SEPARARSI

IL DISTACCO COME OCCASIONE DI CRESCITA E DI TRASFORMAZIONE

 

Lo scorrere della vita ci espone alla separazione. La stabilità non esiste, l’illusione della sicurezza ci ingessa in un involucro che spesso non ci appartiene più. Lasciare un lavoro, una persona, una casa, o parti noi, ci pone al cospetto del sentimento della mancanza e del vuoto, un vuoto che ci consente l’atto creativo, un vuoto che è la molla propulsiva e generativa della costruzione di una nuova visione del futuro. Se non c’è la consapevolezza della nostra paura del cambiamento neghiamo bisogni ed emozioni come anestesia che ci preserva dal distacco da persone, cose, parti noi che non ci appartengono più.

E’ possibile affrontare la tristezza come risorsa positiva che ci permette di porre il confine tra il sé e l’altro. La tristezza è spazio introspettivo che introduce alla creatività, che da forma al nostro essere al mondo e ci permette di squarciare i veli dell’indistinto. Tristezza e dolore ci rendono sensibili e ci permettono di guardare la nostra “ferita” amandola; un processo che ci porta ad assumere il carico della nostra sofferenza per scoprire le strade che si diramano verso nuove possibilità.

La separazione, e la tristezza che la accompagna, ci pone dunque al cospetto della affermazione del nostro “essere al mondo” e del diritto di esistere, con i propri tempi, bisogni e confini e distanze: è il processo di affermazione della responsabilità e della possibilità di scegliere. Valorizzare le risorse interne significa ascoltare, accudire e soddisfare i nostri bisogni.

Spesso separarsi viene percepito come un “atto sanguinoso” portatore di una colpa che chiede una riparazione. La riappropriazione del senso di colpa ci preserva dall’essere vittime e carnefici di noi stessi. Sotto la colpa cova la rabbia dei nostri bisogni insoddisfatti; valorizzare il significato della colpa come uno degli elementi fondanti l’esperienza della separazione ci pone al cospetto del perdono che possiamo concederci e concedere.

Questo lavoro ci aiuta ad affrontare il guado di un distacco che non è distruzione della relazione ma cambiamento della relazione. Per separarsi bisogna incontrarsi, per incontrarsi bisogna separarsi.

OBIETTIVI

  • Esplorare i sentieri del cambiamento come avventura in cui potere immergersi accettandone la sfida e il rischio del nuovo.
  • Riconoscere la separazione come momento per fare emergere tutte le emozioni collegate al nostro sentimento del vuoto e individuare i bisogni che tali emozioni sottendono.
  • Riconoscere l’altro come distinto e non come prolungamento del sé e sperimentare la dimensione dell’incontro.
  • Scoprire, riconoscere, individuare il proprio diritto ad esistere con i propri tempi e i propri spazi.

Dott.ssa Flavia Accini

Formatrice, Psicodrammatista, esperta in tecniche di conduzione di gruppo.

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *