COME RIUSCIRE A DOMINARE I SENTIMENTI NEI CONFRONTI DELL’EX IN PRESENZA DEI FIGLI

Non è facile tenere nascoste emozioni quali la rabbia o il rancore che può suscitare un ex marito. Sappiamo però che dovremmo farlo per i nostri figli, ma come riuscire a mettere in pratica questo buon proposito?

Ogni separazione è accompagnata da un misto di sentimenti ed emozioni sia positive che negative. Allo stesso tempo la coppia cessa di essere coppia coniugale ma continua a essere coppia genitoriale. Ciò comporta che se la separazione non è stata accettata del tutto da una delle parti (in questo caso dalla donna) o sono stati molto conflittuali i momenti d’incontro come coppia genitoriale nei confronti dei figli si possono rivelare momenti di forte tensione innescando sentimenti ed emozioni sia positive sia negative del tutto sopite.
Che cosa fare in questi casi?
Prendere atto che si continuerà a essere per sempre coppia genitoriale e quest’ultima va tenuta nettamente distinta dalla coppia coniugale che non c’è più.  Spesso ci si dimentica di questo e i momenti d’incontro con i figli portano a rivivere in maniera inconscia una dimensione coniugale che non c’è più. Prendere atto semplicemente di questa consapevolezza aiuta a contenere i propri sentimenti alla presenza dei figli.
Sembra che la maggior parte delle “relazioni d’amore” diventi relazione di amore-odio entro breve tempo. L’amore può allora in un batter d’occhio trasformarsi in attacchi selvaggi, sentimenti di ostilità o in una completa rinuncia all’affetto. E’ considerato normale. Allora il rapporto per qualche tempo, mesi o anni, oscilla fra le polarità dell’ “amore” e dell’ “odio” e fornisce piacere e dolore in egual misura. Non è insolito per le coppie diventare dipendenti da questi cicli.
Il loro dramma le fa sentire vive. Quando l’equilibrio fra le polarità positiva e negativa va perduto e i cicli negativi, distruttivi, si ripetono con frequenza crescente, il che tende ad avvenire presto o tardi, allora entro breve tempo larelazione crolla definitivamente.

“il lato negativo di un rapporto affettivo è naturalmente più facile da riconoscere come disfunzione rispetto al lato positivo.
Ed è anche più facile riconoscere la fonte della negatività nell’altra persona piuttosto che vederla in se stessi.
Può manifestarsi sotto varie forme: ossessività, gelosia, controllo, chiusura in se’ stessi e risentimento inespresso, bisogno di avere ragione, insensibilità, esigenze emotive e manipolazione, impulso a litigare, criticare, giudicare, biasimare oppure attacco, collera, vendetta inconsapevole per il dolore passato inflitto da un genitore, rabbia e violenza fisica
.” Eckhart Tolle

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

COME FARE ENTRARE UN NUOVO UOMO NELLA NOSTRA VITA

Dopo la fine di una relazione importante, dalla quale magari sono nati anche dei figli, è difficile ricominciare da capo con un altro uomo. Non si tratta solo di riscoprire l’amore fisico, ma proprio di riabituarsi a condividere i normali momenti di vita

L’ingresso di un nuovo uomo nella propria vita affettiva e relazionale rappresenta comunque un momento di cambiamento. Sono come tutti i cambiamenti è gravido di aspettative e allo stesso tempo di timori. Di là dalle modalità individuali di introdurre un uomo nella propria vita ci sono delle considerazioni generali da effettuare.
In maniera più o meno conscia si chiede al ‘nuovo arrivo’ di soddisfare le aspettative disattese delle precedenti relazioni. Quanto più queste aspettative sono state disattese tanto più si chiede al nuovo uomo di soddisfarle, rischiando di andare incontro a ulteriori e cocenti delusioni.
Quindi la comprensione delle proprie aspettative è una premessa necessaria al come introdurre un uomo nella propria vita.

