminare, avrebbe sicuramente molto interesse nell’avere a che fare con un caso come il tuo, ovviamente senza bisogno di pagare.”. Ad ogni modo non intendo chiederti di togliere quella mail, che non nego mi compiaccia sotto sotto, in una maniera perversa, come potrai capire, del resto, egocentrismo ed esibizionismo mi appartengono. Per quel che mi riguarda potrai pubblicare anche questa se lo riterrai utile, magari togliendo eventuali riferimenti personali. Ad ogni modo adesso volevo solo scrivere un paio di appunti, a freddo. Ponderatamente. Ho ripetuto più volte, nella precedente mail, che non sapevo perché ti scrivevo – continuo a darti del tu – adesso lo so. In realtà è alquanto ovvio: Come ti ho scritto non mi piacciono i “toni” della tua pubblicazione. Questo sentirmi additata come “brutta persona”, quando invece tutto ciò che faccio lo faccio proprio per evitare di venir vista in questo modo. Quindi ti ho scritto perché nasceva spontaneo il desiderio di riscattarmi, di manifestarti, in qualsiasi modo, che non è così. Che io non sono una brutta persona. In realtà lo sono, ci sono persone a cui tengo che hanno sofferto a causa mia, ed il senso di colpa è terribile, ma se non fosse per questo, forse, potrebbero stare bene. Sono una ragazza intelligente, colta, sensibile e penso proprio di poter dire che sono davvero molto bella. Non mi piace l’idea di venir catalogata secondo qualche luogo comune, quindi lo puntualizzo. Ho molti interessi, anche se devo riconoscere che, probabilmente, nessuna delle cose che ho fatto, a cui mi sono interessata, l’ho fatte per passione… non credo di aver mai fatto niente per me. I miei interessi perdono d’importanza rapidamente quando la mia vita si scontra con gli altri, a quel punto sono i loro che contano. Credo che potrei stare a parlare per ore di calcio, o di religione, di filosofia o di moda… suono, canto – niente di speciale, sono incostante – e ho fatto sfilate, ma tendo sempre a nascondere quelle che sono le mie vere passioni, che magari vedo come “strane” e temo che potrebbero dare un’idea sbagliata, o negativa, di me. Curo la mia cultura e le mie capacità dialettiche per casi come questo, una situazione in cui non posso succhiartelo, ma sento comunque il desiderio di colpirti, in qualche modo. Trovo che quanto hai scritto sia un po’ troppo semplicistico e frutto di un’ottica maschile, che non riesce fino in fondo a cogliere certe sfumature. Certi bisogni. Non è una questione di – come tu hai scritto – mettersi in mostra con le altre. È una questione di sentirsi speciali… desiderate… cercate. Gli uomini, fin da giovani, iniziano a predicare questo “culto della figa”, con inneggiamenti tipo “viva la figa e chi la da” e cose del genere. Parlano sempre di quest’argomento, e di quanto sia bello poter trovare una ragazza che si offre senza far storie. Come se quella fosse la cosa più importante nella vita. Questa “divinizzazione della troia”. Quindi io posso dirti che poter pensare… sentire di essere *quella troia* a cui il popolo inneggia… fa star bene, fa sentire importanti. Questo è davvero sbagliato? Per quale ottica moralista e convenzionale questo dovrebbe essere così sbagliato? Certo, ci sono le malattie… ma io non faccio altro che offrire tutto ciò che posso. Cerco la mia affermazione con i mezzi che ho a disposizione, e non ci sono affatto cattive intenzioni in questo, sono una ragazza molto ingenua e molto buona, mai potrei volere il male di qualcuno, io desidero solo essere cercata, voluta, non essere sola. Ci sono momenti in cui ti senti sola, in cui magari hai deluso qualcuno, o qualche progetto è andato storto, ed allora non c’è niente di più bello di far godere un uomo. Di vederlo guardarti con quegli occhi, come se tu fossi il miracolo della sua vita. È meraviglioso sapere che per quanto le cose possano andar male sei comunque capace di far godere qualcuno in modi in cui le altre non riescono. Di rendere con un piccolo sforzo la sua giornata migliore, degna di venir ricordata, di diventare speciale ai suoi occhi. Che c’è di male in questo? Quali che siano i rischi, perché non dovrebbero