PSICOBIOLOGIA DELL’AMORE

Negli ultimi anni la ricerca scientifica sta cercando di comprendere la neurobiologia dell’amore, il senso profondo che orienta l’essere umano verso l’accoppiamento ed il legame affettivo Nel 1980 lo psichiatra Michael Liebowitz ha individuato nell’amore due stadi fondamentali: l’attrazione e l’attaccamento. Mentre nella prima condizione dominano le emozioni finalizzate alla costituzione della coppia (desiderio, piacere, esaltazione, speranza ma anche paura di perdere l’oggetto d’amore, l’attenzione focalizzata, la sensibilità estrema agli atteggiamenti dell’altro fino alla gelosia morbosa ed ingiustificata), mediate verosimilmente dai circuiti dopaminergici deputati a rappresentare le emozioni in risposta a stimoli edonici, nel secondo stadio è prevalente la sensazione di benessere, sicurezza e attaccamento associata alla liberazione di altri neurotrasmettitori, come endorfine o ossitocina.

“La neuroscienza ci dirà presto di più sull’amore, sull’attaccamento e sulle sostanze chimiche coinvolte, sui circuiti e sulle zone del cervello in cui ciò avviene – ipotizza il neurofarmacologo Gian Luigi Gessa nel saggio “Cocaina” (Rubbettino Editore) – ma ci vorrà molto tempo prima che ci spieghi perché a stimolare quei neuroni e a liberare quei neurotrasmettitori sia quel particolare uomo o donna e non altri”.
Inoltre sta avvicinandosi il giorno in cui le sensazioni prodotte dall’amore potrebbero essere provocate artificialmente, a comando, ingurgitando una capsula con un bicchier d’acqua. “Medicinali che manipolano i sistemi del cervello per aumentare o per diminuire i sentimenti per un’altra persona potrebbero non essere lontani”, annuncia il professor Larry Young, biologo della Emory University, in un articolo sulla rivista scientifica Nature. Se fino ad ora ci siamo accontentati della pillola dell’amore inteso come sesso, vedi il Viagra e altri prodotti simili, dietro l’angolo sembra dunque intravedersi la prospettiva della pillola dell’amore sentimentale. Di esperimenti del genere si parla già da qualche tempo, con test condotti su topolini e altri roditori in cui i dongiovanni della specie si tramutano all’istante in coniugi votati alla monogamia. Ma gli studi cui si riferisce il professor Young sono rivolti agli esseri umani. È per esempio già stato dimostrato, afferma lo scienziato, che annusare una spruzzata dell’ormone ossitocina accresce la fiducia e fa sentire una comunanza di emozioni con il prossimo.
L’ossitocina, spiega nell’articolo, produce una sensazione di soddisfazione e contentezza in modo simile alla nicotina e a droghe come cocaina ed eroina, con un’azione chimica sul cervello praticamente identica a quella registrata in madri che guardano fotografie dei loro bambini o in persone che guardano fotografie dei propri innamorati. Studi attualmente compiuti in Australia, secondo la rivista Nature, stanno cercando di determinare se uno spray all’ossitocina potrebbe aiutare a ottenere migliori risultati nelle terapie dei consulenti matrimoniali per rimettere insieme coppie in crisi. Qualche prodotto che si vanta di realizzare risultati simili è già apparso sul mercato. Recentemente alcuni siti Internet hanno cominciato a reclamizzare un’acqua di colonia chiamata Enhanced Liquid Trust (Rafforzamento della Fiducia Liquido), contenente una miscela di ossitocina e ferormoni che garantirebbe “progressi nel campo delle relazioni sociali e sentimentali”. Il professor Young è scettico al riguardo, osservando che difficilmente prodotti di tal tipo aumentano qualcosa, tranne la fiducia in se stessi, alla stregua di un placebo. Ma lo studioso crede che sia solo questione di tempo, e nemmeno molto, prima che un medicinale possa fare innamorare, o disinnamorare, anche questa una prospettiva interessante, chi ci sta davanti.

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

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IL RICORDO IN AMORE

Il ricordo ama giocare a nascondino come i bambini. Si rintana. E’ incline all’adulazione e gli piace abbellire, spesso senza necessità. Contraddice la memoria, che si comporta con pedanteria e vuole avere litigiosamente ragione.

Se viene molestato con domande, il ricordo assomiglia ad una cipolla che vorrebbe essere sbucciata perché, carattere dopo carattere, sotto la prima tunica, ancora secca e cricchiante, si trova la successiva che, appena staccata, ne libera una terza, umida, sotto alla quale una quarta, una quinta attendono e bisbigliano. E tutte quelle successive trasudano parole troppo a lunghe evitate, anche disegni e ghirigori, quasi che qualcuno, volendo fare il misterioso fin da giovane, quando la cipolla era ancora in germoglio, avesse cercato di codificare se stesso.

Già si risveglia l’ambizione: questi scarabocchi devono essere decifrati, quel codice forzato. Già viene confutato ciò che di volta in volta vuole avere fondamento di verità, perché spesso la bugia o la sua sorellina minore, la voglia di barare, costituisce la parte più inalterabile del ricordo; messa sulla carta suona credibile e ostenta particolari che dovrebbero avere l’esattezza di una fotografia in assenza di vento…

La cipolla ha molte pelli. Se ne parla al plurale. Appena sbucciata si rinnova. Tagliata butta lacrime. Solo quando la si sbuccia dice la verità

…Il tempo deposita strato dopo strato. Quello che ricopre è visibile tutt’al più attraverso le fessure, attraverso una fenditura temporale che si allarga solo a fatica.