Se non si ha consapevolezza piena delle proprie aspettative, se queste sono troppo alte, se la loro realizzazione sono delegate in toto alla nuova relazione, si rischia d’introdurre d’impeto il nuovo uomo senza quella gradualità che è necessaria. Gradualità: questa è la modalità per introdurre ogni nuova persona nella propria vita.

Gradualità nell’aprirsi, nel raccontare di sé, nel condividere i vari aspetti della propria vita, nell’affidarsi inteso sia nell’af-fidarsi sia nel fidarsi e via dicendo. Perché come amo dire in terapia: “Le cose buone crescono lentamente, solo le cose cattive crescono in fretta”.

“Chi si dà all’altro come un soldato si dà prigioniero deve prima consegnare tutte le armi. E così privato di ogni difesa, non può fare a meno di chiedersi quando arriverà il colpo”. M. Kundera

 

Dott. Roberto Cavaliere

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PERCHE’ RIPENSIAMO AL PRIMO AMORE QUANDO SIAMO IN CRISI DI COPPIA

E’ molto frequente che a seguito di un momento di crisi del rapporto si ricerchi quello che è stato il nostro primo amore, magari utilizzando come via privilegiata i social network come Facebook, ma come mai questo fenomeno è così diffuso?

Ogni amore, anzi ogni innamoramento è legato a una fase d’idealizzazione. In questa fase l’altro/a unitamente alla relazione sono investiti di una serie divisioni interiori su una figura ideale di persona da amare e di un’altrettanta relazione ideale. La mente realizza al suo interno un’immagine della persona amata, e nel creare questa immagine interiore è catturata dall’amore.

Già Dante, infatti, sembra sapere che l’uomo non s’innamora di una persona del mondo reale se, quando la incontra, non ha già creato intrapsichicamente un’immagine interiore. Questo processo è accentuato nella fase d’innamoramento del primo amore e lo stesso primo amore quando finisce può portare con sé un’idealizzazione dei ricordi a esso legati, come una sorta di ‘eden perduto’.
Ciò comporta che in momenti di crisi di relazioni successive al primo amore si tenda a ricordare ciò che di bello e ideale ci sia stato nel primo amore che proprio perché primo conserva spesso tutto il suo fascino iniziale intatto. Bisogna rendersi conto che se anche fosse stato ‘ideale’,  in tutti i sensi, il primo amore è legato a una fase evolutiva della propria vita che è passata. Nel frattempo si è ‘cresciuti’ ed è ‘cresciuto’ anche il modo di amare ed essere amati.

“Chiamiamo “idealizzazione” quella tendenza che falsa il giudizio, come avviene ad esempio invariabilmente nel caso delle infatuazioni amorose, dove l’Io diventa sempre meno esigente, più umile, mentre l‘oggetto sempre più magnifico, più prezioso, fino a impossessarsi da ultimo dell’intero amore che l’Io ha per sé, di modo che, quale conseguenza naturale, si ha l’autosacrificio dell’Io. L’oggetto ha per così divorato l’Io”. S.Freud

 

Dott. Roberto Cavaliere

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CHE COSA FARE SE I FIGLI NON SOPPORTANO LA NUOVA COMPAGNA DI PAPA’

Può capitare che i figli abbiano un comportamento ostile nei confronti della nuova fidanzata del padre, come ci si deve comportare in questo caso per aiutarli?

Spesso capita che i figli dimostrino un’ostilità più o meno palese nei confronti della nuova compagna del padre. Tale ostilità può originare da varie cause:

 

  • figli potrebbero non essere pronti e maturi ad accettare una nuova presenza femminile al fianco dei padri memori dell’abitudine a vedere propria madre al suo fianco;

 

  • Il modo di portare avanti la relazione della nuova compagna con i suoi figli chenon favorisce una sua integrazione nella famiglia allargata;

 

  • Gelosia dell’ex moglieche si riverbera sui figli e usa questi ultimi per attaccare la nuova arrivata;

 

  • Rifiuto del nuovo ruolo affettivoed eventualmente genitoriale della nuova compagna;

 

  • Altre problematiche legate acaratteristiche psicologiche individuali dei figli.

Che fare in questi casi?

