FIGLI DI SEPARATI: COME MANTENERE VIVO IL RAPPORTO DA GENITORE NON COLLOCATARIO

I figli di separati trascorrono generalmente più tempo con uno dei due genitori, come fare in modo che il rapporto con il genitore non collocatario non si logori?

Quando ci separa si ha la sensazione di separarsi anche dal figlio che rimane a vivere con l’altro genitore. Ciò avviene perché si fa confusione fra coppia coniugale e coppia genitoriale. Separarsi come coniugi non significa separarsi anche come genitori. Spesso accade, invece, che genitore che va via e figlio che rimane hanno il timore che la separazione fra coniugi si estenda anche al loro rapporto.

Che cosa fare allora? Semplicemente comportarsi come se si continuasse a condividere lo stesso tipo di relazione che si aveva prima della separazione. Cambia solo la condivisione dello spazio e del tempo che è evidente non possano essere più gli stessi di prima. Ma far capire al figlio che rimane che non condividere più lo stesso spazio e lo stesso tempo non significa non condividere più la stessa relazione e gli stessi sentimenti.

Come continuare a mantenere viva la relazione genitore-figlio? Continuare a essere presente nella vita del figlio come prima, né di meno, né di più. Presenza che deve investire i diversi aspetti della relazione: affettiva, emotiva, sociale e via dicendo. Ricordare sempre a se stessi e al figlio che da un figlio e da un genitore non ci separa mai.

Potrebbe essere utile al bambino leggere il seguente brano:

“Io non mi separo.
Resto un bambino intero.
Anche il papà e la mamma restano interi.
Separati ma interi.
Cambiano tante cose, però certe no.
Il bene che gli voglio. Il bene che mi vogliono.
Io sono sempre il loro bambino.
Di tutti e due.
E loro sono sempre miei,
ciascuno per conto suo.”

 Beatrice Masini e Monica ZaniIo non mi separo, Carthusia editore, 2011

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

 

PAURA DI LASCIARE LA MOGLIE DEPRESSA

Innamorarsi di un’altra donna è una buona ragione per lasciare la moglie ma se questa è vittima della depressione si possono temere conseguenze anche sui figli

Mio fratello è sposato da molti anni con una donna molto fragile che ha sofferto di depressione e continua attualmente la terapia. Non la ama più da molto tempo e frequenta un’altra donna da un paio d’anni, ma non riesce a lasciarla perché teme che il figlio dodicenne possa subire le conseguenze di una ricaduta della madre.

La moglie sospetta del tradimento ma non lo lascerà mai andare, dice di non poter vivere senza di lui. Io gli ho consigliato di prendere una decisione e di portarla avanti con convinzione, ma lui non riesce a decidersi. Per 7 mesi ha interrotto la relazione con questa donna ma non è cambiato nulla, sono comunque tutti infelici e, a mio parere, più di tutti il figlio che assiste alle liti. Come potrebbe provare a risolvere la situazione?

Gabriella (nome di fantasia scelto dalla redazione)
Spesso le motivazioni che adduce un uomo per non separarsi non sono quelle reali ma servono solo a mascherare resistenze più profonde alla separazione. Inviti suo fratello ad approfondire tali resistenze personali profonde e forse inconsce che lo bloccano dal prendere tale decisione. La invito a leggere a tal riguardo il seguente articolo in cui spiego perché i mariti non lasciano le mogli anche se sono infelici

 

Dott. Roberto Cavaliere

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COME INTERROMPERE UNA RELAZIONE EXTRACONIUGALE

Mettere fine a una relazione extraconiugale può essere difficile perché il tradimento può avere dietro una situazione complessa, ma c’è un modo per lasciare l’amante

Interrompere una relazione extraconiugale potrebbe essere anche più difficile di separarsi ufficialmente in un matrimonio. Innanzitutto sono molto più determinate le donne a porre la parola “fine” rispetto agli uomini, come d’altronde avviene anche nelle relazioni ufficiali.

Circa le modalità da attuare per porre in essere la separazione bisogna considerare gli stessi fattori di separazioni ufficiali con l’aggiunta di altre due variabili: il senso di sconfitta da parte di chi è lasciato perché chi lascia ‘sceglie’ il partner ufficiale, e il possibile sentimento di vendetta di chi subisce la separazione.

Nell’interrompere una relazione extraconiugale bisogna tener conto di questi ultimi due fattori. Da qui le modalità con cui attuare la ‘chiusura’ della relazione.

