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SCELGO ME e LA FUGA VERSO ALTROVE

Tratto dalla discussione del forum “scelgo me!” (forum “fine di un amore”)

Autore: v_veronica07

Sezione: Messaggi di Speranza

Selezione a cura di Carlotta Onali

 

Ciao a tutti,
è la prima volta che scrivo anche se conosco questo forum da oltre un anno. La mia relazione a distanza si è appena conclusa (anche se temo che non fosse mai iniziata…). Ho 38 anni e sin da piccola un unico romantico sogno…una mia famiglia! Durante lo svolgersi della mia esistenza ho accumulato esperienze che erano il riflesso della mia convinzione interna:l’obiettivo di una famiglia è per me impossibile. Non ne sono capace. Ed ho fatto di tutto per dimostrarmelo. Unicamente attratta da uomini sfuggenti, indifferenti, immaturi, incapaci di dare. A 27 anni mi sono resa conto, dopo la lettura del libro della Norwood, di essere affetta da dipendenza affettiva. Segue psicoterapia di 5 anni con una psicologa e di altri 3 anni con psichiatra…ambedue utili a livello di acquisizione di consapevolezza ma nulla di più. Con enormi difficoltà, abitando in una piccola provincia del sud dove l’amore che fa soffrire è assolutamente normale, creo un gruppo per donne con dip affettiva che ha breve vita dato che era composto da solo 4 donne peraltro neanche molto motivate.
E quindi veniamo alla mia ultima “storia”. Lo conosco in chat oltre un anno fa. Fu subito passione. Lui separato, 2 figli e appena uscito da una storia di 2 anni. Mi convinco che è affidabile nonostante sia fantastico quando stiamo insieme ma scompaia non appena ritorna nella sua città. Poi dopo un mese, alla vigilia della nostra prima lunga vacanza insieme, mi lascia per tornare con la sua ex. Decido di non sentirlo più. Dopo 2 mesi torna da me dichiarando di avermi sempre pensato e che vorrebbe stare con me “seriamente”. L’idillio dura 2 mesi durante i quali si rifiuta di farmi conoscere i suoi figli, perchè da troppo poco tempo si è lasciato con la sua ex e mi nasconde a sua sorella ….sembriamo amanti clandestini. Infine non si fa sentire…lo sorprendo a chattare con altre e lo lascio. Il tutto con enorme dolore. Mi fa sentire rifiutata, la mattina mi sveglio (se riesco ad addormentarmi) con una forte ansia. Trascorre l’intero inverno e a giugno ricompare dichiarando di non volere storie al momento e raccontandomi che negli scorsi mesi era ritornato per la terza volta con la sua ex facendo in tempo a firmare un compromesso per l’acquisto di una casa in cui vivere con lei, poi per una sfuriata di lei si sono lasciati. Io sono molto fredda e distaccata e più lo sono e più mi corre dietro fino ad offrirmi una crociera insieme a titolo risarcimento danni per la vacanza che l’anno prima non avevamo mai fatto. Non senza titubanze accetto. Solito film lui è presente e affettuoso finchè siamo insieme, sempre che non senta da parte mia alcuna richiesta, e appena distanti diventa irraggiungibile. Al ritorno dalla crociera mi confessa di essere un pò malinconico perchè ricorda solo i momenti più belli trascorsi con la sua ex e che gli fa bene sentirla per ricordarsi l’impossibilità della loro relazione. Mi sento usata e glielo dico. Lui afferma che ho equivocato. Di nascosto guardo i messaggi sul suo cell e scopro che manda gli stessi sms a me alla sua ex e ad altre 2 donne. Dopo un meraviglioso weekend trascorso insieme, con lui amorevole come non mai, lo ritrovo in chat. Nel suo profilo ha messo una foto in cui eravamo insieme naturalmente epurata della mia immagine. Uso questo ultimo dolore per trovare la forza di troncare e scompaio per un paio di giorni. Mi manda un sms in cui mi dice che suo padre è molto grave ed è ricoverato in ospedale. Lo chiamo, gli sono vicina. Lo rassicuro, gli dò tutto il mio calore. Il giorno dopo (oggi) lui di nuovo in chat, con quella foto. Gli faccio presente che mi ha dato un dispiacere mettendo proprio quella foto. Non mi risponde.
Fine del terzo atto BASTA!
E ci vuole coraggio e forza per non rispondere alle sue richieste di aiuto e scegliere per una volta ME.
Scegliere l’immancabile vuoto, i sensi di colpa, l’ansia, la solitudine e l’inferno che conosco bene. Ma rimane poco tempo ed il mio sogno da realizzare e una battaglia tutta mia da combattere …quella contro la vocina interna che dice “non ce la fai, non è per te”
Chiudo con una frase che ho letto oggi “Dì a te stesso dapprima che vuoi essere; poi fa di conseguenza ciò che devi fare” Epitteto.
Un grazie a tutti per l”ascolto”

v_veronica07

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Tratto dalla discussione del forum