Ascoltare e osservare per comprendere. Vale a dire che i papà devono cercare di capire quali fra queste possibili cause elencate sono all’origine di quest’ostilità dei loro figli. E il loro intervento sarà diverso secondo la causa che origina il tutto. Non bisogna mai dimenticare che nuovi equilibri con i figli necessitano sempre di un approccio preventivo lì dove è possibile.

 

Dott. Roberto Cavaliere

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COME RIPRENDERSI SE SI E’ STATE VITTIME DI ABUSI DOMESTICI

Purtroppo non è raro che gli abusi si verifichino in casa, come si fa a superare questo tipo di trauma e andare avanti con la propria vita?

La ripresa da abusi domestici varia secondo il loro tempo di durata, della loro entità e del loro modo di manifestazione (psicologici, fisici e/o altro). Inoltre tale ripresa è influenzata da caratteristiche individuali e soggettive. Cerchiamo comunque di tracciare a grosse linee delle caratteristiche essenziali di tale processo di ripresa.

  • Dare voce ed espressione alle emozioni interne che tali abusi hanno procurato. In una prima fase è necessario buttare fuori tutto il dolore e la rabbia che si ha dentro.
  • Successivamente cercare di capire perché sono successi, perché si è accettati di subirli. Comprendere a tutti i livelli: individuale, dell’altro e di coppia.
  • Poi comprendere i danni personali riportati dal subire tali abusi. Tali danni solitamente investono la sfera dell’autostima, delle sicurezze personali, dei ruoli sociali rivestiti (moglie, madre, ecc…) oltre ad eventuali implicazioni anche sul piano fisico (sintomi o malattie psicosomatiche) Spessi tali danni non sono chiari ed evidenti come potrebbero apparire.
  • La vittima di abusi richiede un lungo periodo per riprendersi, di un ambiente amorevole e accogliente e spesso di un supporto psicologico.

Riflessione finale: “Non rinunciare mai, Catherine. Hai tante cose dentro di te e la più nobile di tutte, il senso della felicità. Ma non aspettarti la vita da un uomo. Per questo tante donne s’ingannano. Aspettala da te stessa.” Albert Camus

Negli abusi domestici non solo la vita non è data, ma si cerca anche di toglierla. Una ripresa deve tenere conto di tal essenziale considerazione.

Dott. Roberto Cavaliere

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NON RIESCO A PERDONARE IL TRADIMENTO DI MIO MARITO

Dopo un tradimento è difficile riuscire a perdonare, soprattutto se non si è sicuri dei sentimenti dell’altra persona

Buonasera, premetto che sono già stata da una psichiatra,che mi ha consigliato un supporto farmacologico, col referto di crisi depressiva mista con difficoltà di adattamento. Racconto la mia storia: fidanzata a 15 anni con il mio primo amore, primo tutto seguito da matrimonio, splendida casa, 2 splendidi figli, insomma la famiglia perfetta. Poi dopo 23 anni di vita in coppia (io 38, lui 40) dopo miei forti dubbi, la sua affermazione, fatta la notte del mio compleanno: non è questa la vita che lui vuole.
Per me sconforto totale, tra suoi ripensamenti durati massimo 2 giorni al vero e proprio ricatto di non dire niente ai miei, altrimenti non si sarebbe presentato in Chiesa (avevamo la Cresima del nostro figlio maggiore). Poi la prima amara sorpresa, un sms sul suo cellulare con un’altra con dettagli intimi. Poi lui 2 giorni dopo Natale se ne va di casa, gli unici a sapere tutto sono i suoi familiari che non hanno mosso un dito.

 

Passano altri 4 mesi, io stavo sempre peggio, lui si  ddormenta, io da masochista riprendo il cellulare, “amore mio” in rubrica, altri messaggi. Mi faccio coraggio e telefono a questo numero e dall’altra parte una che alza la cornetta dicendo “Ciao amore”. Non ci ho visto più, racconto tutto finalmente ai miei e iniziamo la pratica di separazione.Ma io nel frattempo non sto meglio,anzi. Finchè la settimana scorsa lui usando il mio pc,entra nella sua posta elettronica e dimentica di uscire dalla pagina.