Gunter Grass, Sbucciando la cipolla, Einaudi

Bisogna cominciare a perdere la memoria , anche solo ogni tanto , per comprendere che la memoria è ciò che riempie la nostra vita .La vita senza memoria non è vita .

La nostra memoria è la nostra coerenza , la nostra ragione ,il nostro sentimento , persino la nostra azione . Senza di lei non siamo niente. Luis Bunuel

“Quando si parla dell’amore per il passato, bisogna fare attenzione: si tratta dell’amore per la vita; la vita è molto più al passato che al presente. Il presente è un momento sempre breve,anche quando la sua pienezza lo fa sembrare eterno.

Quando si ama la vita, si ama il passato perché esso è il presente qual è sopravvissuto nella memoria umana. Il che non vuol dire che il passato sia un’età d’oro: esattamente come il presente, è al tempo stesso atroce, splendido, o brutale, o semplicemente qualunque.” (Marguerite Yourcenar – Ad occhi aperti)

 

Dott. Roberto Cavaliere

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IL CUORE SACRO

“….la signora era solita dire che ciascuno di noi ha dentro di se’ due cuori, uno e’ un cuore sacro, ma e’ occultato dall’altro, che lo nasconde, fino a che non veniamo in contatto con il nostro cuore sacro…..allora noi possiamo veramente sentire il cuore sacro che e’ dentro di noi…”

dal film “Cuore Sacro” di Ozptek

 

Uso la metafora del film di Ozptek ad indicare come in ognuno di noi siano presenti due cuori: uno che ama o può amare in maniera sana e l’altro che è quello che generalmente manifestiamo nelle relazioni affettive, quello che mendica amore. Distinzione che rimanda a quella in psicologia fra vero sè e falso sè.

Come nel film di Ozpetek, quando scopriamo il cuore sacro che è presente in noi non mendichiamo più amore ed entriamo in relazione coll’altro in maniera sana, ‘sacra’.

Ma come fare per entrare in contatto col nostro cuore sacro ? Per rispondere a questa domanda bisogna ritornare ai nostri copioni affettivi passati. Solo un affetto o un amore disinteressato (da un familiare o da un partner) può permetterci d’entrare in contatto col nostro cuore sacro. Quest’ultimo necessita di un amore che lo riporti alla luce.

 

Dott. Roberto Cavaliere

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IL PRINCIPIO D’INDIFFERENZA IN AMORE

Il principio d’indifferenza è stato elaborato dall’economista J.M.Keynes e può essere sintetizzato così: se non abbiamo valide ragioni per supporre che qualcosa sia vero o falso, possiamo assegnare pari probabilità ad entrambe . Questo principio ha trovato applicazione in diversi campi, oltre l’economia, la scienza, la statistica, la filosofia ed anche la psicologia.

Vediamo se è possibile applicarlo anche nel campo delle problematiche affettive.

Una persona non sa se credere o meno al proprio partner e non ha valide informazioni per propendere per un ipotesi o un altra. Può essere una promessa di matrimonio, una dichiarazione d’amore, il dichiarare di non aver tradito o qualsiasi altra problematica. Può essere vero quello che afferma; può essere falso. E’ identico al lancio di una monetina: le probabilità sono pari.

Ma quali sono le possibile conseguenze.

  • Supponiamo che accettiate per vero quanto vi viene dichiarato. Se l’altro è nel falso, non guadagnate nulla, ma se è nel vero godrete appieno della serenità e della felicità che derivano dall’aver dato fiducia.
  • Supponiamo che rigettiate quanto vi viene dichiarato. Se l’altra persona è nel falso non perdete nulla. Ma se l’altro è nel vero, avete perso una possibilità di essere sereni felici col vostro partner.

Ritengo che bisogna sempre valutare qual è la posta in gioco. Più essa è alta più vale la pena scommettere sul fatto che le dichiarazioni dell’altro siano veritiere.

 

Dott. Roberto Cavaliere

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LE TIPOLOGIE D’AMORE SECONDO BERGMANN

«La fine dell’amore porta con sé un aumento della rabbia e dell’aggressività dirette ora contro l’amante che li ha abbandonati, ora contro il Sé. Si ha l’impressione che in precedenza l’odio fosse trattenuto dall’amore, ma che ora le chiuse dell’odio e della depressione minaccino di schiacciare la persona colpita dal lutto». Martin S. Bergmann “Anatomia dell’ amore” (Einaudi, Torino, 1992)

 

Lo psicoanalista americano Martin S. Bergmann ha classificato le modalita’ di amare nel suo libro “Anatomia dell’ amore” (Einaudi, Torino, 1992), distinguendone ben quindici tipologie.

Le principali tipologie d’ amore individuate da Bergmann sono:

INFATUAZIONE. E una passione spropositata e irragionevole, che e’ caratterizzata dall’ immediato abbandono di tutti i legami precedenti e dal fatto che diventa presto una passione assolutamente esclusiva. Ma e’ un vero fuoco di paglia, e la sua fine e’ tanto repentina quanto improvviso e violento e’ stato il suo inizio.

