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GASLIGHTING

Il Gaslighting che è una tecnica di crudele ed infida manipolazione mentale. Il termine è derivato dal titolo del film “Gaslight” (1944) del regista americano Georg Cukor, uscito in italiano con il titolo di “Angoscia” e tratto dalla pièce teatrale “Angel Street”. Si tratta di un dramma psicologico che narra della vita matrimoniale tra un uomo affascinante ed una bellissima donna. Dopo un periodo felice il rapporto si incrina ed il marito, con una diabolica ed artificiosa tecnica psicologica, alterando le luci delle lampade a gas della casa, spinge la moglie sull’orlo della pazzia. Solo l’intervento di un detective riuscirà a ristabilire la verità, scoprendo che il marito della vittima è uno psicopatico criminale.

Il gaslighting è un comportamento che la persona abusante mette in atto per minare alla base la fiducia che la vittima ripone in sé stessa, dei suoi giudizi di realtà, facendola sentire confusa fino a dubitare di stare impazzendo. E’ una subdola azione di manipolazione mentale con la quale il gaslighter, così si chiama l’agente di questo comportamento, mette in dubbio le reali percezioni dell’altra persona, facendola dubitare di se stessa, facendola sentire “sbagliata”. Esso ha molte analogie col mobbing familiare

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

MOBBING NELLA COPPIA E GASLIGHTING

Il mobbing all’interno della coppia, detto anche mobbing familiare è condotto all’interno delle dinamiche relazionali coniugali e familiari ed è finalizzata alla delegittimazione di uno dei coniugi e alla estromissione di questo dai processi decisionali riguardanti la famiglia in genere e nello specifico i figli.

Il mobbing familiare più frequente è quello che coinvolge le famiglie separate e viene messo in pratica da parte del genitore affidatario nei confronti di quello non affidatario al fine di spezzare il legame genitoriale nei confronti dei figli. Spesso questo comportamento ha come grave conseguenza la generazione nei figli della PAS (Parental Alienation Syndrome), ovvero la Sindrome da Alienazione Genitoriale.

Recenti studi e ricerche, hanno evidenziato come questo particolare tipo di mobbing stia diventando sempre più frequente nelle relazioni coniugali contraddistinte da una intensa conflittualità.

In alcuni casi, il mobbing familiare si presenta attraverso una serie di strategie “persecutorie” preordinate da parte di uno dei coniugi nei confronti dell’altro coniuge, allo scopo di costringere quest’ultimo a lasciare la casa coniugale o ad acconsentire, ad esempio, a una separazione consensuale, pur di chiudere rapporti coniugali fortemente conflittuali[3].

Il mobbing familiare è riconducibile a quattro casi:

  • sabotaggi delle frequentazioni con il figlio,
  • emarginazione dai processi decisionali tipici dei genitori,
  • minacce,
  • denigrazione e delegittimazione familiare e sociale.

Ha diverse anaologie col mobbing familiare il Gaslighting che è una tecnica di crudele ed infida manipolazione mentale. Il termine è derivato dal titolo del film “Gaslight” (1944) del regista americano Georg Cukor, uscito in italiano con il titolo di “Angoscia” e tratto dalla pièce teatrale “Angel Street”. Si tratta di un melodramma psicologico che narra della vita matrimoniale tra un uomo affascinante ed una bellissima donna. Dopo un periodo felice il rapporto si incrina ed il marito, con una diabolica ed artificiosa tecnica psicologica, alterando le luci delle lampade a gas della casa, spinge la moglie sull’orlo della pazzia. Solo l’intervento di un detective riuscirà a ristabilire la verità, scoprendo che il marito della vittima è uno psicopatico criminale.

Il gaslighting è un comportamento che la persona abusante mette in atto per minare alla base la fiducia che la vittima ripone in sé stessa, dei suoi giudizi di realtà, facendola sentire confusa fino a dubitare di stare impazzendo. E’ una subdola azione di manipolazione mentale con la quale il gaslighter, così si chiama l’agente di questo comportamento, mette in dubbio le reali percezioni dell’altra persona, facendola dubitare di se stessa, facendola sentire “sbagliata”.