venir corsi? Persone che hann servito sono passate alla storia come eroi. Chi si è sacrificato per servire la patria, o il proprio re, o la propria fede, o altro. E vengono viste come persone degne di stima per il semplice fatto che hanno vissuto per qualcosa in cui credevano. Non faccio io la stessa cosa? Io servo il maschio. Sacrifico la mia vita affinché quella di qualcuno migliore di me sia più piacevole. Offro l’intrattenimento desiderato. Che c’è di sbagliato in questo? L’unico problema, l’unico vero problema è che qualcuno ne soffre. Che qualcuno considera questo comportamento, *il mio comportamento*, sbagliato. Famiglia, alcuni amici, ragazzi che si innamorano. Soffrono per quello che faccio, e mi fanno sentire in colpa per il loro dolore, mi fanno sentire sbagliata ed incapace. Perché il mio desiderio più grande è quello di far contenti tutti, e capita che le persone che amo soffrano a causa mia. Questo mi uccide. Se però loro non soffrissero, se nessuno giudicasse sbagliato il mio comportamento, se tutti si limitassero ad usarmi, senza preoccuparsi di questi moralismi, allora forse potrei essere felice. Chi ti dice che non potrei essere felice? Dove sta scritto che il mio concedermi sia un comportamento patologico ed influenzato dall’esterno, e non piuttosto l’opposto, ovvero che sia la sofferenza per quello che è un comportamento spontaneo ad essere indotta? Chi ti assicura che non sia la morale, l’opinione comune, e persone come te, che pubblicano su un sito la catalogazione di un comportamento dicendo che rende chi lo compie una “brutta persona”, a crearmi problemi? Problemi che altrimenti magari non avrei. La sofferenza viene dal sentirsi viste in questo modo, cosa che mi fa sentire sbagliata, mi fa star male, e di conseguenza cerco qualcuno, un uomo da far godere, che di nuovo mi faccia sentire brava, utile, desiderata, giusta a prescindere dal resto. Sapere di realizzare il desiderio di un uomo che altrimenti, nemmeno pagando, avrebbe potuto avere una come me, diventare il suo miracolo… La consapevolezza non aiuta sempre, ti assicuro. Non aiuta a cambiare, fa solo capire a fondo quali siano i nostri problemi, e che non ci sia modo per risolverli. Scusa se ti ho scritto ancora, non voglio cercare di approfittare. Solo che per quanto abbia fatto molte sedute, questa volta è diverso. Quando un dottore lo hai davanti ti parla in maniera più… diplomatica. Leggere quanto hai scritto in maniera impersonale sul sito ha causato una reazione diversa da quelle che ho avuto in altri ambiti. Adesso comunque la chiudo qua. Grazie per l’attenzione. Se te lo fossi domandato te lo dico: compio trent’anni tra poco più di un mese Vado avanti così da quando ne avevo 17, età a cui ho avuto la mia prima vera depressione… mio padre non si sentiva fiero del mio approccio alla sessualità.
CERCO CONTINUAMENTE PARTNER SESSUALI barbie Età: 43
Ho sempre giocato con il sesso sin da piccola (a 7anni già mi masturbavo e godevo).crescendo ho usato il sesso come forma di rivolta verso un famiglia perbene e un padre oppressivo da un lato,dall’altro avere molti fidanzati mi dava sicurezza di piacere agli altri,dato che nn piacevo a me stessa.Mi sono guadagnato una fama negativa di ragazza facile-più che libera -che mi ha pesato nel paese.Tuttavia ora rivesto un ruolo pubblico con i bambini e mi sforzo di fare bene il mio lavoro;ho un partner fisso delizioso che xò nn mi appaga sessualmente dato che x lui il sesso è secondario,né è disposto ad avere figli.Allora conservo alcuni partner sessuali da anni,ne cerco altri in modo che nn si venga a sapere e continuo a giocare col sesso e a fingere;purtroppo da un po’ di tempo frequento dei siti porno e le mie fantasie vanno oltre,mentre la rabbia è che nn ho la giusta concentrazione nel lavoro e che mento al mio uomo che si è rivelato insensibile ai miei richiami sessuali.Non ho il coraggio di lasciarlo xkè,oltre a essere una persona fondamentale x gli altri aspetti della vita,rappresenta la mia facciata di rispettabilità,il cardine costante,sicuro,ma anche piatto e noioso su cui sto edificando la mia vita.AIUTO!