TRIANGOLO D’ AMORE. Per sua natura l’ amore sarebbe portato a restare confinato nella coppia, ma chi e’ uomo di mondo sa che questa sembra destinata a diventare piu’ l’ eccezione che la regola. Effettivamente molte persone riescono ad amare soltanto all’ interno del classico triangolo, altrimenti si sentono soffocate. Secondo la psicoanalisi la capacita’ di amare unicamente in un rapporto triangolare indica il persistere di problemi legati alla fase edipica dello sviluppo.

AMORE CONFLITTUALE. E un’ altra varieta’ che caratterizza le persone alle quali la coppia va decisamente stretta. Questo tipo di amore si distingue per la presenza del bisogno di oggetti d’ amore supplementari, oltre a quello, per cosi’ dire, istituzionale. Gli psicoanalisti ritengono che nell’ infanzia delle persone che provano questo tipo di bisogno ci siano stati molti oggetti d’ amore diversi (per esempio varie bambinaie).

SESSUALITA SENZA AMORE. Ci sono rapporti basati su un’ intensa relazione sessuale senza che si sviluppino concomitanti sentimenti d’ amore. Sembra che una delle principali differenze rispetto ai veri rapporti d’ amore sia nel fatto che in questi ultimi le persone regrediscono un po’ verso l’ infanzia, in sostanza son piu’ capaci di giocare, mentre nel rapporto puramente sessuale i due partner restano sempre a livello adulto.

AMORE MASOCHISTICO. “L’ amore e’ una nebbia formata col vapore dei sospiri” scriveva Shakespeare, a voler sottolineare come la sofferenza sia una parte integrante del godimento che proviene dall’ amore. In questo senso l’ amore masochistico deve essere considerato, quindi, soltanto un’ esagerazione di quel sentimento di dedizione totale che si prova sempre durante l’ innamoramento.

AMORE DI PIGMALIONE. Descritto per la prima volta dal poeta latino Ovidio, questo tipo di amore ha come sua principale caratteristica una forte valenza pedagogica. Chi ama sente il bisogno di istruire l’ altro, e ogni circostanza e’ buona, per modellarlo a proprio piacimento. “L’ amore di Pigmalione spesso porta a rapporti felici e duraturi . afferma Bergmann . ma corre gravi rischi quando l’ allievo vuole l’ uguaglianza e intende asserire la propria individualita’ “.

AMORE INIBITO NELLA META. E una forma di amore che frequentemente fa da musa ispiratrice per gli artisti, come nel caso di Dante che certo provo’ tale sentimento nei confronti di Beatrice. La meta inibita, ovviamente, e’ la sessualita’ , che in tale forma di amore e’ totalmente assente. E quando viene a mancare in tal modo anche ogni forma di gelosia, praticamente si sfocia nell’ amicizia.

GLI AMOREDIPENDENTI. Cosi’ Bergmann descrive questo tipo di persone che furono individuate dallo psicoanalista Otto Fenichel: “Hanno bisogno d’ amore come altri del cibo o della droga. Sebbene abbiano una limitata capacita’ di amare hanno un terribile bisogno di essere amati. In genere gli amoredipendenti si attaccano a una persona che considerano insoddisfacente. Sono furiosi e infelici, ma non riescono a liberarsi del partner frustrante. Per Fenichel gli amoredipendenti sono nevrotici con un carattere determinato da una fissazione del tutto particolare. Tormentano in continuazione il partner per avere piu’ amore e di solito non fanno altro che ottenere il risultato opposto”.

I TRE VOLTI DELL’AMORE: ANTEROS, HIMEROS E PHOTOS

“Mi sembra sia simile agli dei quell’uomo che di fronte a te siede e da vicino ti ascolta parlare dolcemente e ridere così da eccitare il desiderio, e ciò a me turba il cuore nel petto: infatti, quando appena ti vedo, allora non mi è più possibile parlare, ma la lingua si spezza, e sottile un fuoco scorre subito sotto la pelle, e nulla cogli occhi vedo, e rombano le orecchie, e freddo sudore si effonde, e un tremito mi prende tutta, e sono più verde dell’erba, e mi sembro poco lontana dall’esser morta…” (fr. 31 V. Saffo)

 

Per gli antichi greci l’amore (Eros) aveva 3 volti.

Anteros è l’amore corrisposto. Fratello di Eros erano inseparabili; racconta la leggenda che un giorno Afrodite si lamentò con la Dea Temi del fatto che il piccolo Eros non crescesse,così la saggia Temi le rispose che Eros non sarebbe mai cresciuto finché non avesse avuto l’amore di un fratello. Afrodite si unì ad Ares e generò Anteros e da quel momento i due fratelli crebbero insieme,ma ogni qualvolta Anteros si allontanava da Eros, quest’ultimo ritornava fanciullo. Questo grazioso mito insegna che l’amore (Eros) per crescere ha bisogno di essere corrisposto (Anteros).

Himeros è la passione del momento, il desiderio fisico presente ed immediato che chiede di essere soddisfatto.

Photos è il desiderio verso cui tendiamo, ciò che sogniamo. Photos, come volto di una dimensione amorosa, nostalgica, irrangiungibile è quell’amore idealizzato che si esplica nel soffire e nel cercare l’anima gemella.

Riunificando i tre volti dell’amore, si può dire che Anteros e Himeros , vivono nel presente, mentre Photos, vive nel passato o nel futuro.

