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Scegliere di Amare su un piano Immaginario

SCELGO DI AMARTI in silenzio…
Perché nel silenzio non trovo rifiuto,
Scelgo di amarti in solitudine…
Perché nella solitudine nessuno è tuo tranne me
Scelgo di adorarti da lontano…
Perché la distanza mi protegge dal dolore,
Scelgo di baciarti nel vento…
Perché il vento è più dolce delle mie labbra,
Ho scelto di tenerti nei miei sogni…
Perché nei miei sogni, non hai fine.
Jalaluddin Rumi

In questa significativa poesia viene descritto quale è la modalità di amare se non si vuole soffrire e se non si vuole perdere l’altro. Ma significherebbe vivere l’amore su un piano immaginario e non reale. Varie potrebbero essere le motivazioni che spingono una persona ad amare in questo modo. La principale causa di ciò risiede nel timore di soffrire, di essere lasciati ed in generale il non voler correre nessuno dei rischi che comporta una relazione reale. Ed ecco che l’Amore diventa autoreferenziale e potrebbe nascondere anche aspetti psicopatologici della persona. Nei casi più estremi si arriva anche ad immaginare di avere una vita di coppia con la persona amata.

Dottor Roberto Cavaliere Psicologo e Psicoterapeuta con studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

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L’ AMO O NON L’ AMO ? L’ ANSIA DA RELAZIONE

L’ ANSIA DA RELAZIONE (o disturbo ossessivo compulsivo da Relazione)
si manifesta con dubbi ossessivi riguardo le relazioni sentimentali e comportamenti compulsivi messi in atto per alleviare l’ansia derivante da tali dubbi. Avere in certi momenti delle incertezze su una relazione e/o sul proprio partner può capitare a chiunque. Ma quando i dubbi e le preoccupazioni diventano eccessivi e creano un significativo disagio personale come l’ansia ed il tutto si riverbera sulla coppia ci troviamo di fronte ad un vero e proprio disturbo che toglie serenità.
I sintomi ossessivi più comuni sono :
“Ma lo amo veramente ?”;
“È la persona giusta per me ?”
La compulsione più comune è la tentazione di separarsi ma raramente la si mette in atto.
Possiamo avere due tipologie di questo disturbo:
➡️Se dubbi e ossessioni riguardano la relazione (“La mia è una relazione soddisfacente? Amo davvero il mio compagno? E il mio compagno ama davvero me?”) è relationship-centered (centrata sulla relazione;
➡️se dubbi e ossessioni riguardano i difetti del partner (“Ma è davvero così bello? Non è poi così intelligente!”) è partner-focused (focalizzata sul partner).
Tale disturbo necessita di una psicoterapia mirata.
Roberto Cavaliere Psicoterapeuta
www.maldamore.it

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa). Possibilità anche di effettuare consulenze via Skype o telefoniche

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

HYBRIS: PRESUNZIONE D’AMORE

“È per noi sul filo dell’hybris, già esasperata dai rispettivi sistemi originari di apprendimento, che ciascun membro della nostra coppia sceglie un partner ‘difficile’. È proprio con questo che ciascuno vuole ripetere la sfida, che ciascuno pretende di riuscire. Osserviamo come le posizioni dei due nella relazione sono sostanzialmente identiche, simmetrìche. Ciascuno anela spasmodicamente a conquistare il controllo della definizione della relazione. Ma tosto ciascuno riesperimenta, al minimo tentativo, il fallimento temuto” …Usiamo il vocabolo greco originale, in quanto non riducibile al termine orgoglio. Giacché hybris è ben più dell’orgoglio, che è anche sano. Hybris è invece la supponenza, la tracotanza, la tensione simmetrica esasperata al punto da non arrendersi di fronte all’evidenza e alla stessa imminenza di morte” Paradosso e Controparadosso Selvini Palazzoli M., Boscolo L., Cecchin G., Prata G. Editore Raffaello Cortina

 

Il termine hybris viene dal greco e significa arroganza. Tale termine nel mondo greco assumeva una doppia valenza, sia religiosa che civile. Sul piano religioso denotava la convinzione di essere simile ad un dio ed era un atto di superbia punito con severità. Sul piano civile denotava l’arroganza di trattare gli altri secondo il proprio volere senza incorrere in nessuna punizione della società civile.

La prima ad usare il termine HYBRIS è stata la psichiatra milanese Selvini Palazzoli ed i suoi collaboratori a connotare una modalità relazionale tipica delle coppie con “transazioni schizzofreniche”

In questa sede estendo ed uso il termine HYBRIS come “presunzione d’amore” a connotare un atteggiamento ricorrente in chi è affetto da Dipendenza Affettiva. Vale a dire la presunzione d’essere amati o di essere amati come vorremmo da chi non è disposto ad amarci o ad amarci nel modo che vorremmo. Tale “pretesa o arroganza” potrebbe essere un segnale della presenza della componente narcisistica nelle personalità dipendenti.

Come nell’antica grecia il termine hybris connotava gli esseri umani che volevano superare i propri limiti, sfidando gli dei, così, attraverso una concezione estremamanente romantica dell’amore, il dipendente affettivo vuole superare ogni limite, anche il volere dell’altro. Con quali conseguenze per se stessi e per l’altro si può immaginare.

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

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