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MOLESTIE E VIOLENZE PSICOLOGICHE

Possiamo considerare molestie e violenze psicologiche (l’elenco e lungi dall’essere esaustivo):

  • la molestia e violenza verbale
  • i comportamenti sadici che procurano sofferenza
  • i comportamententi tesi a sottovalutare l’altro
  • i comportamenti tesi a manipolare l’altro
  • il rifiuto affettivo di uno dei due all’interno della coppia
  • le pretese eccessive o sproporzionate rispetto alle possibilità dell’altro
  • i comandi e le ingiunzioni contradditorie ed impossibili da attuare

Queste molestie e violenze sono effettuate in maniera subdola, non troppo evidente, allo scopo di destabilizzare l’altro senza che chi le attua se ne assuma la responsabilità. Infatti, spesso, la vittima si coilpevolizza a tal punto da ritenere di meritare tali comportamenti.

Nel passato affettivo e relazionale dei soggetti vittime di tali molestie e violenze si riscontra un modello simile nella coppia genitoriale.

 

TESTIMONIANZE

Buongiorno.Io non so se riuscirò a vivere mai un amore pieno, normale, duraturo, maturo.Non so se riuscirò mai a realizzarmi nell’amore, così come nella vita.E credo che, prima del mio amore malato per un uomo, ci sia una delicata storia di infanzia negata, violata da due genitori che non hanno saputo trasmettermi la dignità di esistere. Inoltre, la mia incapacità di gestire relazioni sane con gli uomini, è solo il riverbero di una vita di umiliazioni, ahimè, autoinferte e reiterate.E’ come se la profezia lanciata da mio padre (uomo alcolista e violento) quando ero bambina: “Tu sarai sempre una serva!!”, si fosse autoavverata in tutti i campi della mia vita.E ora non so proprio con chi prendermela…Mio padre, che ha reso la mia infanzia terrificante, oggi è malato e infermo… mia madre è una anziana signora che si occupa di lui con tutta ladedizione di una coalcolista.Quando ero bambina temevo l’ira incontrollata di mio padre e pensavo che mia madre fosse la vittima sacrificale di tutta quella violenza. Povera mamma, pensavo, anche se a volte la imploravo di andarcene via da casa, io lei e le mie tre sorelle. Lei rispondeva che no, non si poteva e piangeva sulla mia spalla. Io, la consolavo.A sei anni consolavo mia madre che piangeva sulla mia spalla dopo che mio padre ubriaco l’aveva picchiata; spesso picchiava anche le mie sorelle (più grandi di me) e rompeva i mobili di casa (così celebrava compiutamente la sua rabbia).Salvo poi lasciami sola con lui, dopo queste sfuriate, io l’unica figlia che non toccava, per andarsene fuori casa qualche ora con le mie sorelle. E io avevo sempre paura che mi abbandonassero lì con mio padre quando, ubriaco e sfinito, si sdraiava accanto a me (impietrita dalla paura) per dirmi frasi sconnesse o chiedermi di tagliargli le unghie dei piedi. La mia infanzia, periodo di oscurantismo medievale, finisce a 15 anni, quandome ne vado di casa. Ma “le streghe son tornate”, a 19 anni quando scopro di essere sieropositiva, contagiata per via sessuale dal mio ragazzo, extossicodipendente. Dieci anni di aspettativa di vita, dicono i medici del reparto infettivi; l’esperienza fin ora non offre prospettive migliori. Quindi mi do da fare, rimuovo il problema, mi prendo la vita e la mangio finoall’osso. Studio, cinque anni di magistrali serali, che mi aprono al mondo meraviglioso ed intrigante della cultura; mi diplomo, faccio teatro, vado ateatro… lavoro in Comune.. decido di entrare in terapia (psicodramma), vivo da sola, anche se ho qualche storia. E’ difficile incontrare un uomo che non utilizzi