Se volessimo trasporre il tutto nel campo delle problematiche e dipendenze affettive potremmo dire che quest’ultime si nutrono della presenza di Photos

 

Dott. Roberto Cavaliere

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L’IDEALIZZAZIONE E LA PROIEZIONE IN AMORE

Chiamiamo “idealizzazione” quella tendenza che falsa il giudizio,…come avviene ad esempio invariabilmente nel caso delle infatuazioni amorose, dove l’Io diventa sempre meno esigente, più umile, mentre l’oggetto sempre più magnifico, più prezioso, fino ad impossessarsi da ultimo dell’intero amore che l’Io ha per sé, di modo che, quale conseguenza naturale, si ha l’autosacrificio dell’Io. L’oggetto ha per così divorato l’Io. – S.Freud, Psicologia delle masse e analisi dell’Io (1921)

Il vero amore non si sviluppa mai in noi prima che lo scopo del nostro amore diventi per noi l’ideale più elevato… Un uomo può vedere il suo ideale nella più vile delle creature, l’altro nella più nobile, ma comunque e in tutti i casi, possiamo amare sinceramente e intensamente soltanto l’ideale… L’ideale che uomini e donne adorano è, in genere, quello che hanno dentro. Ciascuno di noi proietta il suo ideale sul mondo esterno, e s’inginocchia di fronte ad esso” G. Vivekananda, Conferences sur Bhakti Yoga, 1939

 

La mente realizza al suo interno un’immagine della persona amata, e nel creare questa immagine interiore viene catturata dall’amore. Già Dante, infatti, sembra sapere che l’uomo non si innamora di una persona del mondo reale se, quando la incontra, non ha già creato intrapsichicamente un’immagine interiore.

Per quanto riguarda il fenomeno della proiezione, si possono proiettare nell’essere amato sia aspetti positivi che aspetti negativi di sè. Ad esempio in certe forme di gelosia, i cui si ha timore del tradimento dell’altro, ci potrebbe essere la proiezione del proprio desiderio di tradire.

 

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AMORE E FENOMENO DELLA CRISTALLIZZAZIONE IN STENDHAL

Stendhal individua quattro tipi di amore:

  • l’amore-passione, cioè l’amore esemplificato in letteratura da una vasta gamma di personaggi che va da Eloisa e Abelardo al Werther di Goethe;
  • l’amore-capriccio:”Mentre l’amore-passione ci travolge contro tutti i nostri interessi, l’amore-capriccio sa sempre conformarvisi”. Nell’amore-capriccio, ci informa Stendhal, la donne sceglie un amante tenendo conto, più che dell’opinione che ha di lui, di quella delle altre donne.
  • l’amore fisico, quello che oggi verrebbe semplicemente classificato come sesso.
  • l’ amore-vanità. In quest’ultimo caso la persona amata è solo uno strumento per aumentare la stima di sè.

Il contributo di Stendhal alla teoria dell’amore è il termine “cristallizazione”. Egli distingue due stadi del fenomeno della cristallizazione.

  • Ogni amore comincia con l’ammirazione. Segue una sensazione di grande gioia. La gioia fa insorgere la speranza. A questo punto Stendhal consiglia alla donna di capitolare per ottenere il massimo piacere fisico possibile; infatti, quando la speranza fa capolino, anche gli occhi delle donne più contegnose si accendono; il piacere è vivo e si manifesta per segni evidenti. Nasce così l’amore, e avviene la prima cristallizazione. Secondo Stendhal, dopo la prima cristallizazione l’insorgere del dubbio è inevitabile. A questo punto l’innamorato sente intensamente il bisogno di un amico, ma, come fa acutamente notare Stendhall, gli amanti al culmine dell’amore non hanno amici. Il dubbio assume forme diverse negli uomini e nelle donne. L’uomo si domanda, “potrò piacerle? vorrà amarmi?” la donna dice, ” forse per gioco dice di amarmi? è un carattere solido? può rispondere a se stesso della durata dei suoi sentimenti?”
  • Il superamento del dubbio e la sicurezza di amare e di essere riamati provoca la seconda cristallizzazione. In questa fase gli amanti hanno la sensazione che se non saranno amati periranno. La seconda cristallizzazione non può avvenire se la donna cede troppo in fretta. Tuttavia, quando tale cristallizzazione si compie, gli innamorati non vedono più in una luce reale. L’uomo sminuisce le proprie qualità ed esalta ogni minima attrattiva della persona che ama, Per Stendhal l’amore è innanzitutto una questione di fantasia. Quando s’incontra con il suo amante, la donna prova piacere non nella sua persona reale ma nell’immagine che di lui si è costruita nella mente. Secondo Stendhal l’unico esito possibile per l’amore è un’amata delusione.

Secondo Stendhal, il vero ardore amoroso esiste solo associato alla paura. Quando non si ha più paura di perdere la persona amata, la fiducia e la dolce consuetudine spengono l’ardore dell’amore.