Ho letto i loro ennesimi messaggi, ho visto il volto di quella donna, una madre di 3 figli che però continua ad essere felicemente sposata,foto di loro 2 insieme, mentre comunque lui era ancora sposato. Un anno di menzogne, un anno di tradimento con la stessa donna e nei loro messaggi la voglia di un futuro insieme.Mi faccio coraggio e conoscendo questa persona vado a casa sua, lei mi telefona definendomi “pazza”.

Non vedendoci più vado dal padre di lei, nessuna scenata, lo faccio salire in macchina con una scusa…(è quasi un padre per mio marito),e faccio vedere foto e messaggi. Lui da persona con valori mi dice solamente: “Ora me la vedo io”. Telefona a mio marito e poi a sua figlia. Stranamente quella sera lui decide di ritornare in casa, dicendo che sarà come e meglio di prima.

Da qui il mio scetticismo, il mio non capire se effettivamente è ciò che vuole o sia solo costretto. Ma c’è anche il mio non riuscire in nessun modo a perdonare, sono e sto ancora troppo male, se chiudo gli occhi vedo le loro foto, i loro messaggi e sento le loro voci. Un anno di bugie, di offese a me rivolte facendomi credere che farneticavo. Quel giorno mi ha uccisa, come donna, come moglie. Lui oltre a chiedere scusa non fa niente,ma non è ciò che serve a me. Lei dice che ho vinto io, ma io non ho vinto perché la mia famiglia è ormai distrutta. Meglio dieci scappatelle che una storia lunga un anno. Non potrò mai perdonare, o forse non ci riuscirò mai. Saluti e grazie per lo sfogo

Diana (nome di fantasia scelto dalla redazione)

La scoperta di un tradimento lascia un dolore pari a quello di un lutto. Le sensazioni di rabbia e dolore allo stesso tempo che lei prova sono del tutto naturali. Come è del tutto naturale che lei al momento non riesca a perdonare. Il perdono richiede tempo e che si attenui la fase emotiva del dolore e della rabbia. In questa fase si conceda il suo tempo, sfoghi la sua rabbia ed il suo dolore, verrà il tempo in cui cercherà di capire ed eventualmente perdonerà.
Dott. Roberto Cavaliere

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COME AFFRONTARE UN PERIODO DA SEPARATI IN CASA E NON USCIRNE DANNEGGIATI

Convivere con l’ex dopo la separazione può avere degli effetti collaterali, ecco la strategia giusta per evitare che questa situazione ci danneggi

Sempre più coppie sono separate in casa con tutte le implicazioni psicologiche e pratiche che ciò comporta.  Innanzitutto bisogna stabilire se il periodo da separati in casa nasce di comune accordo o se è in parte o in tutto subito da uno dei due partner. E’ evidente che in quest’ultimo caso il partner che subisce la separazione in casa rischia di uscirne maggiormente danneggiato.

Inoltre anche la durata di tale separazione, il momento di vita della coppia in cui interviene, la presenza di figli e la loro età, e altro ancora concorre al vissuto soggettivo e individuale di tale separazione.

Come affrontarlo?

  • Innanzitutto vedendo come una risorsa tale periodo, come un momento di riflessione ampio su se stessi, sull’altro e sulla relazione a prescindere se è stata concordata o no.  Se tale separazione è seguita da questa riflessione, può anche rappresentare un momento di crescita per la coppia e per se stessi.
  • Non vivere tale periodo con attesa trepida che finisca il prima possibile o che possa essere il preludio a una definitiva separazione. L’ansia anticipatoria in tale senso potrebbe acuire quei disagi e tensioni che hanno favorito il periodo di separazione e che si dovrebbero stemperare col passare del tempo.
  • Ritrovare se stessi: può essere l’occasione per ritrovare interessi e passioni individuali che spesso nella dimensione della coppia sono perse.
  • Se si è in difficoltàvalutare l’opportunità di chiedere un supporto psicologico. Soprattutto se si è subito il periodo di separazione, il disagio psicologico che ne proviene potrebbe essere troppo forte da poterlo sopportare da soli.