la questione sieropositività per non impegnarsi… Comunque sono tutte relazioni con uomini problematici e abbandonici… Uno mi dice che mi lascia perchè non vuole vivere un lutto (ma io sto ancora molto bene…), l’altro non vuole fare l’amore con me e finisce per non baciarmi neanche più, l’altro ancora mi ama alla follia, mi conquista come fosse una prova con sé stesso… salvo poi lasciarmi quando io mi innamoro davvero. Un altro ancora si prodiga per avere le mie attenzioni, poi comincia a parlarmi diffusamente della sua ex e di quanto lui ne è ancora innamorato…Poi è la volta di un ex tossicodipentende, che proprio ex non è, quindi lo lascio e lui mi deruba, svuotandomi la casa. Insomma un disastro! Mi svendo,sì, per un abbraccio caldo vendo l’anima, a alla fine sono sempre più sottile… fragile, confusa, incapace di valutare se e quanto valgo.. La cosa diabolica è che, quando incontro gli uomini della mia vita, sento subito “puzza di bruciato” e malgrado ciò o forse proprio per questo, cado trale loro braccia come una pera matura… Consapevole che quello non è un uomo sano. Nelle mie storie, il timore fa parte del gioco. Sono consapevole di entrare ogni volta nella tana del lupo, ma quella tana mi attrae ed è come se non potessi starne fuori.E’ una specie di maledizione, un’implacabile destino che continuo ad assecondare nell’amore così come nella vita. Sì, nella vita, appunto, ho continuato a boicottare ogni prospettiva che fosse positiva per me. Ho cambiato una decina di volte casa, con un dispendio dienergie e denaro non indifferente. Avevo un lavoro sicuro, statale, ma mi sono licenziata per inseguire il sogno dell’Università… che ho concluso. Così ora sono una laureata con 110 e lode (educatore interculturale – che caso, mi piace potermi occupare degli “ultimi” gli immigrati), precaria, part-time diquarantadue anni. E, per integrare faccio la badante ad una nonnina di 99 anni, una noia mortale,un delirio, un’agonia, una svalorizzazione senza precedenti… una regressione negativa, ai tempi in cui facevo le pulizie e “ramazzavo” mezza città per pagarmi le spese di casa. La serva faccio, una serva laureata, con un’intelligenza brillante (così dissero alcuni miei docenti), ma sempre serva rimango, come mi diceva sempre mio padre.Come il protagonista di una poesia tratta dall’antologia di Spoon River il cui epitaffio suonava più o meno così: “Povero marinaio, la sua nave è logora, è lui ora non c’è più. Nessun naufragio, non ha mai salpato oltre il porto, si è dibattuto rovinosamente contro sé stesso”. E’ gli uomini ?Ho vissuto sei anni con un uomo, un amico di vecchia data che non credo diavere mai amato… Lui è una persona anaffettiva, introversa, impermeabile alleemozioni… ma non può fare diversamente. Non ha avuto altre relazioni oltrequella con me. Sua madre era depressa cronica, costantemente dentro e fuoridall’ospedale psichiatrico. Non credo possa essere diverso da quello che è, nési possa concedere il lusso di assaporare ed esprimere le proprie emozioni… Eneppure fidarsi di una donna. So che non si siamo incontrati per caso, ma ora èfinita e non gliene voglio.Ora ho una relazione con un uomo di colore incasinatissimo, senza soldi, moltoafricano, analfabeta, ma che mi sa coccolare. Ancora una volta una storia senzafuturo… Questa mattina mi ha chiesto in prestito 600 euro per l’assicurazionedella sua macchina. Io non glieli ho dati, ma ora mi sto domandando se domanici vedremo oppure lui sarà risentito con me… Una donna sana sarebbe lei risentita, credo.C’è speranza per me?Vi prego, non lasciatemi sola…Silvia