 

Dott. Roberto Cavaliere

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LA CONCEZIONE PSICOANALITICA DELL’AMORE

Ho esteso le scoperte di Freud anche in un’altra direzione. L’amore serve non solo a riscoprire l’oggetto originario ma anche a compensarci per ciò che non abbiamo avuto nell’infanzia, a rimediare alle molte manchevolezze e crudeltà che genitori sadici o sbadati ci hanno inflitte da bambini. Al nostro partner in amore, tutti, consciamente o inconsciamente, chiediamo anche di guarire le nostre ferite. Questa è un’altra ragione per cui il terapeuta è così spesso considerato un amante. Talvolta il desiderio che le ferite infantili siano curate dall’amore si manifesta alla rovescia: chi ama vuole guarire il proprio partner. Molti amanti restano delusi dal fatto che ciò possa avvenire solo in maniera limitata. Quanto sto dicendo sull’amore vale anche per l’amore di transfert. Persino lo psicoanalista, che pur rappresenta il passato molto più degli amanti della vita reale, è amato perchè viene visto come un guaritore delle antiche ferite.

La dialettica dell’amore si può interpretare come tensione tra questi due gruppi di desideri: il primo spinge nella direzione della riscoperta, in modo che il nuovo oggetto d’amore sia il più possibile uguale alle immagini parentali originarie, il secondo si oppone a questo processo e cerca una persona in grado di guarire le ferite inferte dai principali oggetti d’amore dell’infanzia. Quando l’individuo trova un buon equilibrio tra questi desideri contradditori, l’amore felice diventa possibile. Spesso, però, il conflitto resta irrisolto, e l’individuo deve ricorrere a diverse formazioni di compromesso.

M.S.Bergmann – Anatomia dell’amore – Einaudi Editore

 

Freud ritiene che gli oggetti d’amore originari siano due:

  • se stesso
  • la figura materna

Per Freud il primo oggetto d’amore di ogni persona è se stesso, la propria persona, in quanto nella fase iniziale della vita si vivono le sensazioni e le percezioni come provenienti da se stesso e conseguentemente ci si investe narcisisticamente sulla propria persona. In un secondo momento la madre (o chi la sostituisce) diventa oggetto d’amore perché è la persona che nutre e quindi viene riconosciuta come fonte del piacere e della vita.

Analizziamoli, adesso, singolarmente

  • Quel che egli stesso è (cioè se stesso). In questo caso l’oggetto d’amore è il proprio corpo, come nel mito di Narciso. Proprio il narcisismo parte dall’amore per il proprio corpo individuato come unica fonte di piacere non solo per le emozioni e le sensazioni provenienti dal proprio corpo ma anche per quelle proveniente da altre persone. Questo atteggiamento portato all’estremo sconfina, appunto, nel narcisismo.
  • Quel che egli stesso era. Questa scelta d’amore fa riferimento alla rappresentazione che i genitori hanno del proprio figlio. Una idealizzazione in tutti i campi del bambino attesta il riscatto, attraverso quest’ultimo, di tutte le rinunce che hanno dovuto subire i genitori.
  • Quel che egli stesso vorrebbe essere. Questa potrebbe rappresentare la modalità d’amore più “sana”, in quanto oggetto d’amore diventa il partner. Freud afferma: “viene amato l’oggetto che possiede le prerogative che mancano all’Io per raggiungere il suo ideale”.
  • La persona che fu una parte del proprio sé. In questa scelta d’amore viene nuovamente “scelto” il figlio, nell’accezione però di “colui che è stato parte del corpo della donna”. E’ una scelta al “femminile” in quanto, per Freud, soltanto la donna è incapace della scelta oggettuale, cioè di un “altro diverso da se” come oggetto d’amore. Solo la nascita di un figlio, permette alla donna di non scegliere se stessa come oggetto d’amore ma un altro che comunque è parte del proprio se, in quanto proviene dal proprio corpo
  • Le figure d’appoggio: la donna nutrice, l’uomo protettivo, la serie delle persone che fanno le veci di queste,

rappresentano gli oggetti d’amore sui quali l’infante, dopo il periodo di narcisismo primario, appoggia la libido che “Chiamiamo così – considerandola una grandezza quantitativa, anche se per ora non misurabile – l’energia delle pulsioni attinenti a tutto ciò che può essere compendiato nella parola “amore” (Freud, 1921a, p.280)

 

Dott. Roberto Cavaliere

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TEORIA DELL’ATTACCAMENTO E STILI D’ATTACCAMENTO

DEFINIZIONE DI ATTACCAMENTO: Propensione innata a cercare la vicinanza protettiva di un membro della propria specie quando si è vulnerabili ai pericoli ambientali per fatica, dolore,impotenza o malattia . (Bowlby,1969)

 

La teoria dell’attaccamento ci fornisce una cornice evolutiva all’interno della quale è possibile comprendere meglio alcune dinamiche di coppia, scopo principale del sito. Infatti le modalità con cui ci leghiamo affettivamente ad un‘altra persona riflettono le nostre primarie esperienze di attaccamento.

Il termine“attaccamento” può essere interpretato in 3 diversi modi : a) comportamento di attaccamento ; b) sistema comportamentale di attaccamento ; c) legame d’ affetto. ha un significato generale e rimanda alla condizione di attaccamento di un soggetto: il sostenere che un bambino ha un attaccamento vuol dire che egli avverte il bisogno di percepire la vicinanza ed il contatto fisico con una persona di riferimento, soprattutto in particolari situazioni.