1)    Essere sinceri sulle reali motivazioni dell’interruzione. Ogni scusa e pretesto sarebbe palese e non farebbe che inasprire le due variabili sopradescritte.

2)    Sottolineare che chi viene lasciato non è stato ‘usato e gettato via’ . Infatti, spesso chi è lasciato avverte la sensazione che sia stato ‘usato’ in un momento dicrisi della coppia ufficiale e messa da parte quando la crisi è rientrata.

3)    Mettere in conto possibili ritorsioni e vendette da parte della persona che subisce la separazione e predisporre meccanismi di difesa in tal senso.

Per riflettere: “è una follia..È una follia..odiare tutte le rose solo perché una volta una spina ti ha punto,seppellire tutti i tuoi sogni, perche uno di essi non si realizzò, condannare l’amicizia perché un amico ti tradì, non credere nell’amore perché qualcuno ti ingannò. Esiste sempre un’altra opportunità, una nuova amicizia, un nuovo amore. Per ogni fine c’è sempre un nuovo inizio.” da Il Piccolo Principe

 

Dott. Roberto Cavaliere

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SEPARATI IN CASA CON IL CONIUGE CHE NON PAGA LE SPESE

Convivere da separati in casa se il coniuge non contribuisce alle spese può spingere a sospendere la convivenza con l’ex

Sono separata “in casa” dal mio compagno da poco, abbiamo una bellissima figlia di 3 anni. Uno dei motivi della separazione è che lui non portava soldi a casa, pagavo TUTTO io, adesso che siamo separati in casa lui dorme sul divano però esce il venerdì sera e torna dopo il lavoro il sabato; dorme un paio di ore esce di nuovo torna domenica mattina per portare fuori la bambina per 2 ore, (sono le prime 2 domeniche che passano insieme dalla nascita di lei) torna mangia dorme ed esce di nuovo, a volte torna a volte no.

Lui insiste che non c’è nessun’altra, ho i miei dubbi ma in questo momento non è il problema che mi preoccupa di più, il problema è che anche se siamo separati in casa non mi da ancora soldi, tutto e dico tutto pago io, bollette scuola materna privata, mutuo (la casa è intestata a me in quanto l’ho comprata prima di conoscerlo).

Comunque le uniche cose che paga lui sono le sue cose per l’alimentazione “speciale” essendo un body builder. Lui dice che non ne ha, di soldi. Purtroppo lo amo, e vederlo in mezzo alla strada mi fa più dolore che mantenerlo in casa, però so che non può continuare, ho debiti, ho tante cose da pagare una stupenda bambina da accudire.

Come posso risolvere questa maledetta situazione in cui mi trovo.Un’altra cosa che mi preoccupa è che lui per la bambina NON fa niente, non la porta neanche al nido (una volta ho dovuto portarla al nido, guidando 27 km con la febbre alta perchè lui aveva da fare). Lei chiede spesso di “papà” e gli vuole tanto bene ma viene sempre da me quando vuole qualcosa perche sono sempre presente. Ho bisogno di capire come posso fare senza fare troppo danni ne a me ne alla bambina e ovviamente a lui

Cristina (nome di fantasia scelto dalla redazione)

Cercare di salvare tutto e tutti la porta, paradossalmente, a fare danni. Prendere atto della situazione ed accettare che l’altro non cambia getta le basi per una separazione. Purtroppo ci sono abissi che neanche la forza di un amore può superare. E spesso in nome dell’amore si finisce in un abisso senza fondo. Fermi tale caduta nell’interesse e nel bene di tutti.

 

Dott. Roberto Cavaliere

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TRADIMENTO: COME DIMENTICARE E PERDONARE

Perdonare e dimenticare un tradimento non è facile ma ci si può riuscire se davvero si vuole perdonare il coniuge che ha tradito

Vorrei perdonare mio marito ma non riesco. erano mesi che si vedeva con una del paese,gli ha fatto anche dei regali e scritto una lettera finendola con “ti amero’ per sempre”. Dormiva con il cellulare sotto il cuscino. Come faccio a dimenticare ? Grazie

Dimenticare un tradimento è un processo che richiede tempo ed il superamento di diverse fasi. Innanzitutto per poter dimenticare deve prima riconoscere e poi esprimere il dolore e la rabbia che ha dentro di sé. Solo dopo che avrà attuato questa elaborazione emotiva potrà tentare di dimenticare.

