GELOSIA: LA TRAPPOLA DELL’AMORE

Sintesi dell’ articolo pubblicato sul mensile “Silhouette Donna” di febbraio 2009 scritto dalla giornalista Elena Goretti con la collaborazione del Dott. Roberto Cavaliere

Insidia le coppie appena formate, ma anche quelle più solide e di vecchia data. La gelosia è un sentimento subdolo e spietato, che molte persone nutrono per il partner pensando che sia la conseguenza naturale del loro amore “vero”, autentico e profondo. Invece, quando non è motivata da una reale infedeltà ma è solo un atteggiamento sospettoso, è quanto di più lontano ci sia dall’amore, perché nasce dal presupposto che l’altro sia una proprietà privata esclusiva, un “oggetto” da possedere e difendere dal contatto con l’esterno e non un “soggetto” libero di pensare, agire, scegliere e comportarsi.

Legittima solo in apparenza

Pur essendo un sentimento dannoso per l’armonia di una coppia, resistergli è effettivamente difficile, ed è questa la ragione per cui in tanti ne restano coinvolti. La considerazione da cui ha origine, infatti, è apparentemente legittima per chi è inamorato: «è la persona più importante della mia vita, ho paura di perderlo, devo stare attenta…». Invece, non è che una trappola, un pensiero egoista che ha solo l’effetto di dare il via una serie di sentimenti negativi come il sospetto, la rabbia, l’invidia, l’inadeguatezza, e giustificare reazioni sempre più aggressive.

Livelli diversi

Naturalmente, la gelosia non è soltanto l’ossessione estrema che si alimenta di sospetti immaginari e che vive costantemente nel timore di essere traditi e abbandonati. Può essere anche una forma più moderata di attaccamento o di competizione amorosa, che si manifesta sono nei confronti di alcune persone, in maniera ragionevole o, perché no, a causa di valide ragioni.

* In ogni caso, qualunque sia la sua intensità e le sue manifestazioni, resta un sentimento dannoso per la serenità della coppia. Meglio allora frenare la propria sospettosità subito, prima che possa tasformare il rapporto in una trappola soffocante.

Alle origini del sospetto

Le persone gelose, in genere, hanno nella loro storia delle “tracce” che hanno segnato il loro modo di amare nella direzione della possessività e del timore di essere abbandonate.

Del resto, la vita di ciascuno è segnata da una fase in cui la gelosia è l’emozione predominante. Tutti i bambini, infatti, durante un periodo dell’infanzia, sperimentano una forma di attaccamento particolare per uno dei genitori, tanto da provare autentici “attacchi” di odio nei confronti dell’altro, considerato quasi un rivale in amore. Il bambino supera in genere questa crisi con l’accettazione del proprio ruolo di figlio, con la rimozione del desiderio nei confronti del genitore di sesso opposto al suo, e dando un’identità diversa al genitore “rivale”: la bambina, per esempio, rinuncia ad amare il padre in modo esclusivo, prende la madre come modello di femminilità, e questo meccanismo inconscio le permetterà di entrare nel mondo degli adulti.

  • Anche la cosiddetta “rivalità fraterna”, cioè il conflitto che a volte vivono fratelli o sorelle in tenera età per accaparrarsi l’amore e le attenzioni dei genitori, costituisce un precoce esempio di gelosia all’interno della famiglia. Col passare del tempo non sempre riesce a dissolversi. Se i genitori, alla nascita del secondogenito, non riescono a dare “garanzie” circa una distribuzione equa del loro amore, il figlio maggiore può continuare a nutrire ansia e aggressività, oppure potrebbe essere il nuovo arrivato a sentirsi escluso dal rapporto, già consolidato, tra il fratello maggiore e i suoi genitori. Chi, da adulto, è soggetto a gelosia, ha in genere alle spalle una storia infantile già segnata da questo sentimento.

La parola chiave: autostima

In più, la persona che soffre di gelosia ha, di solito, un basso livello di autostima e un’immagine di sé poco adeguata. E lo testimonia l’esperienza di chi prova questo stato d’animo: a un’analisi approfondita, al di là della rabbia, questa persona scopre sempre, dentro di sé, un forte senso di insicurezza. In questo caso, la gelosia non è che l’espressione del timore di non essere in grado di mantenere saldo e vivace il legame affettivo con il partner e di non riuscire a mantenere centrate su di sé le sue attenzioni e il suo interesse.

Suggerimenti pratici

La gelosia non è un sentimento irreversibile. Se ne può venir fuori, se si vuole. Quattro sono gli aspetti personali e della coppia su cui è importante lavorare.

1) La gelosia nasce sempre da scarsa fiducia in se stessi. Impegnarsi nelle cose che piacciono, potenziare le proprie abilità e capacità, circondarsi di persone amiche: sono questi i migliori antidoti per accrescere la propria autostima. Potenziare le proprie risorse personali è fondamentale per migliorare l’immagine di sé, riducendo in questo modo la rabbia legata all’idea di non essere all’altezza delle altre e di non essere capace di “cavarsela” se il rapporto dovesse interrompersi.

2) Concentrarsi sulle prove di fiducia che il partner ha dato e dà ancora. Sottolineare mentalmente i comportamenti positivi, i gesti di premura e di amore dell’altro può permettere di tenere a bada i sospetti e le idee sbagliate sul suo conto.

3) Analizzare le caratteristiche delle donne che si temono è il modo migliore per comprendere di cosa si ha paura; spesso si rivela anche un mezzo per sdrammatizzare la situazione e scoprire che i timori sono infondati.

4) Cercare di mantenere invariato il contatto affettivo col partner, ma nello stesso tempo ampliare la cerchia delle amicizie e degli interessi sociali: è un sistema infallibile per non crogiolarsi nelle paranoie e per svincolarsi dal predominio asfissiante del rapporto di coppia. Un po’ di autonomia in più, in questi casi, è quel che ci vuole.

 

Come considerare le sue “ex”

Sia che appartengano alla cerchia degli amici che si frequentano, sia che siano lontanissime dal proprio ambiente e dalla propria vita, le ex del marito o del fidanzato si trasformano spesso in molesti fantasmi che scatenano un’incontrollabile gelosia o uno sfrenato desiderio di competizione o, ancora, un irragionevole desiderio di vendetta. Se si entra con loro in una guerra, anche se del tutto immaginaria, si rischia di uscire comunque sconfitte.

Ecco allora qualche suggerimento per evitarlo.

1) Convinciti che le ex del tuo compagno sono meno pericolose di qualsiasi altra donna venga a contatto con lui. Le minestre riscaldate, si sa, attirano molto poco.

2) Non sottoporre il tuo lui a estenuanti interrogatori su quanto faceva o non faceva quand’era con l’altra. Un simile atteggiamento serve solo a farsi del male e, nello stesso tempo, a irritare e a mettere a disagio l’altro.

3) Scaccia con determinazione l’impulso di chiedergli di fare paragoni tra te e la ex. Vietate dunque le domande del genere: “Lei era più bella?”, “Lei sapeva rendere la casa così accogliente”? Questi interrogativi fanno sentire gli uomini sulle sabbie mobili. Tutti sanno benissimo infatti che qualsiasi risposta fornita potrebbe essere male interpretata (magari solo per il tono) e dare origine a una lite.

pubblicato sul sito il 04 marzo 2009

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

 

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