La tendenza all’attaccamento opera con massima intensità nella prima infanzia quando maggiore è la vulnerabilità ai pericoli e minore la capacità di fronteggiare da soli situazioni di disagio

La costituzione nella prima infanzia, di un attaccamento sano e di una fiducia di base, dipende dalla presenza e dalla capacità di risposta dei genitori o di altri significativi, ai segnali ed ai bisogni del bambino.

Secondo Bowlby l’attaccamento è un qualcosa che, non essendo influenzabile da situazioni momentanee, perdura nel tempo, si struttura nei primi mesi di vita intorno ad un’unica figura; molto probabile è che tale legame si instauri con la madre, dato che è la prima ad occuparsi del bambino, ma, come Bowlby ritiene, non sussiste nessun dato che avalli l’idea che un padre non possa diventare figura di attaccamento nel caso in cui sia lui a dispensare le cure al bambino. La qualità dell’esperienza definisce la sicurezza d’attaccamento in base alla sensibilità e disponibilità del caregiver (madre) e quindi la formazione di modelli operativi interni, che andranno a definire i comportamenti futuri (relazioni). Con la crescita, l’attaccamento che si viene a formare tramite la relazione materna primaria o con un “caregiver di riferimento”, si modifica e si estende ad altre figure, sia interne che esterne alla famiglia, fino a scomparire: nell’adolescenza e nella fase adulta il soggetto avrà maturato la capacità di separarsi dal caregiver primario e legarsi a nuove figure di attaccamento.

“Una caratteristica fondamentale è il concetto di chi siano le figure di attaccamento, di dove le si possa trovare, e di come ci si può aspettare che reagiscano. Analogamente, nel modello operativo del Sè che ciascuno si costruisce, una caratteristica fondamentale è il concetto di quanto si sia accettabili o inaccettabili agli occhi delle figure di attaccamento. Sulla struttura di questi modelli complementari l’individuo basa le sue previsioni di quanto le sue figure di attaccamento potranno essere accessibili e responsive se egli si rivolgerà a loro per aiuto… Dalla struttura di quei modelli dipendono inoltre la sua fiducia che le sue figure di attaccamento siano in genere facilmente disponibili e la sua paura più o meno grande, che non lo siano” (J. Bowlby, Attaccamento e perdita, vol. 2: La separazione dalla madre. Torino, Boringhieri, 1975).

Leggi anche la pagina sulle Riflessioni di Bowlby

STILI DI ATTACCAMENTO

La qualità della relazione tra il bambino e chi lo accudisce plasma l’espressione innata dell’attaccamento del bambino e la rappresentazione mentale di sé, dell’altro e della relazione.

Bowlby riteneva che l’attaccamento si sviluppa attraverso alcune fasi e che possa essere di tipo “sicuro” o “insicuro”. Un attaccamento di tipo sicuro si ha se il bambino sente di avere dalla figura di riferimento, protezione, senso di sicurezza, affetto; in un attaccamento di tipo insicuro invece il bambino riversa sulla figura di riferimento comportamenti e sentimenti come instabilità, prudenza, eccessiva dipendenza, paura dell’abbandono.

Bowlby identifica quattro fasi attraverso le quali si sviluppa il legame di attaccamento. La prima va dalla nascita fino alle otto-dodici settimane: in questo periodo il bambino non è in grado di discriminare le persone che lo circondano anche se può riuscire a riconoscere, attraverso l’odore e la voce, la propria madre. Superate le dodici settimane il piccolo comincia a dare maggiori risposte agli stimoli sociali. In un secondo momento il bambino, pur mantenendo comportamenti generalmente cordiali con chi lo circonda, metterà in atto modi di fare sempre più selettivi, soprattutto con al figura materna. Fra il sesto ed il settimo mese, il bambino diviene maggiormente discriminante nei confronti della persone con le quali entra in contatto e dal nono mese l’attaccamento con il caregiver si fa stabile e decisamente visibile: il bambino richiama l’attenzione della figura di riferimento, la saluta, la usa come base per esplorare l’ambiente, ricerca in lei protezione in particolare se si trova a cospetto di un estraneo. Il comportamento di attaccamento è stabile e profondo fino a circa tre anni, età in cui il bambino acquisisce la capacità di mantenere tranquillità e sicurezza in un ambiente sconosciuto; deve però essere in compagnia di figure di riferimento secondarie ed avere la certezza che il caregiver faccia presto ritorno.

ABBIAMO 4 PATTERN DI ATTACCAMENTO E DIVERSI MODELLI OPERATIVI INTERNI DI SE’ E DI CIASCUNA FDA (figura di accudimento)

STRANGE SITUATION

Mary Ainsworth ha analizzato l’organizzazione dell’attaccamento in età infantile attraverso una situazione sperimentale definita “strange situation” in cui venivano osservate le risposte di un bambino fra i 12 ed 18 mesi, posto in una stanza non familiare con un adulto estraneo e la propria madre. I tre momenti fondamentali:

  • Quando il genitore si allontana;
  • Quando il bambino rimane nella stanza con l’estraneo ed i giochi;
  • Quando si ricongiunge al genitore.

 

A: ATTACCAMENTO EVITANTE

Se la madre lo lascia solo non protesta, piange non la segue e quando torna dopo una breve separazione evita ogni contatto con lei, continua a giocare distogliendo lo sguardo da lei o volgendole attivamente le spalle.