“La fuga verso “Altrove” ovvero mi presento”

Autore: Skara

Sezione: Messaggi di Speranza

Selezione a cura di Carlotta Onali

Dopo aver interagito un poco con voi, aver letto moltissimo, mi sono resa conto di non essermi presentata, ma di aver lasciato qua e là qualche orma sulla mia storia.

Famiglia difficile la mia, povera di tutto, soldi, affetto, cultura, una crescita con nonna e zia dai due anni ai dodici, del prima nulla si sa per certo le versioni sono discordanti, due anni fino ai 14 con dei genitori ricomparsi dal nulla, violenza e abuso pane quotidiano, nasce la fuga verso “altrove”, da casa con l’aiuto di un assistente sociale e il rientro ad una vita più serena, pare tutto vada bene studio, mi diplomo, mi laureo, trovo un lavoro stabile, ma nel frattempo passano gli anni e a 38 dopo l’ennesima ricaduta in una storia “persa” già in partenza, l’inizio della terapia che mi ha condotto fino a voi.

Apparentemente tutto scorre, c’è il lavoro, il mutuo, ma nel frattempo ho traslocato 14 volte, cambiato 7 città, perchè “altrove” ovvero io, neppure sapeva di fuggire, pensava solo di essere una dinamica donna nell’era della flessibilità, invece era sempre una fuga, dai rapporti, tre storie importanti in 40 anni di vita, tutte segnate, a vederle ora dopo due anni di analisi, dall’infattibilità di ognuna.

“Altrove” ha scoperto alla non piccola età di 40 anni che ha sempre avuto paura delle relazioni, che dentro le riecheggiano o come abbandoni o come violenza, quindi o si evitano scegliendo accuratamente persone complesse, ad incastro mirabilante con le proprie nevrosi, uno molto grande da fanciulla, un peter pan da adulta, uno sposato nella maturità, o peggio scelte in modo da far risuonare quella corda mai ricucita della ferita antica.

Vivo così la mia duplicità adesso, consapevole che il mio funzionamento adattivo e sociale è buono, il mio mondo affettivo un deserto, che anche io ho contribuito a creare. Cosa farò di questa consapevolezza non so, forse le emozioni ed i sentimenti non si riallineeranno mai con il pensiero, però ora scatta la campanella d’allarme, e tolto il carro armato con cui ho superato senza dubbio difficili traguardi, finalmente sento che ho anche un anima, piena di bellezza e desolazione, che trema e palpita, ho scoperto cosa voglia dire sentirsi, sentire se stessi.

E poi ho scoperto voi, tanti, diversi, vivi.

Una carezza

Skara

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

 

SCELGO ME e LA FUGA VERSO ALTROVE

Tratto dalla discussione del forum “scelgo me!” (forum “fine di un amore”)

Autore: v_veronica07

Sezione: Messaggi di Speranza

Selezione a cura di Carlotta Onali

 

