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COLPO DI FULMINE: COME E PERCHÉ

L’innamoramento dipende in larga parte dallinterazione di alcuni ormoni prodotti dall’organismo dei due partner. Si tratta di solito di un meccanismo immediato: uno studio condotto qualche anno fa dai ricercatori dell’Università di Syracuse, negli Stati Uniti, ha scoperto che il fatidico colpo di fulmine scatta in appena 20 centesimi di secondo. Quando appare un potenziale compagno, il cervello umano attiva dodici diverse aree che in un attimo valutano le caratteristiche del possibile partner e, se l’esame è positivo, fanno scattare la produzione di alcuni neurotrasmettitori, tra cui noradrenalina, feniletilamina (PEA) e dopamina che, insieme ad alcuni ormoni, soprattutto estrogeni e testosterone, scatenano un senso di eccitazione, euforia, benessere e buonumore.

La chimica ci spiega come avviene l’innamoramento, ma non il perché. La psicologia ha approfondito lo studio delle dinamiche che ci spingono a prediligere un certo partner rispetto a un altro: uno studio della psicologa emozionale Ciara Molina, ne ha individuate tre. La prima è la teoria della similitudine familiare: siamo attratti da persone che in qualche modo somigliano ai nostri genitori e ci trasmettono un profondo senso di sicurezza. Un partner si sceglie anche per ammirazione: ci innamoriamo perché vediamo nell’altro delle qualità che vorremmo avere in noi stessi, ma che non possediamo. La teoria della corrispondenza dice un po’ l’opposto: scegliamo l’altro perché è simile a noi e condivide i nostri gusti e le nostre passioni.

Fermo restando che i meccanismi per i quali scegliamo un lui o una lei piuttosto che un altro sono in gran parte di natura inconscia o subconscia, psicologi e scienziati hanno individuato una serie di elementi che hanno un certo peso nel suscitare in noi l’interesse amoroso. Un elemento importante è lo stimolo olfattivo: l’odore fisico della persona è il mezzo attraverso cui si attivano una serie di reazioni chimiche che portano all’attrazione. Sembra che l’odore sia legato al DNA: gli odori corrispondenti a un DNA molto simile al nostro ci risultano poco gradevoli, mentre ci sentiamo attratti da quelli che segnalano un DNA diverso o complementare al nostro. A livello psicologico entrano in gioco valutazioni di compatibilità valoriali: ci sentiamo attratti da chi condivide una visione della vita e degli ideali simili ai nostri. Anche la bellezza ha un suo peso: si tende a scegliere un partner che sia bello quanto noi (nell’immagine che abbiamo di noi stessi), o un po’ meno, per non sentire minacciato il nostro primato e preservare la nostra autostima. Infine, puntiamo sul contatto visivo: secondo gli esperimenti condotti dallo psicologo statunitense Joan Kellerman, uno sguardo intenso e prolungato provoca emozioni simili all’amore e all’empatia.

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

ESISTE L’ANIMA GEMELLA

Intervista “Esiste l’Anima Gemella” pubblicata sul numero di novembre 2008 della rivista AIRONE (copyright Giorgio Mondadori Editore)

 

– COSA ACCADE NEL NOSTRO CERVELLO QUANDO “SCEGLIAMO” L’ANIMA GEMELLA? E’ SOLO UNA QUESTIONE DI CHIMICA NEURONALE O LA NOSTRA PSICHE HA UN PESO  SPECIFICO?

Nella scelta di un’anima gemella sicuramente c’è un’attivazione dei circuiti neuronali: in primis quelli della serotonina, e ancor di più quelli della dopamina. Questi due neurotrasmettitori sarebbero rispettivamente responsabili d’umore altalenante ed euforia che si percepiscono durante l’innamoramento. Ma tale chimica neuronale, non è sufficiente a spiegare la complessità di sentimenti e di stati d’animo, che proviamo nel momento in cui c’innamoriamo o scegliamo il partner. Aspetti e componenti più strettamente psicologiche rivestono un peso maggiore e più specifico. Anzi tali aspetti e componenti sono responsabili di una maggiore o minore attivazione dei neurotrasmettitori.