MODELLO DI ACCUDIMENTO CORRISPONDENTE

Le fda di bambini con attaccamento evitante si dimostrano sensibilmente propense a ignorare o respingere le richieste di vicinanza dei figli

Mimica rigida nell’interazione col bambino o mimica che esprime il desiderio di tenerli a distanza

Modello operativo interno di sé e della fda

Immagine di sé come di un essere “poco amabile“, che deve tenersi a distanza anche se desidera la vicinanza; “sé“ privo della capacità di suscitare nell‘altro risposte positive e affettuose.

Fda indisponibile alle proprie richieste di aiuto e vicinanza

Sviluppi: Alterna momenti di indipendenza a momenti in cui si affanna a cercare la madre. L’indifferenza ed il mancato contenimento di lei non permettono al bambino l’elaborazione degli affetti negativi nei suoi confronti (dolore, rabbia..) che, scissi da quelli postivi, vengono ben presto incanalati in ambito sociale (atteggiamento ribelle e contestativo) o rimossi.

B: ATTACCAMENTO SICURO

Quando la madre lo lascia solo con un estraneo protesta intensamente ma appare prontamente rassicurato dal ritorno della madre.

L’attenzione del bambino è orientata coerentemente sia al genitore che si allontana, per richiamare la sua attenzione, sia è libera di rivolgersi all’esplorazione quando è in sua presenza, focalizzandola fluidamente sul gioco, o su di lui, ora esplorando, ora mostrandogli i risultati della sua esplorazione.

Stile di accudimento corrispondente

Le madri di bambini con attaccamento sicuro sono stabilmente disponibili a rispondere positivamente alle richieste di vicinanza e conforto

Modelli operativi interni di sé e della fda

Immagine di sé come di un essere degno di amore le cui esigenze di conforto hanno valore e significato

Fda come disponibile e degna di fiducia

Sviluppi: il bambino ha sviluppato fiducia nella presenza stabile della madre, da cui si sente contenuto, accolto e motivato all’esplorazione. E’ un bimbo sereno, che, rispecchiandosi in lei, ha maturato fiducia in sé e nelle proprie risorse.

C: ATTACCAMENTO ANSIOSO-RESISTENTE (ambivalente)

Quando la madre lo lascia solo con un estraneo protesta intensamente ma non appare prontamente rassicurato dal ritorno dela madre: preso in braccio continua a piangere, mostrando resistenza ai tentativi di rassicurazione della madre.

Stile di accudimento corrispondente

Le madri dei bambini C danno delle risposte imprevedibili. Possono essere ipercontrollanti ed intrusive, bloccando il bambino nei suoi tentativi di gioco ed esplorazione autonoma

Modelli operativi interni di sé e della fda

2 modeli operativi di sé e della fda opposti:

  • Immagine di sé come amabile e della fda come disponibile e degna di fiducia
  • Immagine di sé come non amabile e della fda come non disponibile.

Succesivamente si può formare una struttura sovraordinata

  • Sé e l‘altro come oggetti suscettibili di controllo.

Sviluppi: il bambino è passivo, esplora poco, ha bisogno costantemente di essere accudito. E’ introverso, timido e compiacente per essere accolto. Si mostra costantemente angosciato a causa dell’incostanza della madre (disponibile in modo discontinuo o incoerente, offrendo ad esempio un accadimento anaffettivo), e si aggrappa a lei temendo l’abbandono.

D: ATTACCAMENTO DISORGANIZZATO E DISORIENTATO

Essi presentano dei comportamenti disorientati, disorganizzati e non direzionati: strillano cercando il genitore attraverso la porta e se ne allontanano durante la riunione, si avvicinano ad esempio alla fda con la testa voltata dall’altra parte, come se non potessero organizzare il proprio comportamento nè nel senso dell’avvicinamento né nel senso dell’evitamento.

Stile di accudimento corrispondente

Le ricerche hanno individuato una sofferenza delle fda a causa della mancanza di elaborazione di un lutto oppure di gravi eventi traumatici nelle relazioni con le proprie fda. Sono fda immerse in un doloroso mondo interiore e/o che incutono paura.

Modelli operativi interni di sé e dell’altro

Abbozzi multipli:

  • Sé accettabile e fda disponibile
  • Sé come vittima impotente di un altro minaccioso
  • Sé come pericoloso per le persone amate
  • Se e fda come deboli di fronte a pericoli esterni

Sviluppi: l’ultimo tipo di attaccamento descritto da Bowly origina da gravi mancanze della madre (violenza, maltrattamenti, abusi) che generano personalità borderline o psicotiche.

STILI D’ATTACCAMENTO IN ETA’ ADULTA

(tratto da Attaccamento e amore, Attili, 04, Edizioni Il Mulino)

Attaccamento sicuro – L’amore sicuro

Da adulto, sarà semplice, per il soggetto sicuro, riconoscere con precisione le persone a cui legarsi sentimentalmente. Egli, infatti, inconsapevolmente, si lascerà coinvolgere in relazioni che confermino i suoi modelli interni “sicuri”. Di conseguenza, si orienterà verso persone per lo più sicure, che dimostrino palesemente i propri sentimenti, e con cui poter condividere in maniera comunicativa i momenti tristi e quelli felici della propria esistenza, in modo da confermare la propria percezione di persona degna di essere amata e curata. Inoltre, avendo avuto esperienza di un rapporto di totale fiducia con la propria madre, tenderà a dar vita a legami sentimentali poco ossessivi, basati, cioè, sulla fiducia reciproca, utilizzando il proprio partner come base sicura da cui dipendere, ma allo stesso modo, da cui partire autonomamente, per le continue esplorazioni dell’ambiente circostante. Infine, il soggetto “sicuro”, impegnato, nella maggior parte dei casi, con partners altrettanto “sicuri”, presenterà un alto livello di consapevolezza circa la sua relazione e i possibili momenti di alti e bassi a cui andrà incontro, cercando di volta in volta, le strategie adatte al superamento di quelli difficili. Sono, dunque, per lo più correlate a soggetti sicuri, storie stabili e durature