 

Dott. Roberto Cavaliere

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TRADIMENTO IN GRAVIDANZA

Cosa fare se si subisce un tradimento da parte del coniuge mentre si è incinta, come superare il trauma dell’infedeltà

Salve, ho 35 anni e sono sposata da 9, ho due bambini uno di cinque anni e l’altro di 6 mesi. Ci siamo sposati dopo un anno, stavamo benissimo, io lo adoravo, aveva i suoi difetti, ma anche io i miei, dopo tre anni è arrivato L. il nostro primogenito, cercato è subito arrivato, lui non era convinto della paternità poi se n’è innamorato.

A settembre scorso resto incinta, volevo il secondo figlio e lui non è tanto convinto però si lascia trascinare. A Novembre comincia a trattarmi malissimo, dice che non mi ama più, che non vuole più passare la vita con me, è rabbioso, mi tratta male, dice che resta solo per i figli (il secondo non era ancora nato).

Ho vissuto mesi d’inferno, era strano, spesso se ne andava, il maggiore ha sofferto solo Dio sà quanto…poi la scoperta:  aveva un’altra, una sua collega, che lui stesso in passato aveva definito “una che sta con tutti”. Poi cambia all’improvviso, vuole stare con me, pentito….ma io a distanza di un anno ormai sfogo la mia rabbia ancora.

Sessualmente non riesco a stare più con lui, lo detesto per avermi trattata come niente, per avermi umiliata, calunniata, maltrattata agli occhi di tutti solo per nascondere le sue oscenità, per avermi rubato quello che doveva essere il periodo più bello di una donna, la gravidanza, per aver inflitto a L. delle sofferenze che ancora adesso si porta dentro.

Siamo in terapia di coppia da prima della scoperta, la mia fiducia non c’è più e anche se mi dice che c’è stato solo un bacio non gli credo, chi si mette a rischiare tutto per un bacio? Chattavano la notte, si incontravano in un parcheggio al buio, e tutto mentre io ero incinta, e suo figlio lo aspettavamo con amore e ansia. Lo odio, spesso prego che gli capiti il peggio per non vederlo più, ma lasciarlo significa dare il colpo di grazia a mio figlio….e non mi sento una bestia come lui.

Dopo una profonda depressione, dalla quale non so neppure come ne sono uscita, desidero la mia felicità….ma con lui mi sembra impossibile.

Susy (nome di fantasia scelto dalla redazione)
E’ naturale che lei viva la fase del dolore e della rabbia che segue la scoperta di un tradimento. Solo dopo aver superato questa fase potrà pensare di ricostruire tutto quello che è stato distrutto. La invito anche a riflettere sul seguente brano:

“Si puo’ definire tradimento solo quell’azione o successione di azioni che rompe una relazione fiduciaria volontaria e consapevole. Ovviamente si puo’ giocare sul malinteso, si puo’ negare a posteriori l’esisteza di una relazione fiduciaria per liberarsi dal senso di colpa e dalle conseguenze del tradimento, ma cio’ esula da un tentativo di lettura sociologica del tradimento. …Il tradimento dell'(apostolo) Pietro mostra che e’ sempre in agguato la possibilita’ di essere traditi, ma anche quell di diventare traditori. Non solo non possiamo giurare sul comportamento dell’altro, se non per fiducia cieca o per atto di fede, ma non possiamo mai sinceramente e onestamente neppure giurare su noi stessi poiche’ nessuno puo’ predire quanto e come l’incontro con l’altro ci mutera’, ne’ cosa creeremo insieme all’altro.” G. Turnaturi

 

Dott. Roberto Cavaliere

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TERAPIA DI COPPIA: COME SUPERARE LE DIFFERENZE DI CARATTERE

La terapia di coppia serve quando l’incompatibilità caratteriale minaccia i coniugi, le differenze di carattere possono essere sistemate nell’ambito di una terapia

Gentilissimo, ho 27 anni e il mio partner 35. Vivo da due anni con lui un rapporto di coppia molto conflittuale per quella che è secondo noi una “incompatibilità caratteriale”. La vita di coppia è un inferno, è  fatta di discussioni continue, rimuginamenti, recriminazioni e problemi insoluti. Nonostante ciò non demordiamo e siamo ancora convinti dell’amore che ci lega nonostante le difficoltà a dialogare. Quale può essere una strada da seguire per salvare il rapporto di coppia? può aiutare una psicoterapia per affrontare i problemi insoluti?