Ciao a tutti,
è la prima volta che scrivo anche se conosco questo forum da oltre un anno. La mia relazione a distanza si è appena conclusa (anche se temo che non fosse mai iniziata…). Ho 38 anni e sin da piccola un unico romantico sogno…una mia famiglia! Durante lo svolgersi della mia esistenza ho accumulato esperienze che erano il riflesso della mia convinzione interna:l’obiettivo di una famiglia è per me impossibile. Non ne sono capace. Ed ho fatto di tutto per dimostrarmelo. Unicamente attratta da uomini sfuggenti, indifferenti, immaturi, incapaci di dare. A 27 anni mi sono resa conto, dopo la lettura del libro della Norwood, di essere affetta da dipendenza affettiva. Segue psicoterapia di 5 anni con una psicologa e di altri 3 anni con psichiatra…ambedue utili a livello di acquisizione di consapevolezza ma nulla di più. Con enormi difficoltà, abitando in una piccola provincia del sud dove l’amore che fa soffrire è assolutamente normale, creo un gruppo per donne con dip affettiva che ha breve vita dato che era composto da solo 4 donne peraltro neanche molto motivate.
E quindi veniamo alla mia ultima “storia”. Lo conosco in chat oltre un anno fa. Fu subito passione. Lui separato, 2 figli e appena uscito da una storia di 2 anni. Mi convinco che è affidabile nonostante sia fantastico quando stiamo insieme ma scompaia non appena ritorna nella sua città. Poi dopo un mese, alla vigilia della nostra prima lunga vacanza insieme, mi lascia per tornare con la sua ex. Decido di non sentirlo più. Dopo 2 mesi torna da me dichiarando di avermi sempre pensato e che vorrebbe stare con me “seriamente”. L’idillio dura 2 mesi durante i quali si rifiuta di farmi conoscere i suoi figli, perchè da troppo poco tempo si è lasciato con la sua ex e mi nasconde a sua sorella ….sembriamo amanti clandestini. Infine non si fa sentire…lo sorprendo a chattare con altre e lo lascio. Il tutto con enorme dolore. Mi fa sentire rifiutata, la mattina mi sveglio (se riesco ad addormentarmi) con una forte ansia. Trascorre l’intero inverno e a giugno ricompare dichiarando di non volere storie al momento e raccontandomi che negli scorsi mesi era ritornato per la terza volta con la sua ex facendo in tempo a firmare un compromesso per l’acquisto di una casa in cui vivere con lei, poi per una sfuriata di lei si sono lasciati. Io sono molto fredda e distaccata e più lo sono e più mi corre dietro fino ad offrirmi una crociera insieme a titolo risarcimento danni per la vacanza che l’anno prima non avevamo mai fatto. Non senza titubanze accetto. Solito film lui è presente e affettuoso finchè siamo insieme, sempre che non senta da parte mia alcuna richiesta, e appena distanti diventa irraggiungibile. Al ritorno dalla crociera mi confessa di essere un pò malinconico perchè ricorda solo i momenti più belli trascorsi con la sua ex e che gli fa bene sentirla per ricordarsi l’impossibilità della loro relazione. Mi sento usata e glielo dico. Lui afferma che ho equivocato. Di nascosto guardo i messaggi sul suo cell e scopro che manda gli stessi sms a me alla sua ex e ad altre 2 donne. Dopo un meraviglioso weekend trascorso insieme, con lui amorevole come non mai, lo ritrovo in chat. Nel suo profilo ha messo una foto in cui eravamo insieme naturalmente epurata della mia immagine. Uso questo ultimo dolore per trovare la forza di troncare e scompaio per un paio di giorni. Mi manda un sms in cui mi dice che suo padre è molto grave ed è ricoverato in ospedale. Lo chiamo, gli sono vicina. Lo rassicuro, gli dò tutto il mio calore. Il giorno dopo (oggi) lui di nuovo in chat, con quella foto. Gli faccio presente che mi ha dato un dispiacere mettendo proprio quella foto. Non mi risponde.
Fine del terzo atto BASTA!
E ci vuole coraggio e forza per non rispondere alle sue richieste di aiuto e scegliere per una volta ME.
Scegliere l’immancabile vuoto, i sensi di colpa, l’ansia, la solitudine e l’inferno che conosco bene. Ma rimane poco tempo ed il mio sogno da realizzare e una battaglia tutta mia da combattere …quella contro la vocina interna che dice “non ce la fai, non è per te”
Chiudo con una frase che ho letto oggi “Dì a te stesso dapprima che vuoi essere; poi fa di conseguenza ciò che devi fare” Epitteto.
Un grazie a tutti per l”ascolto”

v_veronica07

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Tratto dalla discussione del forum

“La fuga verso “Altrove” ovvero mi presento”

Autore: Skara

Sezione: Messaggi di Speranza

Selezione a cura di Carlotta Onali

Dopo aver interagito un poco con voi, aver letto moltissimo, mi sono resa conto di non essermi presentata, ma di aver lasciato qua e là qualche orma sulla mia storia.