Attaccamento ansioso ambivalente – L’amore ossessivo

In campo amoroso,tale soggetto sarà più volte trascinato dal vortice della passione, pensando di aver trovato la persona giusta. In realtà, andrà incontro ad idealizzazioni eccessive di persone che presentano, al contrario, proprio quei tratti caratteriali che egli stesso odia. Solo successivamente, si renderà conto di aver commesso uno sbaglio nella scelta, e a quel punto, soffrirà irrimediabilmente. Abbiamo, inoltre, sostenuto che il bambino che sperimenta una relazione con una madre imprevedibile, sviluppa dei modelli del sé, come di una persona da amare in maniera discontinua, ad intermittenza. Da quanto scritto, ne consegue che, all’interno di una relazione amorosa adulta, quando a prevalere saranno i modelli positivi del sé, come persona degna di amore, allora penserà di essere amato profondamente e rispettato dal partner, ma quando prenderanno il sopravvento i modelli negativi del sé, come persona vulnerabile e non degna di amore, allora sarà facilmente trascinato nel tunnel della gelosia più estrema, dando vita ad una relazione ossessiva, possessiva e autoritaria: non mancano, talvolta, reazioni di aggressività fisica piuttosto violente, o addirittura episodi che sfociano in delitti passionali. Il problema principale del soggetto insicuro-ambivalente è che “…rimane sempre nella fase dell’innamoramento. La sua ansia da separazione è sempre all’estremo. Il suo amore è sempre ossessivo. Il suo odio è sempre travolgente. La possibilità di esplorare il mondo, di essere contento e di amare sulla base della sicurezza che può offrire una relazione consolidata sono per lui dimensioni sconosciute. Per lui quello non è amore!

Attaccamento evitante/distanziante – L’amore freddo/distaccato

Coloro che da bambini, fanno esperienza di una madre “rifiutante”, che, cioè, non risponde con prontezza, efficienza e calore alle richieste di aiuto e conforto, elaborano un modello di attaccamento definito “ansioso-evitante”. Questi sfortunati individui, al contrario dei soggetti sicuri, non sviluppano la loro personalità a partire dalla sicurezza di una base sicura cui far riferimento: non godono, cioè, in alcun modo di sicurezza affettiva. Ne consegue la formazione di “…Un modello mentale del sé come di persona non degna di essere amata, che deve contare solo su di sé, e un modello mentale della madre come di persona cattiva dalla quale non aspettarsi alcunché” (Attili, 2004, p. 111). Naturalmente, ai soggetti in questione, sfugge la consapevolezza delle proprie rappresentazioni mentali, che operano a livello inconscio, influenzando lo sviluppo della personalità e, in particolare, le esperienze relazionali presenti e future. L’imperativo categorico degli individui con attaccamento ansioso-evitante consisterà, durante la propria esistenza, nel non farsi coinvolgere emotivamente nelle relazioni interpersonali instaurate, e la loro vita sarà improntata tutta sul desiderio di conquista di un’autonomia e autosufficienza personale che escludano, in caso di necessità, il ricorso agli altri, considerati individui inaffidabili e su cui contar poco. Questa vera e propria strategia di vita, in realtà, non è altro che una misura di prevenzione contro il rischio di ulteriori delusioni, dovute ad esperienze di eventuali rifiuti. (“…Per non correre il rischio di essere rifiutati, sopprimono la loro emozionalità” (Attili, 2004)

Attaccamento disorganizzato – L’ amore patologico

Si tratta di modelli di attaccamento che rimandano a storie di abuso e maltrattamento da parte della figura allevante, nei confronti del proprio bambino. I bambini che sperimentano questo tipo di legame, presentano, durante la Strange Situation , dei comportamenti alquanto anomali: restano immobili, si dondolano, si coprono gli occhi alla vista della madre, danno vita ad una serie di comportamenti piuttosto stereotipati. Essi, elaborano, durante l’infanzia, delle rappresentazioni interne della relazione, confuse e incoerenti. La conseguenza di tali esperienze pregresse è, nell’età adulta, l’intervento dei modelli interni nell’interpretazioni degli eventi della realtà, che restano sempre oscurati da un velo di confusione e incontrollabilità, e anneriti da una visione piuttosto catastrofica. In amore, questi soggetti, spesso, sono incapaci di scegliere partners affidabili, correndo il rischio di farsi coinvolgere in relazioni distruttive, con persone violente e aggressive (Attili, 2004). D’altro canto, gli stessi individui con modelli interni di tipo disorganizzato, tendono a dar vita, e a mantenere nel tempo, relazioni improntate su modalità comunicative violente e fredde, presentandosi come partners e genitori maltrattanti, o abusanti.

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

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