kikketta Età: 30 Salve, leggendo sul vostro sito, mi sono resa conto che le testimonianze riguardano soprattutto chi è stato “affetto”da dipendenza affettiva o scarsa autostima, ma non ci sono testimonianze al riguardo di chi tale dipendenza l’ha subita.Vi scrivo in quanto non sempre chi sta dall’altra parte è una persona che si comporta male in termini di tradimento, scarsa attenzione nei confronti del partener, violenza, poco tempo a disposizione della coppia ecc. Cosi leggendo diversi testi al riguardo (tra cui anche il libro della Norwood),mi sono resa conto che sebbene il rapporto io lo volessi vivere in modo normale, senza approfittare, o mancare di rispetto o tradire, anzi con un completo travolgimento e amore si sono comunque innescati in lui meccanismi che non sono legati a miei comportamenti (e non essendo del mestiere) non potevo capire (e che lui ovviamente non mi ha mai detto). Sono stata travolta da colpevolizzazioni, quando ormai aveva deciso di allontanarsi, ed insulti su cose che neanche lontanamente, non ho non solo fatto, ma neanche mai pensato di fare che mi hanno fatto cadere in una profonda crisi, poichè vedendolo soffrire(ed andare in terapia) pensavo di averli realmente fatti.La conseguenza per me è stata probabilmente “amare troppo”. Sono attualmente in terapia per capire perchè in me si sono successivamente innescati tali comportamenti, ma sono sicurissima, ORA, di essermi sempre comportata bene.

anna Età: 36 Leggendo il sito , mi chiedevo se sia possibile uscire dalla dipendenza affettiva pur rimanendo all’interno della relazione. Mi piacerebbe tantissimo poter amare , prendendo il bello del sesso e della passione senza soffrire per tutto l’altro dell’Altro. Si’, perche’ il mio principe azzurro all’improvviso si trasforma in un ranocchio…… Come faccio a non soffrire, quando torna a casa dopo una notte fuori perche’ lui dice, io l’ho fatto innervosire? Come faccio a dormire durante queste notti? Come faccio a non provare odio quando lui , come adesso torna di mattino e dorme come un bambino ed io vorrei ammazzarlo, fisicamente intendo.Come faccio stamattina a nuotare, passeggiare, fare compere, questa rabbia mi succhia tutta l’energia. Quando l’ho conosciuto ero autonoma, indipendente, libera nell’animo, ballavo ,sorridevo. Ora sono seriosa, spesso triste, silenziosa, sola. Continuo a ballare pero’,quando lui non torna a casa….. No, non mi tradisce, va solo al bar e torna a casa ubriaco e con una terribile puzza di birra e sigarette. Non accade spesso, ma quando accade lui mi dice che e’ colpa mia.Questo mi rende triste.Io so che non e´cosi’ eppure mi faccio sfiancare da queste accuse.Dove sono tutto il suo rispetto, il suo amore, la sua lealta´quando torna a casa ubriaco? Lui dice e’ colpa mia, scappa da me , dalla mia negativita’….. Pero’ se oggi io volessi scappare dalla sua puzza e dalla sua negativita’ io sarei solo una puttana, come dice lui.Quando io prendo o tento di avere il suo stesso spazio, non va piu’ bene, il gioco funziona diversamente. Stanotte lui ha fatto cio’ che voleva, adesso dorme ed io devo stare a casa, altrimenti, dice lui, significa che ho fatto quello che ho fatto per uscire sola. Spesso ho pensato di essere vittima di violenza domestica, psicologica, una violenza che mi manipola. Adesso sto iniziando a diventare strategica, aspetto lunedi per essere felice, vado a nuotare quando lui lavora……Inizio a sognare di conquistare altri uomini, di tradirlo a casa nel nostro letto…. La gioia piu’ grande, amarlo con freddezza, senza soffrire, usandolo un po’…Mi piacerebbe avere un dialogo, un aiuto sono sola.

libera75 Età: 32 Il mio matrimonio è finito dopo appena due anni di violenze fisiche e psichiche, una storia veloce inizialmente appassionata ma immatura che poi si è rivelata un inferno.. che mi ha regalato un figlio meraviglioso che rappresentava e rappresenta l’unico motivo per lottare e andare avanti. Ho raccolto a fatica i pezzi della mia vita tra attacchi di panico e depressione ma ce l’ho fatta ho lottato e ne sono uscita e dopo sette anni ho incontrato l’uomo della mia vita, almeno pensavo che lo fosse!S ono ormai 5 anni di dipendenza emotiva, dopo i primi momenti di dolcezza si è rivelato peggiore del mio ex, sono ricominciate le violenze mi dice che sono io che lo provoco, che sono io la pazza, che sono io che non gli do sicurezza ed è per questo che lui non vuole vivere con me , avere una famiglia con me…da un anno mangio e vomito… sono stanca

