GELOSIA POST-DISTACCO

Per gelosia post-distacco s’intende quella gelosia che insorge successivamente alla fine di una relazione da parte di un partner nei confronti dell’altro.

Generalmente a provare la gelosia post-distacco è il partner che ha subito la separazione, colui che è stato ‘lasciato’. Quest’ultimo prova tale tipo di gelosia sopratutto nelle fasi iniziali del distacco, quando ancora la separazione ‘ psicologica’ non è avvenuta, quando ancora c’è speranza che l’altro possa ritornare. Quindi la nuova partner del proprio ex viene vista colei che pur non potendo insidiare la relazione perchè già terminata comunque rappresenta un ostacolo alla speranza di un riavvicinamento.

Anche in questo tipo di gelosia sono presenti una o entrambe le componenti della gelosia classica:

  • paura dell’abbandono, della perdita, della separazione, in questo caso in relazione alla speranza di un nuovo inizio;
  • gelosia ed invidia dell’altro che può condividere ciò che, in questo caso, era nostro. Gelosia delle caratteristiche che il rivale ha e noi non abbiamo.

Come, già detto, tale tipo di gelosia è normale nelle prime fasi del distacco, in particolare se l’altro trova subito una nuova partner. Anzi in questa fase rappresenta uno degli elementi più dolorosi del processo d’elaborazione della seprazione: immaginare l’altro che condivide già ciò che era proprio con una nuova persona. Diventa meno normale a distanza di tempo dal distacco. In questo caso è un chiaro segnale che il distacco ‘psicologico’ non è avvenuto a differenza di quello effettivo che è avvenuto da tempo.

 

Dott. Roberto Cavaliere

 

TESTIMONIANZA TRATTA DAL FORUM

Mi chiamo Fabio, 42 anni.
Dopo 7 anni di fidanzamento e 7 di matrimonio, mi sono separato da moglie e figlio (ora ha 12 anni) e si li a poco sono andato a convivere con una donna di 10 anni piu’ giovane.
Il rapporto di convivenza è durato circa 6 anni dei quali i primi 4-5 sono stati molto belli.
Durante l’ultimo anno però, lei è cambiata, mostrando atteggiamenti di insofferenza verso me e il figlio, ipocondria e insoddisfazione. Per via di questo, spesso non ricevevo piu’ l’affetto e la gioia che desidero in un rapporto e dopo numerose discussioni e confronti, dopo mesi di chiarimenti, avevo capito che, seppur innamorata, non era piu’ capace di darmi la sensazione di una persona con la quale condividere gli obiettivi.
Con grande rammarico, dopo l’ennesimo chiarimento, ho deciso che la serenità mia e di mio figlio, fosse la cosa più importante e dopo averla aiutata a trovare un lavoro ed una casa, l’ho lasciata.
Ora, dopo due mesi, avevo quasi iniziato ad essere piu’ tranquillo e riabituarmi ad una vita da single cancellando la sua presenza nella mia vita.
Purtroppo però, sono venuto a sapere che lei da un po’ sta frequentando un mio amico.
Il problema è che non capisco perchè, ma ho avvertito subito come una doccia fredda e per qualche minuto ho dovuto faticare a mantenere la concentrazione. Ora avverto un dolore lancinante, una sensazione violenta che assorbe tutti i miei pensieri, un male inaudito. Mi passano davanti tutti i bei momenti e non riesco a sopportare l’idea.
Credo di sentire fortemente il bisogno di un consiglio, di un chiarimento, di un aiuto. Purtroppo se parlo alle persone vicine mi rispondono che ho fatto la mia scelta (che a loro avviso è quella giusta) e che devo lasciarla perdere. Tutto qui.
Ma cio’ non serve a stare meglio!
Vi prego aiutatemi.

Caro Fabio, 
non so se può esserti di aiuto, ma chiediti se questa gelosia nasce dal fatto che probabilmente non hai ancora archiviato questa esperienza. Spesso cerchiamo di dimenticare una persona cancellandola momentaneamente dalla nostra vita di tutti i giorni, senza però affrontare il fallimento vero di un unione naufragata.
A volte tendiamo a sostituire una persona con un’altra pensando che il problema nato con la prima persona era dovuto alla mancanza di stimoli, all’amore che era finito e si ricomincia senza esserci fatte delle domande importanti: in che cosa ho sbagliato, dove mi sono fermato, perché è finito il mio matrimonio/convivenza. Una storia non finisce mai senza una motivazione.
Da quello che leggo tu sei passato da un lungo matrimonio a una lunga convivenza senza pause di continuità. Dovresti chiederti perché l’amore finisce in te o perché si esaurisce nell’altro, che cosa è mancato. Dove è finito il tuo impegno.
Ho anch’io le mie esperienze e posso dirti che spesso non ci accorgiamo, perché ci concentriamo più sull’aspetto materiale del rapporto, dei veri bisogni dell’altro. Cioè il bisogno di sentire il proprio compagno/a continuamente in gioco nel rapporto a due. Sentire che l’altro ogni giorno vuole conquistarci, condividere con noi la sua esistenza. L’amore nel tempo cambia, non può essere l’emozione violenta dei primi due anni e se si è consapevoli di questo si accompagna il cambiamento, lo si vive positivamente e si muore e rinasce in continuazione.
Sono passati comunque solo due mesi, un tempo breve per considerarsi usciti da una situazione conflittuale.
Sai io penso che in ognuno di noi ci sia del narcisismo, più o meno accentuato. Il bisogno di sentirsi importanti per qualcuno, anche se non si vuole più aver niente a che fare con lei/lui è a volte la motivazione che ci porta a soffrire di un autentico dolore. E’ sentire che l’altro, nonostante il dolore che gli abbiamo inflitto o che ci ha inflitto, continua a vivere e ad amare. Poi sapere che qualcun’altro, magari un amico, apprezza ciò a cui noi abbiamo rinunciato è come se ci fa sentire l’importanza di quella persona, il suo valore.
Chiediti quand’è che hai provato una gelosia così forte e lancinante nella tua vita. E non solo in un amore di coppia, in generale. Quando hai provato un sentimento così distruttivo e perché. La risposta è dentro di te. Quando qualcosa si ripete nella nostra vita e da quello che dici, le modalità delle tue storie hanno delle similitudini, c’è una ragione profonda e non solo superficiale.
Può essere importante per ricostruire una più consapevole vita affettiva. Patrizia