Famiglia difficile la mia, povera di tutto, soldi, affetto, cultura, una crescita con nonna e zia dai due anni ai dodici, del prima nulla si sa per certo le versioni sono discordanti, due anni fino ai 14 con dei genitori ricomparsi dal nulla, violenza e abuso pane quotidiano, nasce la fuga verso “altrove”, da casa con l’aiuto di un assistente sociale e il rientro ad una vita più serena, pare tutto vada bene studio, mi diplomo, mi laureo, trovo un lavoro stabile, ma nel frattempo passano gli anni e a 38 dopo l’ennesima ricaduta in una storia “persa” già in partenza, l’inizio della terapia che mi ha condotto fino a voi.

Apparentemente tutto scorre, c’è il lavoro, il mutuo, ma nel frattempo ho traslocato 14 volte, cambiato 7 città, perchè “altrove” ovvero io, neppure sapeva di fuggire, pensava solo di essere una dinamica donna nell’era della flessibilità, invece era sempre una fuga, dai rapporti, tre storie importanti in 40 anni di vita, tutte segnate, a vederle ora dopo due anni di analisi, dall’infattibilità di ognuna.

“Altrove” ha scoperto alla non piccola età di 40 anni che ha sempre avuto paura delle relazioni, che dentro le riecheggiano o come abbandoni o come violenza, quindi o si evitano scegliendo accuratamente persone complesse, ad incastro mirabilante con le proprie nevrosi, uno molto grande da fanciulla, un peter pan da adulta, uno sposato nella maturità, o peggio scelte in modo da far risuonare quella corda mai ricucita della ferita antica.

Vivo così la mia duplicità adesso, consapevole che il mio funzionamento adattivo e sociale è buono, il mio mondo affettivo un deserto, che anche io ho contribuito a creare. Cosa farò di questa consapevolezza non so, forse le emozioni ed i sentimenti non si riallineeranno mai con il pensiero, però ora scatta la campanella d’allarme, e tolto il carro armato con cui ho superato senza dubbio difficili traguardi, finalmente sento che ho anche un anima, piena di bellezza e desolazione, che trema e palpita, ho scoperto cosa voglia dire sentirsi, sentire se stessi.

E poi ho scoperto voi, tanti, diversi, vivi.

Una carezza

Skara

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

IL RESTO E’ NELLE NOSTRE MANI

Tratto dalla discussione del forum “….il resto è nelle nostre mani….” (forum “fine di un amore”)

Autore: Dana

Sezione: Messaggi di Speranza

Selezione a cura di Carlotta Onali

 

Ciao amici miei,
ogni tanto sento la voglia di scrivervi, non so bene perché e, a volte, non so neanche bene cosa… Così, spesso, decido di lasciar perdere e mi limito a leggervi. Ma oggi no. Oggi ho il cuore in subbuglio e, anche se mi appresto a scrivere in modo sconclusionato, ho deciso di non reprimere quest’impulso e lasciare che le mie dita si muovano su questa tastiera sull’onda dell’emozione più che del pensiero.

Sono innamorata. Ecco. L’ho detto. Semplice e conciso. L’amore ha bussato di nuovo alla mia porta. Ed è magnifico…

Conosci un ragazzo, inizi a parlarci, a frequentarlo, il rapporto si stringe, diventa un’amicizia “molto speciale” (cerchi di chiamarla così…o almeno ci provi) e poi….e poi non te lo sai spiegare perché le regole dell’attrazione funzionano in maniera a noi sconosciuta, ma smetti di pensare a lui come all’amico speciale. Non sai bene come e quando è successo, sai solo che ora lui è la prima persona a cui pensi al mattino e l’ultima che ti accompagna mentre sei lì lì per abbandonarti al sonno.

Iniziare una storia è una bella sensazione. E’ sempre così…beh, sì dai…altrimenti non la inizieresti proprio… Ma scoprirsi innamorati è un colpo al cuore. Sarà che l’ultima volta che mi sono sentita così avevo 17 anni…ma avevo dimenticato cosa volesse dire il passaggio dal “mi piace” al “sono innamorata di lui”…cosa volesse dire ammetterlo a sé stessi…..ma soprattutto dirlo A LUI.
Fare uscire quelle parole dopo che per giorni hanno vagato tra la mente e il cuore, provocando strane fitte allo stomaco…è stato un momento che non dimenticherò mai.