nikita N° di riferimento: 661717106 Età: 50 Da più di venti anni vivo un rapporto di coppia che ha portato allo sfinimento totale sia me che la mia famiglia di origine. Dopo anni di maltrattamenti psicologici fisici e di mancanza di rispetto per la mia persona e non solo, bisognosa in modo grande di amore poichè soffro di carenza d’affetto sin da bambina, non solo non mi è stato dato questo ma si è infierito contro di me come donna perchè dovevo sottomettermi a schemi di vita inaccettabili. Tre tentativi di separazione messi in atto da me ma mai andati a buon fine perche vittima di ricatti e angherie assurde da parte di mio marito e parenti. Allontanata da tutti per false calunnie da parte di lui per costringermi a tornare. Sopprusi e sofferenze psicologiche atroci fino a quando un mio giovane figlio si toglie la vita per problemi sopraggiunti e che io in questa situazione non sono riuscita a tamponare. Soluzione a tutt’oggi: Con la tragica perdita mi son sentita obbligata a ritornare accanto a quest’uomo che senza di me diventa pazzo violento piu che mai, incontrollabile e quindi indispensabile una vigilanza a favore di un un unico figlio rimasto. A nulla son sevite le mie costanti richieste di aiuto a dottori, psicologi, assistenti sociali. Niente oggi grazie a loro mi ritrovo con un figlio morto e mio marito vivo e vegeto che sguazza ancora nella sua più che evidente stranezza che tutti proteggono perchè lui è un uomo e io una donna perchè lui è un compaesano e io una trapiantata. Tutti lo proteggono, dal medico di famiglia dall’avvocato di famiglia dai parenti perchè timorosi e io sono una vittima come ………., lei lo ha perso in grembo il figlio io no, ma è lo stesso. Morta sta in una bara lei e pure puttana le dicono. Nooooooooo basta. Basta agli uomini padroni, basta. I talebani sono gli italiani. Io in trenta anni non ho mai vissuto i miei bambini non han potuto mai tirare un vero sorriso dentro la loro casa Io ho perso un figlio ma nessuno qui fa una piega. Sopra casa mia due anni fa han portato via tre bare bianche madre e 2 figlioletti e lui sta uscendo di prigione e gli daranno pure il capitale della moglie. Sa cosa dice il fratello? A ma lui voleva bene ai figli …. Si così bene da ammazzarli…. Cristo per pietà per carità basta. La giustizia non c’è per noi mogli e mamme, ma aiutatemi vi prego almeno a rimanere nella casa dove ho fatto nascere mio figlio e dove lui ha voluto morire. Aiutatemi a rimanere una donna normale come io sono. Nonostante tutto credo ciecamente in me. …..ma a che serve? le mamme in queste condizioni non possono aiutare veramente i figli come andrebbero aiutati perchè loro hanno bisogno di piu aiuti degli altri perchè sono figli dell’insicurezza del dubbio, del disamore di due genitori non fatti l’uno per l’altra. Mio marito accumula e a noi da le bricciole ciò che avanza se avanza. Io non so più se sono una donna o un oggetto o un trespolo io non so più dove sta il riso o il pianto.. io per vivere una giornata normale devo non pensare e per non pensare devo annullare e per annullare devo pensare che non esisto. I miei occhi son stati creati non per vedere ma per piangere. E allora dov’è l’amore di Cristo l’amore del nostro simile dov’è? per chi soffre come me per chi sa di aver perso un figlio in fiore frutto delle mie fatiche.. per egoismo e malvagità a lungo termine che neppure i più bravi avvocati possono portare a verità? mascherate dal falso bene. E c’è chi giustifica questi uomini chi li protegge… …… è morta .. e la vita continua. Nikita piange da più di vent’anni ora le lacrime sono più dense ma a nessuno importa. Nikita aveva tante cose belle da dare amore, tenerezze, baci e carezze, ma lui non le ha mai volute e oramai dentro il sangue si stà seccando, la linfa non scorre piùc ome prima ma lui ? Lui continua il suo percorso di lava vulcanica ….. dove passa PIETRIFICA.

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

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