ELEMOSINO ATTENZIONI OFFRENDO IL MIO CORPO Scopro solo ora dell’esistenza della bulimia sessuale.. ma io sono quella? ho sempre saputo che nel mio comportamento c’era qualcosa che non andava, ma questo pensiero aumenta lo stato di malessere, i sensi di colpa non aiutano, ed ho trascorso questi ultimi anni a convincermi che io ero soltanto libera, buona, passionale, vera, il desiderio sessuale di tanti uomini! ho vissuto con il fastidio degli sguardi libidinosi comprendendo che non erano sani, ma quel subdolo appagamento e sensazione di piacere e di grandezza apprezzamento desiderio erano miei! avevo qualcosa di mio.. ne ero felice! e sono cresciuta nella convinzione di essere una troia.. anche se vivevo storie normali.. con il tempo il malessere cresceva ed ho deciso che con tutto ciò dovevo conviverci in modo sereno! invento tante scuse a me stessa x non affrontare il problema.. xkè è inutile nascondersi.. c’è un problema! il problema c’è quando mi scopo anche l’ultimo dei cessi, di quelli ke neppure nei loro sogni avrebbero potuto avermi! solo xkè ti guardano, ti parlano e ti lasciano intendere ke farebbero tutto x te, ke mostrano un pò di comprensione e iniziano a dirti ke sei speciale, tu li guardi e pensi.. non sai quanto speciale, dovresti vedere quanto speciale e vuoi mostrare il top di te.. e sale la voglia di baciarli e trombarli come se tu fossi il loro film porno dal vivo! quando ti domandano estasiati..ma ki sei? e il loro odore lo senti, è sempre lo stesso, non ti piace, è acido, disgusta, è uguale a quello degli altri uomini al quale hai solo regalato il tuo corpo e non è uguale a quello dei ragazzi con cui hai fatto l’amore..quello è più dolce, è buono! non sono loro ke usano lo stesso profumo, sono io ke mando lo stesso segnale negativo alla mia mente.. quello del rifiuto! si, xkè io li rifiuto.. inizio a fare sesso, li faccio impazzire, ma l’odore, la pelle, i movimenti, le parole.. è tutto volgare e disgustoso e non vedo l’ora di finire fin dal principio! cosa c’è di normale e libero in tutto questo? io sono una ragazza forte, tutti dicono così, tutti si aspettano da me grandi imprese, sono intelligente, indipendente, testarda, passionale, molto passionale, dolce, un’amica x tutti, l’amica ke tutti vorrebbero e ke tutti cercano nel momento del bisogno.. è vero, sono speciale come dicono, ma xkè non riesco a dire NO! io non so dire di NO! dopo una notte di sesso con un uomo entusiasmante chiamo la mia amica e le dico ke sono innamorata.. ma il secondo giorno lo trascorro a cercare i difetti e quando li ho trovati al terzo giorno sparisco! ..sarei sparita comunque! due giorni di depressione e ricomincio ancora, ancora e ancora! eppure io vorrei solo un compagno, un complice, un amante, un padre x i miei figli, un uomo e solo due occhi con cui condividere la mia vita, i miei sorrisi, le mie lacrime.. solo UNO! il mio più grande desiderio è avere un uomo e non desiderarne un altro! sono tre settimane che piango improvvisamente durante attacchi di tachicardia e non mi accorgo che mi sto grattando le mani in modo così forte da crearmi delle brutte lesioni, quando finisco di piangere dopo dieci minuti le mie mani bruciano e il giorno dopo sono piena di croste di sangue. Ho avuto molte crisi in passato, ho iniziato ad andare in analisi a 17anni, ho smesso a 25, disturbo ossessivo compulsivo.. avevo sempre la stessa immagine ripetuta innanzi a me.. mai accaduto.. mio padre che mi toccava.. mai accaduto!! ed ho imparato a conviverci, la vedo, so ke non è mai accaduto e provo a concentrare la mia attenzione su altro, mi ripeto ..è il mio doc! e funziona..oggi dopo anni..ma questa volta non può funzionare!! non posso convivere con un problema se prima non ammetto che c’è un problema, se continuo a volerlo vedere in positivo ripetendomi ke sono bella e desiderata libera e solare.. nooo, non è così! in realtà io provo a convincermi di essere positiva pensando a quello che posso dire alla gente a mia discolpa nell’eventualità si dovesse scoprire il numero di uomini da me accontentati.. ma in realtà quella sensazione negativa che pesa sul mio cuore, sul mio petto..non va via!!! è la prima volta ke mi faccio del male fisicamente da sola.. non è bello ke accada, io devo volermi bene, xkè solo io posso volermi bene così tanto e solo io posso aiutarmi! nessun’altro.. ma xkè così bella, desiderata, amata, apprezzata e stimata io devo andare ad elemosinare le attenzioni di uomini che non mi meritano?? solo x avere il mio momento di sensazione di potenza? Dio.. hai creato l’uomo così complesso nel suo corpo.. ma la mente è realmente un buco nero.. rischio di essere risucchiata nel buco nero della mia mente!

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