Se la conflittualità di coppia è solo un problema di comunicazione e se siete entrambi legati sui sentimenti una terapia di coppia è indicata nel vostro caso. Nel frattempo v’invito anche a riflettere sul seguente brano:

“Mio caro Friedrich, ho dovuto fare l’esperienza che non c’è davvero nulla di più arduo che amarsi. È un lavoro, un lavoro a giornata, Friedrich, a giornata. Com’è vero Dio, non c’è altro termine. Come se non bastasse, i giovani non sono assolutamente preparati a questa difficoltà dell’amore; di questa relazione estrema e complessa, le convenzioni hanno tentato di fare un rapporto facile e leggero, le hanno conferito l’apparenza di essere alla portata di tutti. Non è così. L’amore è una cosa difficile, più difficile di altre: negli altri conflitti, infatti, la natura stessa incita l’essere a raccogliersi, a concentrarsi con tutte le sue forze, mentre l’esaltazione dell’amore incita ad abbandonarsi completamente…
… Prendere l’amore sul serio, soffrirlo, impararlo come un lavoro: ecco ciò che è necessario ai giovani. La gente ha frainteso il posto dell’amore nella vita: ne ha fatto un gioco e un divertimento, perché scorgono nel gioco e nel divertimento una felicità maggiore che nel lavoro; ma non esiste felicità più grande del lavoro, e l’amore, per il fatto stesso di essere l’estrema felicità, non può essere altro che lavoro. Chi ama deve cercare di comportarsi come se fosse di fronte a un grande compito: sovente restare solo, rientrare in se stesso, concentrarsi, tenersi in pugno saldamente; deve lavorare deve diventare qualcosa”.
(Da una lettera del poeta Rainer Maria Rilke ad un giovane amico)

 

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COME CONVIVERE CON IL CONIUGE ALCOLISTA

Vivere con un alcolizzato è estremamente difficile, ci sono dei comportamenti che ci aiutano quando viviamo con qualcuno con problemi di alcolismo
Convivere con un coniuge alcolizzato non è facile. E’ una relazione di coppia difficile quella con un alcolista, spesso disperata che mette a dura prova la resistenza individuale di sopportazione. Il coniuge alcolista assorbe energie, limita la vita sociale, richiede un continuo controllo e gestione della problematica.
Tutto questo si ripercuote sia a livello psicologico sia fisico su chi sta vicino a un alcolista. Sentimenti di rabbia, dolore, disperazione, mancanza di speranza sono costanti. Ripercussioni sul sonno e sulla salute fisica altrettanto. Col tempo arrivano sensi di colpa, senso d’impotenza, vergogna sociale, tendenza all’isolamento. Il tutto può condurre anche a vere e proprie forme di depressione.
Il partner può anche sviluppare una forma di codipendenza dal partner alcolista, vale a dire far dipendere il proprio umore, la propria vita dal problema dell’alcol dell’altro. In poche parole uno dipende dall’alcol e l’altro dipende dal partner che dipende dall’alcol, creando così un circolo vizioso. Questa forma di codipendenza è comune soprattutto quando è la moglie a doversi prendere cura del marito alcolista perché socialmente è normale che lo faccia.
Che cosa fare?
Innanzitutto piuttosto che ostinarsi a cambiare l’altro senza nessun risultato provare a cambiare se stessi con la speranza così che il proprio cambiamento impatti positivamente sull’altro. Per fare ciò può essere utile attuare i seguenti comportamenti:

1. Prendere consapevolezza che se il partner assume alcol come sostanza a propria volta si ‘assume’ il partner come dipendenza.
2. Accettare che non si può “smettere di bere” al posto dell’altro.

3. Accettare che non si può “curare” al posto dell’altro.
4. Non si può cambiare l’altro ma solo se stessi.

5. Rimettere al centro i propri bisogni e desideri.
6. Riprendere una vita sociale: uscire dall’ “isolamento dell’alcol”.

7. Non sentirsi in colpa se l’altro beve. L’alcol è una malattia, una forma di dipendenza che si presenta a prescindere da chi è il partner dell’alcolista.

8. Porsi dei limiti chiari per evitare di soffrire troppo.
9. Non bisogna assumersi responsabilità e/o fare cose al posto del partner alcolista.

10. Chiedere aiuto e sostegno per se stessi innanzitutto e solo poi per il partner.

 

Dott. Roberto Cavaliere

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FIGLI MASCHI E FEMMINE: COME VIVONO LA SEPARAZIONE

I figli maschi e le figlie femmine vivono la separazione dei genitori in maniera diversa, ecco le differenti percezioni che i maschi e le femmine hanno rispetto alla separazione dei genitori

Figli maschi e figlie femmine sono differenti anche nel modo di affrontare laseparazione dei geniori. Un bambino maschio e una bambina femmina non avranno infatti la stessa reazione davanti alla mamma e al papà che si separano.

