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RIFLESSIONI UTILI SULLA SEDUZIONE

«Certo, come un tempo avevo detto ad Albertine:

  • “Non vi amo” perché lei mi amasse,
  • “Dimentico quando non vedo” perché mi vedesse molto spesso,
  • “Ho deciso di lasciarvi” per prevenire qualsiasi idea di separazione,

così adesso era,

  • perché volevo assolutamente il suo ritorno, che le dicevo: “Addio per sempre”;
  • perché volevo rivederla che le dicevo: “Riterrei pericoloso vedervi”;
  • perché vivere separato da lei mi sembrava peggio della morte che le scrivevo: “Avete avuto ragione, insieme saremmo infelici”».

Marcel Proust

 

Per secoli uomini e donne cercarono radici di mandragora e altre sostanze per preparare pozioni d’amore. Poi, a cavallo tra il XIX e il XX secolo, un medico ebreo di Vienna scoprì il segreto dell’amore. Effettivamente, il modo di far innamorare un altro essere umano esiste, e la ricetta è di straordinaria semplicità:

  1. mantenere l’ambiente esterno il più possibile costante. Lasciare che la persona, nella quale si desidera suscitare l’amore, parlì liberamente di tutto ciò che le passa per la testa;
  2. intromettersi il meno possibile nell’evoluzione dei sentimenti e delle reminiscenze, e soprattutto non disturbare il flusso dei ricordi d’infanzia;
  3. prestare particolare attenzione alla rievocazione di amori dimenticati o rimossi. Dare a tali sentimenti d’amore la possibilità di emergere dalla rimozione e di essere rivissuti;
  4. mostrare alla persona nella quale si desidera suscitare l’amore che dopo ogni delusione si sono sviluppati in lei meccanismi di difesa che ostacolano gli amori futuri. Spiegare che la frustrazione del desiderio di amare e di essere amati si è trasformata in sintomi e tratti del carattere sgradevoli, usati per erigere una barriera di sospetto e di sfiducia nei confronti dell’amore.

Prima o poi, se si segue questo metodo per un certo periodo, in questa persona nascerà l’amore di transfert, soprattutto se chi ascolta il racconto partecipa attivamente alla riesumazione dell’amore infantile rimosso.

M.S.Bergmann – Anatomia dell’amore – Einaudi Editore

La recita della seduzione, per quel poco che ne sapevo – sono e sono stata sempre ruvida grezza disarticolata incapace di sedurre persino un pesce rosso – passava attraverso rituali ovvi, banali. Ma era proprio quello che difettava nella mia vita, l’ovvietà, la banalità. Nella mia vita c’era solo eccezionalità, singolarità. Per la prima volta la messinscena della seduzione poteva concedermi un salutare assaggino di banalità. Ci volevano incensi e candele per sedurre, assicuravano esperti sui rotocalchi femminili. Poichè l’appartamento era grandissimo, cominciai dalle sette del pomeriggio ad accendere ceri rossi, di tutte le dimensioni, alcuni anche alti un metro, e incensi, dopo avere chiuso le porte-finestre sul terrazzo a mare, perchè l’appartamento, grandissimo, si prendesse d’odore. La casa doveva impregnarsi d’odore per non dare l’idea – che sarebbe stata oltretutto veritiera – di chi volesse inscenare la patetica strategia della seduzione. Lo aspettai sul pianerottolo, ruotata a tre quarti sulla porta, dava un’aria sensuale misteriosa, il trequarti, lo avevo sentito dire in televisione. Ecco a cosa serviva la televisione! A soccorrermi, nel bisogno, e mi soccorse. Gli indicai il salotto e richiusi la porta alle mie spalle. La concentrazione d’incenso, nel salone, era da camera a gas, non avevo provveduto ad aprire le vetrate, nè potevo prevedere che Rolando fosse allergico.

(da “7 UOMINI 7 peripezie di una vedova”, di Silvana Grasso)

Di seguito fornirò una serie di suggerimenti ai fini della seduzione con una modalità insolita. Il “decalogo” se così vogliamo chiamarlo, si baserà su riflessioni utili dettate dai grandi pensatori di ogni tempo.

Una definizione generale:

“La seduzione non si basa sul desiderio o sull’attrazione: tutto questo è volgare meccanica fisica e carnale, nulla di interessante. Certo, il fascino della seduzione passa attraverso l’attrattiva del sesso. Ma, propriamente, vi passa attraverso, la trascende. Per la seduzione, infatti, il desiderio non è un fine, ma un’ipotetica posta in gioco. Anzi più precisamente, la posta in gioco è provocare e deludere il desiderio, la cui unica verità è brillare e restare deluso.

Attraverso lo specchio prismatico della seduzione si perviene a un alto spazio di rifrazione. Essa consiste non nell’apparenza semplice, non nell’assenza pura, ma nell’eclissi di una presenza. La sua unica strategia è esser là e non esser là, e assicurare così una sorta di ammiccamento intermittente, dispositivo ipnotico che cristallizza l’attenzione al di là di ogni effetto di senso. Qui l’assenza seduce la presenza.” J. Baudrillard.

REGOLE DELLA SEDUZIONE

  • ATTENDERE: ATTESA – tumulto d’angoscia suscitato dall’attesa dell’essere amato in seguito a piccolissimi ritardi (appuntamenti, telefonate, lettere, ritorni)… “Sono innamorato? – Si, poiché sto aspettando”. L’altro, invece non aspetta mai. Talvolta, ho voglia di giocare a quello che non aspetta; cerco allora di tenermi occupato, di arrivare in ritardo; ma a questo gioco, io perdo sempre: qualunque cosa io faccia, mi ritrovo sempre sfaccendato, esatto, o per meglio dire in anticipo. La fatale identità dell’innamorato non è altro che: io sono quello che aspetta. (Nel transfert, si aspetta sempre – dal medico, dal professore, dall’analista. Ancora più evidentemente se sto aspettando allo sportello d’una banca, o alla partenza d’un aereo, subito stabilisco un rapporto aggressivo con l’impiegato, con l’hostess, la cui indifferenza svela e irrita la mia sudditanza; si può così dire che, ove vi è attesa, vi è transfert: io dipendo da una persona che si fa a mezzo e che impiega del tempo a darsi – come se si trattasse di far scemare il mio desiderio, d’infiacchire il mio bisogno. Fare aspettare: prerogativa costante di qualsiasi potere, “passatempo millenario dell’umanità”)…. R. BARTHES “Frammenti di un discorso amoroso” Einaudi
  • INDUGIARE: Guarda […] cerca di capire dalle stesse parole se egli finga o ti preghi sinceramente e ansioso, e rispondi dopo un breve indugio: l’indugio eccita sempre gli innamorati, sempre che abbia una durata breve; ma non ti offire arrendevole al giovane che ti prega; e tuttavia non gli rifiutare quel che chiede con parole troppo dure. OVIDIO “Arte di amare”.
  • TIMORE E SPERANZA: Fa che tema e speri insieme; e tutte le volte […] gli venga una speranza più certa e una paura minore.

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

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