TRADIMENTO IN GRAVIDANZA

Cosa fare se si subisce un tradimento da parte del coniuge mentre si è incinta, come superare il trauma dell’infedeltà

Salve, ho 35 anni e sono sposata da 9, ho due bambini uno di cinque anni e l’altro di 6 mesi. Ci siamo sposati dopo un anno, stavamo benissimo, io lo adoravo, aveva i suoi difetti, ma anche io i miei, dopo tre anni è arrivato L. il nostro primogenito, cercato è subito arrivato, lui non era convinto della paternità poi se n’è innamorato.

A settembre scorso resto incinta, volevo il secondo figlio e lui non è tanto convinto però si lascia trascinare. A Novembre comincia a trattarmi malissimo, dice che non mi ama più, che non vuole più passare la vita con me, è rabbioso, mi tratta male, dice che resta solo per i figli (il secondo non era ancora nato).

Ho vissuto mesi d’inferno, era strano, spesso se ne andava, il maggiore ha sofferto solo Dio sà quanto…poi la scoperta:  aveva un’altra, una sua collega, che lui stesso in passato aveva definito “una che sta con tutti”. Poi cambia all’improvviso, vuole stare con me, pentito….ma io a distanza di un anno ormai sfogo la mia rabbia ancora.

Sessualmente non riesco a stare più con lui, lo detesto per avermi trattata come niente, per avermi umiliata, calunniata, maltrattata agli occhi di tutti solo per nascondere le sue oscenità, per avermi rubato quello che doveva essere il periodo più bello di una donna, la gravidanza, per aver inflitto a L. delle sofferenze che ancora adesso si porta dentro.

Siamo in terapia di coppia da prima della scoperta, la mia fiducia non c’è più e anche se mi dice che c’è stato solo un bacio non gli credo, chi si mette a rischiare tutto per un bacio? Chattavano la notte, si incontravano in un parcheggio al buio, e tutto mentre io ero incinta, e suo figlio lo aspettavamo con amore e ansia. Lo odio, spesso prego che gli capiti il peggio per non vederlo più, ma lasciarlo significa dare il colpo di grazia a mio figlio….e non mi sento una bestia come lui.

Dopo una profonda depressione, dalla quale non so neppure come ne sono uscita, desidero la mia felicità….ma con lui mi sembra impossibile.

Susy (nome di fantasia scelto dalla redazione)
E’ naturale che lei viva la fase del dolore e della rabbia che segue la scoperta di un tradimento. Solo dopo aver superato questa fase potrà pensare di ricostruire tutto quello che è stato distrutto. La invito anche a riflettere sul seguente brano:

“Si puo’ definire tradimento solo quell’azione o successione di azioni che rompe una relazione fiduciaria volontaria e consapevole. Ovviamente si puo’ giocare sul malinteso, si puo’ negare a posteriori l’esisteza di una relazione fiduciaria per liberarsi dal senso di colpa e dalle conseguenze del tradimento, ma cio’ esula da un tentativo di lettura sociologica del tradimento. …Il tradimento dell'(apostolo) Pietro mostra che e’ sempre in agguato la possibilita’ di essere traditi, ma anche quell di diventare traditori. Non solo non possiamo giurare sul comportamento dell’altro, se non per fiducia cieca o per atto di fede, ma non possiamo mai sinceramente e onestamente neppure giurare su noi stessi poiche’ nessuno puo’ predire quanto e come l’incontro con l’altro ci mutera’, ne’ cosa creeremo insieme all’altro.” G. Turnaturi

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

 

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