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LA TEORIA DELLO SPECCHIO DI LACAN IN AMORE

Lo psicanalista Lacan ha elaborato la ‘Teoria dello Specchio’ nella quale afferma che tra i sei e i diciotto mesi il bambino, in braccio alla madre, davanti allo specchio reagisce dapprima all’immagine come se appartenesse a un altra persona, ma, nel momento in cui incrocia lo sguardo della madre nello specchio, l’immagine gli si rivela come sua. Se quest’altro sguardo non dicesse al bambino che l’immagine gli appartiene, egli continuerebbe a considerarla come qualcosa di esterno. L’investimento del bambino si attua prima ancora che sul proprio corpo, percepito come frammentato, sull’immagine completa dello specchio, sull’altro riflesso nello specchio.

Questa è la prima identificazione, immaginaria, ed è due volte alienante perché dipende dallo sguardo della madre: se questo sguardo nello specchio non lo vedesse, egli non si riconoscerebbe. L’immagine del corpo sostituisce la realtà del corpo. Ciò che è investito è l’altro nello specchio e nello stesso tempo il desiderio dell’altro, attraverso lo sguardo della madre. Identificandosi con la madre il bambino assume il desiderio della madre come proprio.

Nella relazione d’amore in etò adulta  avviene un processo simile, solo che al posto della madre c’è il partner. Ci si rispecchia insieme al partner e se non si percepisce che questo rispecchiamento è reciproco si ha la sensazione di non essere riconosciuti come persona da amare.

Un esercizio che consiglio di effettuare alle coppie è di guardarsi insieme nello specchio alla ricerca del reciproco desiderio e riconoscimento.

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa).

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