– QUANTO PESANO LE NOSTRE ESPERIENZE PERSONALI SULLA SCELTA DELLA  PERSONA DI CUI CI INNAMORIAMO?

Le esperienze personali passate, soprattutto quelle dell’infanzia, che chiamerei copioni affettivi, pesano molto nelle scelte sentimentali attuali. Infatti, nella scelta del partner noi cerchiamo, principalmente, qualcosa, di più o meno rimosso, della nostra primaria figura affettiva: madre, padre o altra figura primaria d’accudimento

Nella fase edipica, individuata dalla psicanalisi nella nostra infanzia, inconsciamente, la bambina sceglie come partner il padre ed il bambino, la madre. Importante è che questa scelta relazionale sia positiva e soddisfacente, al fine di poter scegliere, da adulti un partner che possegga gli aspetti positivi dei nostri genitori.

Infatti nell’amore noi non vogliamo solo trovare qualcosa dell’amore originario verso i nostri genitori, ma perseguiamo anche una compensazione di ciò che non abbiamo avuto o di cui ci si è stato privato durante l’infanzia da genitori non attenti alle nostre esigenze affettive, o talvolta addirittura “ostili” o qualche volta anche “cattivi” nei nostri confronti. Conseguentemente chiediamo al nostro amore, in maniera più o meno conscia, di provvedere a riempire i vuoti affettivi del nostro passato o a porre rimedio alle ferite affettive infertici. Ciò può portare a fare scelte sbagliate ed nel tentativo di “riparare” sempre di più si finisce col continuare ad errare nelle proprie scelte sentimentali.

– LEI, COME PSICOLOGO, CREDE NEL COLPO DI FULMINE? E NELL’ANIMA GEMELLA?

Una premessa: c’innamoriamo di una persona solo quando incontrandola abbiamo già dentro di noi una sua immagine idealizzata. Prima costruiamo quest’immagine e poi la proiettiamo sull’altro. Quindi non amiamo ciò che è, ma ciò che immaginiamo essere. Nel colpo di fulmine questa proiezione di un’immagine interiore del nostro partner ideale viene fuori violentemente, dandoci l’illusione di vedere quella persona per la prima volta, ma in realtà, inconsciamente la sua immagine viveva dentro di noi da tempo.

Lo stesso meccanismo interviene nella scelta dell’anima gemella. La ricerca di quest’ultima, è legata ad aspetti narcisistici sotto un duplice aspetto: cerchiamo ciò che è simile a se stessi, o ciò che avremmo voluto essere.

– STATISTICAMENTE, DURANO DI PIU’ I GRANDI AMORI SCATTATI ALL’IMPROVVISO  O QUELLI NATI LENTAMENTE, MAGARI DALL’AMICIZIA?

Dati statistici significativi in tal senso non ne ho. Posso dire che i grandi amori nati sull’onda di una forte passione iniziale, durano se vengono seguiti da sentimenti come impegno, lealtà, fiducia reciproca e tutto ciò che concorre a determinare una progettualità di coppia . Se non s’innestano questi aspetti ogni grande amore, se non sorgono ostacoli e difficoltà che ne mantengono viva la passione, tende a sciogliersi come neve al sole.

Gli amori che nascono lentamente possono contare maggiormente sulle componenti di lungo periodo sopraccitate, tendendo, quindi, a durare di più. La componente passione, seppur in misura minore rispetto ai grandi amori, dovrebbe comunque essere presente al fine di consolidare ancora di più la coppia, altrimenti potrebbe essere ricercata altrove: nel lavoro, in altri ambiti, ma soprattutto nel tradimento.

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

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