Fonte: Gaetano Giordano, Conflittualità nella separazione coniugale: il “mobbing” genitoriale , 2003, Psychomedia Telematic Review

Link http://www.psychomedia.it/pm/grpind/separ/giordano.htm

ARTICOLO COLLEGATO IL MOBBING FAMILIARE: LE CONSEGUENZE GIURIDICHE – AVV.PAOLA VIGO

 

 

TESTIMONIANZE

IL MIO COMPLEANNO LO PASSERO’ DA SOLA

claudia72 Età: 35 Salve, oggi è il mio compleanno e… lo passerò completamente da sola. Mio marito si è svegliato stamattina molto prima di me, si è chiuso in bagno e poi è uscito senza dire una parola. Ho ricevuto poi un sms verso le 11 con scritto “non preparare la cena nè stasera nè per le serate successive, divertiti…” Simpatico… sà benissimo che sono completamente sola, che non ho neanche un lavoro e che me ne starò chiusa in casa tutto il giorno.

Per sposarlo ho litigato con i miei (che ancora mi rimproverano e mi dicono che mi sta bene quello che è successo perchè era prevedibile finisse così), per stare con lui e per avere una possibile famiglia con lui ho lasciato perdere un lavoro fisso che avevo duramente conquistato dopo tanti anni di studio (e con uno stipendio da favola). Per assecondarlo ho lasciato tutte le mie amicizie (perchè lui era geloso addirittura se anche solo parlavo o telefonavo con le mie amiche).

Mi ha mandato all’ospedale con il naso rotto, mi ha messo diverse volte le mani addosso. Mi ha fatto il vuoto intorno, mi ha convinto che nessuno mi vuole bene, nemmeno i miei. Mi ha fatto il lavaggio del cervello convincendomi che sono brutta, che lo dovevo ringraziare perchè solo lui poteva prendermi e se non era per lui sarei rimasta ancora zitella…

Ha cercato di affossarmi sempre con gli amici e con i conoscenti, minimizzando le mie doti e i miei successi (scolastici e lavorativi) e mettendosi sempre e solo lui al centro dell’attenzione, come una primadonna. Mio marito è invidioso di me, di quello che ero (una ragazza allegra, felice, carina, studiosa e fortunata nel lavoro)e mi ha ridotto triste, depressa, sovrappeso e disoccupata.. non ho più nulla, non faccio altro che mangiare per riempire il vuoto che ho dentro.. il vuoto d’amore.. oggi compio 35 anni ed eccomi qua… sola come un cane…

COMMENTI

L’amore è un sentimento strano, nel tuo caso autolesionistico. Non è giusto per nessuno amare una persona del genere. Tu vali molto di più. Guardati allo specchio, ripetiti che sei migliore e che è lui che non merita te. Non annullarti per un mostro simile, non lo meriti davvero…

..io ho vissuto cosi’ l’amicizia con la mia migliore amica che oggi adoro ma che a 20 odiavo…oggi ho scoperto tutte le sue debolezze e si lascia finalmente aiutare..ho scoperto quanto la sua insicurezza l’avesse resa aggressiva. Ci siamo allontanate per un po’ di anni e adesso sappiamo che la nostra amicizia durera’ per sempre.. Anche tuo marito e’ sicuramente una persona insicura e tu sei probabilmente il bersaglio su cui sfogare le sue frustrazioni..ha piu’ bisogno di aiuto lui..aiutalo reagendo con una cattiveria positiva e fatti rispettare un po’ di piu’ dimostrando tutta la tua forza ed intelligenza.. un bacione

Claudia, sono sicura che hai ancora tanta energia dentro di te. Sei giovane e la vita cambia traiettorie e direzioni anche improvvisamente. Vedrai che imparando a conoscersi e a capire perché abbiamo permesso a qualcun’altro di scegliere al posto nostro, possiamo a poco a poco riprenderci la nostra vitalità. Un abbraccio

ciao, sono rimasta molto colpita dal tuo sfogo. Anch’io, sia pure con delle differenze importanti, vengo da un’esperienza molto simile alla tua. Ho sopportato per molti anni le umiliazioni che mi sono state inflitte con gesti, parole, sguardi il tutto dettato da un atteggiamento di costante competizione nei miei confronti da parte di quell’uomo che tanto amavo e rispettavo. ma un giorno ho avuto il coraggio di dire basta e anche se la mia scelta così drastica ha portato molto dolore finalmente mi guardo allo specchio e vedo una giovane donna di 32 anni con tante cose da dare e ricevere dalla vita. perciò abbi coraggio e ricorda che nessuno ha il diritto di metterci le mani addosso e umiliarci. Non temere la reazione della tua famiglia, il loro è uno sfogo normale, vedrai che nel momento in cui avrai maggior bisogno di loro non ti lasceranno sola e saranno il tuo punto di forza. Un abbraccio

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

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