Stavolta è successo ad un’età e dopo la fine di un’esperienza che mi hanno consentito di vedere le cose in un’ottica diversa. Più consapevole. Ho detto per la prima volta “ti amo” da adolescente… quando pensavo ingenuamente che ogni cotta era amore. Poi con quel ragazzo sono stata 11 anni. Non so se quel primo “ti amo” fosse la misura dei miei reali sentimenti di allora. So solo che negli anni il sentimento è cresciuto e si è consolidato e che quelle due parole hanno avuto un senso per molto molto tempo. Poi quella storia è finita e per un attimo ho persino pensato che, se è vero che l’Amore, quello con la A maiuscola, è così raro, se è vero che lo provi una volta, se ti va bene, e che a qualcuno non è dato di provarlo mai…beh, per un attimo ho pensato che allora mi ero giocata la mia occasione….che il destino non mi avrebbe concesso una seconda possibilità. Perché avrebbe dovuto?

Questi pensieri li ho condivisi un po’ con voi quando sono approdata su questo forum e mai avrei pensato che dopo 7 mesi avrei potuto scrivere un post come quello che sto scrivendo oggi.
Perché vi dico tutto questo? Principalmente perché ho voglia di condividermi, e poi perché tra le righe dei messaggi che leggo si nasconde troppo spesso una mancanza di fiducia nel domani. Mancanza di fiducia che mi apparteneva qualche mese fa e che, ricordo bene, era una delle principali fonti di sofferenza.

La fine della mia relazione, alla luce delle riflessioni che ne sono seguite, era imminente e inevitabile. Non me n’ero accorta perché ero “distratta” dalla convinzione che dopo 11 anni i giochi erano fatti. Avevo trovato il vero amore, avevo un progetto di vita, avevo delle ambizioni, avevo delle certezze. Certezze che qualunque cosa potesse succedere il nostro essere “una coppia” non sarebbe mai stato messo in discussione. Quanto mi sbagliavo… E non lo dico con rimpianto o rammarico. Lo dico semplicemente constatando che nulla viene da sé, nulla è immutabile, nulla è prevedibile, nulla è immune…La mia sofferenza di allora, l’ho compreso più tardi, era legata, sì, alla perdita dell’uomo che amavo…ma soprattutto al fallimento di un progetto, al fatto che ero impreparata a veder cambiare il mio mondo, la mia certissima e rassicurante realtà.
Ecco il perché dei miei tentativi estenuanti di recupero… Ma poi mi sono arresa all’evidenza dei fatti: non si può costringere qualcuno ad amarci. Nel momento stesso in cui ho capito che dovevo andare avanti con la mia vita ho smesso di pensare alla possibilità di un suo ritorno e cominciato a pensare al come e al perché eravamo arrivati a quel punto, per poter ricominciare la mia vita con una nuova consapevolezza….per poter fare tesoro dell’esperienza e dare un senso a tutto quel dolore.
Risultato? Tutta colpa mia come voleva farmi credere? No. Responsabilità condivise. Ognuno ha fatto il suo e le cose sono andate così. Amen. L’importante è imparare dai propri errori.

Un’amica mi ha detto: “l’atto d’amore più grande che ha fatto nei tuoi confronti è stato lasciarti. Con lui vivevi al di sotto delle tue potenzialità”. Sul momento ci sono rimasta di sasso. Poi dal nulla, quando meno me l’aspettavo, la vita mi ha regalato qualcosa per cui essere di nuovo felice…e pensando a tante lacrime versate, l’unica cosa che mi viene da fare ora è sorridere. Ho smesso di aspettare il suo ritorno e questo mi ha permesso di vedere al di là del mio naso quello che di bello stava per succedere. Gli sono andata incontro, sono andata incontro alla vita, e ora sono felice. Ora le parole della mia amica suonano chiare, cristalline. Ho recuperato me stessa e mi sto esprimendo senza vincoli avendo di fronte una persona che non fa altro che accogliermi e donarsi.

Si chiama amore? Non so, probabilmente lo è…..io l’ho chiamato così. Ma dare un’etichetta a quello che provo è l’ultima cosa che mi interessa. E’ sicuramente libertà, è condivisione, è supporto, è emozione, è attrazione, è fiducia, è impegno, è speranza, è amicizia, è vicinanza, è contatto, è promessa….è VITA!!!

Volevo condividere tutto questo con voi, miei compagni di viaggio, perché, al di là dell’ormai acquisita consapevolezza che niente va dato per scontato, l’altra lezione che ho imparato da quello che mi è successo è che solo alla morte non c’è rimedio. IL RESTO E’ NELLE NOSTRE MANI.

Un abbraccio sincero

Dana

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

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