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AMORE OSSESSIVO NON CORRISPOSTO: EROTOMANIA E SINDROME DI DE CLERAMBAULT

Un uomo che avesse una teoria riguardo a una forma patologica di amore e che le avesse dato il proprio nome, come uno sposo all’altare, doveva di certo poter rivelare, magari suo malgrado, qualcosa sulla natura dell’amore in sé. Perché esistesse una patologia, doveva esserci un concetto implicito di amore sano. La sindrome di De Clérambault era l’oscuro specchio deformante nel quale si rifletteva alterato il mondo radioso di amanti il cui sconsiderato abbandono era considerato sano. tratto da “L’amore fatale” di Ian McEwan

 

L’amore ossessivo non corrisposto, viene oggi definito, in psichiatria, erotomania o sindrome di de Clérambault e la sua caratteristica principale è una fissazione amorosa non corrisposta.

In psichiatria, l’erotomania è uno stato delirante connotato dalla convinzione del soggetto che ne è affetto di essere corrisposto in una relazione amorosa appassionata da una persona che non ha mai manifestato un tale interesse. Possono essere presenti anche altri contenuti deliranti di tipo persecutorio o rivendicativo.

In una variante di questo delirio, il presunto amante è una persona famosa; questa variante viene chiamata sindrome di de Clerambault, dallo psichiatra francese De Clerambault (1872–1934), che nel 1921 pubblicò un trattato sull’argomento (Les psychoses passionelles). Sarebbero affette, da questa sindrome prevalentemente donne, irresistibilmente attratte da uomini con una posizione sociale più elevata o rispettata, perfino personaggi pubblici o celebrità. Nella sua forma pura, riferiscono gli esperti, la sindrome di de Clérambault non ha sicuramente una frequenza elevata. Uno dei casi storici riportati da de Clérambault è quello di una donna francese di 53 anni convinta che il re Giorgio V d’Inghilterra l’amasse: e che il sovrano comunicasse con lei attraverso spostamenti delle tende dietro le finestre di Buckingham Palace, interpretati come enigmatici messaggi d’amore.

Già nell’antichità, autori come Ippocrate, Plutarco e Galeno fecero riferimenti a casi oggi classificabili come erotomania. Il primo riferimento a questa sindrome nella letteratura psichiatrica si trova nel trattato Maladie d’amour ou mélancolie érotique di Jacques Ferrand (1623).

Nel linguaggio comune, il termine “erotomania” viene usato in modo improprio anche per riferirsi a atteggiamenti ossessivi in campo amoroso o sessuale.

La convinzione di essere amati segretamente da qualcuno, che definisce l’erotomania, è spesso accompagnata da un sistema di false credenze collegate a quella principale. Quasi invariabilmente, il “malato” è convinto che sia stato l’altro a innamorarsi e a dichiararsi per primo, e che tale dichiarazione sia troppo sottile perché gli altri possano coglierla, oppure venga inviata nella forma di un messaggio cifrato che soltanto il soggetto può comprendere. Una volta che il “soggetto” ha etichettato come amoroso il comportamento dell’oggetto, lei (o lui) ricambierà il sentimento. Se viene respinto, escogiterà delle ragioni per spiegare (o scusare) il comportamento dell’oggetto. Spesso queste giustificazioni risultano diabolicamente complesse, ma in definitiva permettono al soggetto di continuare a credere nell’amore dell’oggetto. Si tratta di un’efficace forma di difesa, in grado di ridurre alla completa impotenza qualsiasi rifiuto, per quanto esplicito ed estremo. A parte la loro fissazione amorosa di fondo, per tutto il resto i pazienti erotomani o della sindrome di “de Clérambault” si comportano in modo normale.

In casi più conclamati, il paziente può essere convinto che il suo presunto amante comunichi con lui con messaggi nascosti, come particolari posture del corpo oppure (nel caso si tratti di una persona famosa) attraverso indizi inviati attraverso i media. In genere, l’oggetto del delirio erotomane non ha alcuna particolare relazione con la persona affetta da questa sindrome, e in alcuni casi può persino trattarsi di un personaggio immaginario.

L’erotomania può essere un sintomo di altre patologie mentali, come la schizofrenia. I casi più gravi possono portare a un comportamento penalmente perseguibile da parte del paziente, che può per esempio adottare comportamenti configurabili come molestia.

Nel caso delle molestie il molestatore ha la convinzione morbosa di essere amato e mantiene tale credenza benché il molestato non faccia nulla per incoraggiarla o mantenerla; al contrario, se ne ha la possibilità, il molestato cerca di chiarire l’equivoco senza esito positivo, perché le sue parole e azioni sono reinterpretate dal molestatore come conferma della reciprocità dell’interesse.

Erotomania ed amore romantico

Sotto molti aspetti, “l’amore erotomaniaco” ha tutte le caratteristiche di un amore romantico. E’ instancabile. Non si lascia scoraggiare dalle differenze sociali o culturali. E’ un amore trascendente, mistico e voluto dal destino che può superare qualsiasi ostacolo. Non solo, ma persino le caratteristiche più fastidiose dell’erotomania corrispondono, più o meno, all’esperienza dell’amore “normale”. Può darsi che le persone normali non ricorrano a “pedinamenti” in senso stretto, ma se sono innamorate moltissime manifesteranno un comportamento che rientra in quella gamma, come fare in modo di trovarsi in un certo posto a una certa ora per aumentare le probabilità di un incontro “fortuito”. Nel caso si venga respinti, non è raro distorcere la realtà a scopo di difesa psicologica: «Mi rifiuta perché è presa da altro. Sono certo che in realtà mi ama. Le riparlerò tra qualche giorno».

È possibile allora che quello che gli psichiatri indicano come una malattia mentale sia in realtà soltanto un eccesso di amore romantico? E’ arduo rispondere perché labile il confine fra i due tipi d’amore ed andrebbero prese in considerazioni variabili individuali, ambientali e situazionali. O come afferma lo scrittore McEwan « Nella malattia si capisce meglio anche il comportamento sano».

Proprio questo scrittore descrive un caso di erotomania nel romanzo “L’amore fatale” incentrato sul delirio sentimentale del giovane Jed Parry.

Un pallone aerostatico che precipita imprevedibilmente su un prato nella campagna inglese, un incidente quindi fatale, scatena nel giovane quella patologia che è stata descritta dallo psichiatra De Clérambault . Jed si convince di dover amare un perfetto estraneo, lo scrittore scientifico Joe Rose, e di esserne ricambiato: ma Joe che ha una compagna che ama e dalla quale è riamato respinge il sentimento omosessuale di Jed, con ciò innescando la spirale di una persecuzione che porterà inevitabilmente ( nel romanzo) ad una fine violenta.

Infatti lo scrittore immagina il finale del delirio erotomaniaco violento ed irruento: Jed segue infatti fino in fondo il delirante « io amo te, tu non ami me, io odio te » .

L’innamoramento, secondo McEwan (e non solo lui) è sempre un’esperienza estrema, un atto irragionevole: « Quando ci si innamora sostiene lo scrittore scozzese, l’altro diventa un’ossessione: non si dorme, non si mangia, non si pensa ad altro » .

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

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