Ci sono sia punti in comune che differenze fra bambini maschi e femmine nelvivere il divorzio dei genitori. Le differenze riguardano soprattutto la relazioneche i figli instaurano col genitore del sesso opposto. Senza andare a scomodare il famoso complesso di Edipo è chiaro che nell’infanzia la presenza sia del genitore dello stesso sesso che di quello del sesso opposto è una condizione fondamentale per un completo e sereno sviluppo psico-affettivo del bambino.

La presenza del genitore dello stesso sesso aiuta un processo d’intentificazione della propria identità di genere (maschile o femminile) mentre la presenza delgenitore dell’altro sesso aiuta un processo di relazione con l’altra identità di genere. Partendo dal presupposto che è soprattutto la figura maschile a lasciare il tetto coniugale vediamo come tale lontananza impatta differentemente su bambini maschi e femmine.

Il maschietto perde il punto di riferimento maschile: da una parte può contare su una figura femminile, la madre, che è tutta per se, che non deve condividere con un altro maschio (in senso edipico). Allo stesso tempo però viene a mancare quella figura maschile con relativi comportamenti necessaria per sviluppare appieno i propri tratti maschili.

Le femminucce, notoriamente e edipicamente maggiormente attaccate alla figura maschile e paterna, risentono maggiormente dell’allontanamento del padre dalla famiglia. Il loro vissuto di separazione è più intenso rispetto al bimbo maschio, potrebbero viverlo come la perdita quasi di un partner in senso metaforico, tanto più intenso quanto maggiore è il loro attaccamento al padre.

In più le bimbe femmine, anche per un’eduzione socio-culturale che ricevono, possono essere legate di più a un concetto di famiglia unito a tutti i costi e risentire maggiormente della dinamica del divorzio. Tali differenze, è utile sottolinearlo, si attenuano quanto maggiore la coppia continua a essere coppia genitoriale, seppur in costanza di divorzio. Una presenza continua e costante della figura genitoriale che lascia il nucleo familiare è necessaria perché queste differenze si attenuino il più possibile.

 

Dott. Roberto Cavaliere

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COSA FARE SE IL PARTNER E’ UN MANIPOLATORE

Vivere con un uomo manipolatore può essere molto difficile, come possiamo svincolarci da questa situazione?

Se si ha un partner manipolatore, la prima cosa da identificare sono i comportamenti manipolatori che quest’ultimo mette in atto e come tali comportamenti impattano su se stessi. Identificare tali comportamenti e tentativi di manipolazione è la premessa necessaria per potervi fare fronte.

Generalmente essi sono subdoli non facilmente riconoscibili come instillare sensi di colpafare le vittimemanipolare parole e sentimenti e altro ancora. Chi ne è vittima oltre a riconoscerli deve anche capire quale tipo d’impatto anno su se stessi, se inducono quel cambio di comportamento o atteggiamento che il manipolatore persegue.

Nello specifico cosa fare:

Conosci prima te stesso per poi conoscere gli altri. Capire la propria struttura di personalità, quanto questa sia sensibile ad attacchi manipolatori permette di rafforzarla in maniera tale da gestire meglio la manipolazione altrui. Ad esempio se si capisce che a livello personale si è sensibili ai sensi di colpa ci si può muovere in maniera tale da superarli.

Esplicitare all’altro i comportamenti manipolatori. Una volta identificati tali comportamenti comunicarli al partner, consapevolizzarlo che si è riconosciuta una sua modalità manipolatoria nella relazione e si rifiuta, non si è più disponibile ad accettarla.

Se tale atteggiamento manipolatorio dovesse continuare far subentrare un atteggiamento d’indifferenza se è possibile, in attesa di prendere decisioni più drastiche fino ad arrivare anche ad una possibile separazione se icomportamenti manipolatori durano e s’intensificano nel tempo.

Mai cadere nella trappola di rendere pan per focaccia: ciò porterebbe a un’escalation di conflittualità nella coppia che non è utile a nessuno.

PER TE AMORE MIO
Sono andato al mercato degli uccelli
E ho comprato uccelli
Per te
amor mio
Sono andato al mercato dei fiori
E ho comprato fiori
Per te amor mio
Sono andato al mercato di ferraglia
E ho comprato catene
Pesanti catene
Per te
amor mio
E poi sono andato al mercato degli schiavi
E t’ho cercata
Ma non ti ho trovata
amore mio.

Jacques Prévert

 

Dott. Roberto Cavaliere

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