Riflessione finale:

“Forse ti sposerai o forse no. Forse avrai figli o forse no. Forse divorzierai a quarant’anni. Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio. Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso, ma non rimproverarti neanche. Le tue scelte sono scommesse. Come quelle di chiunque altro.” Mary Schmich

 

Dott. Roberto Cavaliere

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HO AVUTO UNA RELAZIONE CON UNA DONNA, E’ UNA SBANDATA O SONO GAY?

Che significato può avere una relazione occasionale con una persona dello stesso sesso?

Buongiorno, sono stata per molto tempo con un uomo ma nell’ultimo anno mi è capitato di avere una relazione extraconiugale con una donna. Mio marito l’ha scoperto e io gli ho detto che però lo amo e che voglio rimanere con lui, dato che oltretutto già da un po’ non vedevo l’altra persona. Ma in realtà non capisco cosa provo: voglio davvero stare con mio marito, è possibile che quella per un’altra donna sia stata solo una sbandata passeggera?

Grazia (nome di fantasia scelto dalla redazione)

La sua domanda richiederebbe un esposizione meno sintetica di quella dell’email al fine di un esame più approfondito. Posso solo formularle una ipotesi su cui la invito a riflettere ed approfondire. Una relazione extraconiugale è sempre sintomo di un disagio individuale e/o di coppia.

Per cui le consiglio di non liquidare il tutto con il termine di ‘sbandata passeggera’ ma di sostituire tale definizione con ‘sbandata relazionale’ da intendere sia in senso affettivo che sessuale ed approfondire queste due dimensioni.

 

Dott. Roberto Cavaliere

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NON CAPISCO PERCHE’ I MIEI GENITORI ORMAI ANZIANI VOGLIONO DIVORZIARE

Il divorzio può arrivare a qualsiasi età, anche quando non si è più giovani e sembra non esserci più tempo per rifarsi una vita completamente da zero

Salve Dottore, i miei genitori si stanno separando e la cosa mi shocca profondamente. Io ho ormai 40 e l’idea di vedere i miei che ne hanno ormai 70 separarsi mi distrugge e francamente non capisco nemmeno il perché. Secondo lei è possibile che lo volessero già fare in passato? Non spaventa di più l’idea di una vecchiaia da soli?

Simona (nome di fantasia scelto dalla redazione)


E’ naturale che lasci perplessi una separazione in età avanzata quasi in prossimità delle nozze d’oro. E’ anche naturale che i figli siano costernati da tale decisione dei genitori durante la terza età e si pongono le stesse domande che si pone lei. Posso risponderle che decidere di separarsi è l’atto finale di un processo che parte lontano nel tempo, a maggior ragione con l’avanzare dell’età.

E se tale malessere è profondo supera anche quelle che possono essere resistenze ambientali come quella di rimanere soli nella vecchiaia.

 

Dott. Roberto Cavaliere

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MIO FIGLIO VUOLE ANDARE A VIVERE DAL PADRE, CHE FARE?

Per un genitore può essere un duro colpo scoprire che il figlio ha scelto di andare a vivere con l’ex, come bisogna comportarsi in questo caso?

Salve, mi sto separando da mio marito e mio figlio ha espresso il desiderio di andare a vivere da lui invece che restare con me. Penso che lo stia facendo perché il padre è estremamente permissivo e gli permette di fare tutto ciò che vuole. Secondo lei cosa devo fare, ostacolare questo suo desiderio o rassegnarmi? Mi costerebbe moltissimo ma se sapessi che lo faccio per lui alla fine cederei

Federica (nome di fantasia scelto dalla redazione)

Non deve ne ostacolare questo desiderio ne rassegnarsi: deve comprendere. Lei dà una sua lettura della richiesta di suo figlio: è sicura che sia quella giusta ?

Solo comprendendo quale siano le vere motivazioni dietro la richiesta di suo figlio potrà decidere quale sia il comportamento preferibile da adottare.

 

Dott. Roberto Cavaliere

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