Cara Patrizia, grazie innanzitutto per avermi risposto. Sei stata gentile e soprattutto profonda.
E’ vero cio’ che scrivi, in questi casi è necessaria un’attenta introspezione e io l’ho fatta.
Intimamente non sento di addossarmi delle colpe, se ho sbagliato, forse è solo nella scelta, facendo confusione nelle aspettative.
Di fondo mi ritengo una persona piuttosto vitale e vivace, dinamica e desiderosa di intessere rapporti sociali. Probabilmente questa caratteristica attrae l’altro sesso e attrae soprattutto quelle persone a cui piace un elemento trascinatore e solare. Sia la mia ex moglie sia la mia ex compagna hanno visto in me questo pregio sin dall’inizio. D’altro canto io invece ero attratto principalmente dall’aspetto esteriore di una donna, senza chiedermi se avesse le “spalle” tanto solide da confortare me in caso di bisogno.
In effetti col tempo e con il mitigarsi dell’euforia iniziale, sia l’una che l’altra, in occasione di (inevitabili) momenti NO, si sono dimostrate tuttalpiu’ di saper dire “non ti preoccupare”, senza cercare costruttivamente di darmi una mano seppur solo psicologica.
Una volta sono caduto in depressione, ho chiesto aiuto ma certo non me la sono presa con chi mi era a fianco. Al contrario, dopo aver trattato male mio figlio e aver dimostrato per mesi indifferenza verso di me, si è nascosta dietro la sua depressione perchè disoccupata. Ma io che c’entro?In sintesi in entrambi i casi, in piu’ di un occasione, me la sono dovuta cavare da solo sentendomi privo di ogni apporto morale o di pensiero.
A questo aggiungo un’autocritica e cioè un mio lato del carattere che in situazioni di crisi mi “trasforma” in un orso burbero, ma che di fatto, oltre a imprecazioni di nervosismo, non si traduce affatto in cattiverie o altro. Davvero io credo sia un difetto minore.
Sai Patrizia, io ho dato sempre tanto e avrei voluto che venissi ricambiato con una mano nei momenti difficili, del resto la vita di coppia dovrebbe essere un dare e avere.
“…..bisogno di sentire il proprio compagno/a continuamente in gioco nel rapporto a due…”
Dici bene! e io ti assicuro che non la sentivo piu’. Cercavo in ogni modo di tenere vivo l’interesse…nuove amicizie, viaggi, moto, camper, snowboard… alla fine tutto le sembrava normale, scontato anzi quasi palloso. Che dovevo fare? appassirmi come lei? stendermi sul divano con le pantofole? Io non l’ho forzata piu’ ma comunque la mia volgia di vivere non poteva essere soffocata e allora…aperitivo con gli amici, sciata con gli amici, calcetto con gli amici…. ho sbagliato? l’ho trascurata?…. “Vuoi uscire, dai vieni…!”— “No, mi scoccio, vai tu…!”
Non do pero’ la colpa a nessuno, forse è solo stata una mia errata valutazione nello scegliere il partner e la mia ostinazione nel volerlo cambiare ad ogni costo a mia immagine e somiglianza; a voler “pretendere” da loro cose che non riuscivano a darmi. Loro sono due donne sicuramente valide in valore assoluto, ma credo che siano a me poco complementari, forse ho bisogno di una donna con diverso spessore intellettuale o magari con un pizzico di saggezza in piu’ o con maggiore capacità nel “problem solving”. 🙂
Col tempo sicuramente questo mio dispiacere passerà, auguro a loro di trovare qualcuno che non sia cosi’ esigente come me, ma io sento di desiderare il meglio dalla vita, desidero una donna energica, capace di costruire, cavarsela da sola, avere idee e progetti; una donna che io non debba trascinare continuamente o cambiare. Del resto io sono realizzato: un bel lavoro, un meraviglioso figlio, una bella casa e tante prospettive davanti a me, perchè dovrei accontentarmi? E finchè non la trovo…. beh comincio a provare anche il gusto di essere single!

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

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